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Bolla un corno. Come ha fatto Musk a diventare il re del mondo

Michele Masneri

Elon contro Jeff: uno vuole Marte, l’altro si accontenta della Luna. Il sorpasso del miliardario di Tesla sul rivale di Amazon

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Le classifiche dei miliardari si sa che lasciano il tempo che trovano (ma proprio per questo sono affascinanti, sono una specie di bibliografia dell’umano); ed ecco dunque che non solo Elon Musk è assurto a primo magnate globale, grazie alle azioni della sua Tesla aumentate di otto volte in un anno: ma soprattutto ha superato il rivale di sempre, Jeff Bezos. Tra i due da anni va avanti una gara che entusiasma le masse meno abbienti. Sono un duo da Bartali e Coppi: uno sudafricano visionario, con faccia da cattivo di James Bond; l’altro palestrato e pelato e più establishment. Bezos e Musk insieme fanno più di un Mes, meglio di un Recovery fund: ma la rivalità è nota e antica e riguarda soprattutto l’interesse dei due imprenditori sulla conquista spaziale. Musk oltre alla Tesla che l’ha reso duecentimiliardario scommette su SpaceX, mentre Bezos possiede Blue Origin: aziende private che puntano a portare l’uomo su altri pianeti.

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Le classifiche dei miliardari si sa che lasciano il tempo che trovano (ma proprio per questo sono affascinanti, sono una specie di bibliografia dell’umano); ed ecco dunque che non solo Elon Musk è assurto a primo magnate globale, grazie alle azioni della sua Tesla aumentate di otto volte in un anno: ma soprattutto ha superato il rivale di sempre, Jeff Bezos. Tra i due da anni va avanti una gara che entusiasma le masse meno abbienti. Sono un duo da Bartali e Coppi: uno sudafricano visionario, con faccia da cattivo di James Bond; l’altro palestrato e pelato e più establishment. Bezos e Musk insieme fanno più di un Mes, meglio di un Recovery fund: ma la rivalità è nota e antica e riguarda soprattutto l’interesse dei due imprenditori sulla conquista spaziale. Musk oltre alla Tesla che l’ha reso duecentimiliardario scommette su SpaceX, mentre Bezos possiede Blue Origin: aziende private che puntano a portare l’uomo su altri pianeti.

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Musk intende infatti colonizzare Marte, mentre Bezos si accontenta della Luna. Il fondatore di Amazon ha spesso sfottuto il rivale: “Vai prima sul monte Everest a vedere se ti piace, perché è un paradiso rispetto a Marte”, gli ha detto quello oggi più povero. Musk, che ha 49 anni, sfotte i 56 di Bezos: gli dà del boomer. Soprattutto, colpo basso, qualche mese fa gli ha rappresentato che Amazon è un monopolio e andrebbe smantellata, mettendo il dito nella piaga sulla vecchia questione di questi mammozzoni digitali che sono ormai troppo grossi, come i vecchi monopoli del petrolio e delle ferrovie (adda veni’ Biden). Ma l’ultima rissa è arrivata qualche mese fa quando Musk ha chiamato Bezos copione, quando il fondatore di Amazon ha annunciato di aver comprato per un miliardo di dollari la startup Zoox, che progetta taxi senza conducente. (segue a pagina quattro) Prima impressione: shock, come dice Matteo Renzi. Non si sa se Bezos sia entrato nel settore solo per dare fastidio al rivale di sempre, oppure perché lo ritiene promettente. Amazon era infatti tra le poche grandi aziende digitali a non essersi ancora buttata sul business dell’auto senza conducente; ma adesso l’auto, forse proprio per i successi della Tesla, ricomincia a piacere alla gente che piace: e dunque anche Apple, che si era raffreddata, si ributta sul dossier. In realtà forse Bezos, che è un realista, visionario sì ma con juicio, punta piuttosto a trovare sistemi sempre più svelti per consegnare le sue merci: e così già l’anno scorso aveva investito 700 milioni in Rivian, che produce furgoni elettrici. Comunque si tratta di spiccioli. Bezos, infatti, nonostante la retrocessione, rimarrà il primo ad aver inaugurato quella soglia psicopatologica, i duecento miliardi di dollari, una specie di megaclub di ricconi mai visti prima nella storia moderna, un Rotary stellare (per dire, trenta volte Berlusconi).

 

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Quando nel 1994 fondò quella che doveva essere solo una libreria online, con trecentomila dollari prestati dalla famiglia, li aveva messi in guardia: occhio che probabilmente perderete tutto. Chi avesse investito in Amazon appena quotata (18 dollari), ai prezzi di ieri (3.100 dollari) avrebbe guadagnato invece il 170.000 per cento. Mica male. Una che ha avuto ottimi rendimenti è pure l’ex moglie MacKenzie, conosciuta quando entrambi lavoravano nello stesso fondo di investimento: ha creato con lui Amazon, e col divorzio, annunciato a gennaio, è diventa una delle donne più ricche del mondo. Un’altra questione che distingue Bezos dal rivale è la passione per il mattone. Bezos è infatti famoso per immobili-trofeo: nel 2020 si è regalato un ennesimo appartamento newyorchese da 16 milioni (ultimo comprato nello stesso building in cui ne possiede altri due); ma poi si è comprato anche la casa più cara di Los Angeles, una proprietà da 165 milioni di dollari con golf incluso, che apparteneva a un altro riccone, David Geffen, e prima ancora a Jack Warner degli omonimi studios (il Wall Street Journal precisa che ha comprato direttamente, senza agenzia, dunque avrà risparmiato sulla commissione). Per placare i sensi di colpa Bezos ha annunciato che destinerà 2 miliardi anche a case popolari per i suoi dipendenti (senza golf). Musk, invece, negli ultimi giorni ha annunciato che intende vendere tutte le sue case. “Voglio dar via tutti i miei beni fisici”, ha annunciato, francescanamente. Ma probabilmente si vuole alleggerire, perché sta per traslocare in Texas, terra di libertà, deserti, e soprattutto dove non c’è imposta sul reddito personale.

 

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