PUBBLICITÁ

tutti sì vax

Voglio il vaccino ora

Daniele Ranieri

Comincia il cambiamento psicologico sulla vaccinazione in Italia. Chi riesce salta la fila (e fesso chi rifiuta)

PUBBLICITÁ

C’è da essere contenti perché tra gli italiani comincia il grande cambiamento di mentalità a proposito dei vaccini. Ci sono le prime avvisaglie. Considerato che a questo ritmo (170 mila vaccinazioni a settimana) gli ultimi saranno vaccinati fra sei anni, una nuova luce comincia ad albeggiare sulla coscienza nazionale. Forse fare presto il vaccino è molto meglio che restare in fondo alla fila o non farlo. Forse – è il sospetto che si fa strada – chi non vuole fare il vaccino è un fesso. Forse quelli che predicano contro i vaccini non hanno davvero capito nulla. Forse nel club dei già vaccinati si sta molto meglio e si possono fare cose che gli altri non possono. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


C’è da essere contenti perché tra gli italiani comincia il grande cambiamento di mentalità a proposito dei vaccini. Ci sono le prime avvisaglie. Considerato che a questo ritmo (170 mila vaccinazioni a settimana) gli ultimi saranno vaccinati fra sei anni, una nuova luce comincia ad albeggiare sulla coscienza nazionale. Forse fare presto il vaccino è molto meglio che restare in fondo alla fila o non farlo. Forse – è il sospetto che si fa strada – chi non vuole fare il vaccino è un fesso. Forse quelli che predicano contro i vaccini non hanno davvero capito nulla. Forse nel club dei già vaccinati si sta molto meglio e si possono fare cose che gli altri non possono. 

PUBBLICITÁ

 

Prendiamo dalla cronaca di questi giorni. A Palermo lunedì poco prima di mezzogiorno il presidente dell’albo degli odontoiatri, Mario Morrone, scrive nella chat whatsapp dei circa duecento dentisti della città: “Comunicazione ricevuta adesso: andate a Villa delle Ginestre con i moduli di consenso già compilati. Evitiamo polemiche sulla modalità di questa comunicazione che ho appena ricevuto ma piuttosto diffondiamola” (fonte: Repubblica). Quattro ore più tardi l’Asp di Palermo realizza che c’è stato un errore, gli odontoiatri non sono fra i 141 mila aventi diritto al vaccino in questa fase della campagna vaccinale che è destinata a immunizzare gli operatori sanitari negli ospedali pubblici e privati e gli anziani nelle Rsa. Ma a quel punto che vuoi fare? Gli odontoiatri non sentono ragioni e assieme al presidente Marrone si barricano nel centro vaccinale. Loro il vaccino lo vogliono. Arriva persino la Digos. Poco dopo le otto di sera vincono il negoziato: tutti vaccinati “per motivi di ordine pubblico”. E’ un precedente interessante. Nessuna esitazione, nessuna titubanza. Esigevano il vaccino e l’hanno avuto. Chissà che altri, persino più agguerriti di loro, non prendano spunto dal blitz.

 

PUBBLICITÁ

Prendiamo, ancora, la protesta dei medici di famiglia salernitani, che denunciano di essere soltanto al sesto posto nella classifica che decide l’ordine di vaccinazione in questa fase della campagna. “Siamo stati inseriti dopo i burocrati che non sono a contatto con gli ammalati” (fonte: il Mattino). In effetti sono finiti dietro al personale amministrativo e ai membri delle direzioni strategiche delle aziende sanitarie e ospedaliere. Il punto interessante: i medici di famiglia fanno pur sempre parte della prima campagna di vaccinazione che in teoria dovrebbe concludersi nel giro di tre mesi. Eppure protestano perché hanno capito benissimo che è meglio vaccinarsi anche un mese prima che un mese dopo. E lo stesso vale per i burocrati degli ospedali, che in questo frangente non tengono molto a differenziarsi dal resto del personale. 

 

Gli specializzandi in Medicina in questi giorni protestano perché in almeno tre ospedali italiani l’ordine di vaccinazione è stato deciso in base al contratto: se sei dipendente a tempo indeterminato sei vaccinato prima di un dipendente a tempo determinato. Il risultato è che uno specializzando in medicina che lavora a contatto con i malati di Covid-19 ha una priorità più bassa di un dipendente che lavora in un altro reparto. “Siamo chiamati a vaccinare persone, ma noi non siamo vaccinati per primi”, fanno notare. 

  

Notizie come queste, di proteste e nervosismi per l’ordine della vaccinazione, arrivano un po’ da ovunque. In un ospedale di New York c’è un’indagine perché molti sono riusciti a vaccinarsi senza avere alcuna priorità. In Polonia è saltato fuori che l’ospedale dell’università di Varsavia ha vaccinato quarantacinque celebrità, come attrici e politici, in modo che facessero da simboli e anche lì è partita un’inchiesta: chi è che decide queste vaccinazioni fuori da ogni ordine e priorità? In Italia c’è il caso del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che l’ha fatto il primo giorno

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

A dicembre un sondaggio nazionale diceva che un venti per cento di italiani non vuole fare il vaccino e che un altro quaranta per cento vuole farlo ma non subito, per vedere come va (che non ha senso: questo vaccino Pfizer-BioNTech finirà e ci saranno vaccini diversi). Ma allora era ancora quell’epoca nella quale la gente credeva che la vaccinazione di massa fosse un affare di poche settimane, gestito con spietata efficienza da governi certamente schiavi delle multinazionali. Non è così. E come vuole una legge dell’economia, la poca disponibilità cambia la percezione che abbiamo delle cose.   
 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ