PUBBLICITÁ

Il modello tedesco per la vaccinazione è superiore

Daniele Ranieri

In Germania per ora sono cinque volte più veloci di noi a vaccinare, sono pragmatici e in anticipo

PUBBLICITÁ

L’Istituto Robert Koch è l’organizzazione del ministero della Salute tedesco che si occupa della crisi Covid-19 e ogni mattina pubblica sul suo sito l’aggiornamento del numero dei vaccinati in Germania, che raccoglie da tutti i centri sparsi nel paese grazie a una app sviluppata apposta. Ieri mattina erano 41.962, cinque volte il numero dei vaccinati in Italia, che per ora è 8.361 – ma in Italia a quanto è dato di sapere non si tratta di un numero che sarà aggiornato giorno per giorno. Agli inizi di novembre la Germania ha elaborato una “strategia nazionale per la vaccinazione” che si fondava su un principio semplice: non sappiamo ancora quando e come arriverà il vaccino, anzi i vaccini, ma sappiamo che arriveranno e occorre farsi trovare preparati. “E’ meglio avere tutti le strutture pronte in anticipo e aspettare il vaccino piuttosto che il contrario: avere il vaccino e non avere ancora le strutture pronte”, disse il ministro della Salute tedesco Jens Spahn ai giornalisti mentre visitava un campo da calcio di Düsseldorf convertito in centro per le vaccinazioni. La disposizione era di essere pronti entro il 15 dicembre, ma alcuni Länder non hanno fatto in tempo e intendono continuare a creare nuovi centri anche in corso d’opera. La data imposta non era molto lontana dal 27 dicembre, che è stato il giorno d’inizio della campagna di vaccinazione di massa in tutta Europa. Il ministero della Salute tedesco prevede di somministrare settecentomila dosi di vaccino ogni settimana e di arrivare entro la fine di marzo a un numero compreso tra gli undici e i tredici milioni di vaccinati, e si aspetta che la campagna finirà nel 2022. Il governo tedesco lavora assieme a Pfizer-BioNTech per creare almeno altri due centri di produzione del vaccino. Anche il ministero della Salute italiano stima che entro la fine di marzo tredici milioni di italiani saranno vaccinati e prevede di recuperare terreno grazie al vaccino AstraZeneca che è molto più facile da trasportare e conservare e che però non sarà approvato prima di febbraio. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


L’Istituto Robert Koch è l’organizzazione del ministero della Salute tedesco che si occupa della crisi Covid-19 e ogni mattina pubblica sul suo sito l’aggiornamento del numero dei vaccinati in Germania, che raccoglie da tutti i centri sparsi nel paese grazie a una app sviluppata apposta. Ieri mattina erano 41.962, cinque volte il numero dei vaccinati in Italia, che per ora è 8.361 – ma in Italia a quanto è dato di sapere non si tratta di un numero che sarà aggiornato giorno per giorno. Agli inizi di novembre la Germania ha elaborato una “strategia nazionale per la vaccinazione” che si fondava su un principio semplice: non sappiamo ancora quando e come arriverà il vaccino, anzi i vaccini, ma sappiamo che arriveranno e occorre farsi trovare preparati. “E’ meglio avere tutti le strutture pronte in anticipo e aspettare il vaccino piuttosto che il contrario: avere il vaccino e non avere ancora le strutture pronte”, disse il ministro della Salute tedesco Jens Spahn ai giornalisti mentre visitava un campo da calcio di Düsseldorf convertito in centro per le vaccinazioni. La disposizione era di essere pronti entro il 15 dicembre, ma alcuni Länder non hanno fatto in tempo e intendono continuare a creare nuovi centri anche in corso d’opera. La data imposta non era molto lontana dal 27 dicembre, che è stato il giorno d’inizio della campagna di vaccinazione di massa in tutta Europa. Il ministero della Salute tedesco prevede di somministrare settecentomila dosi di vaccino ogni settimana e di arrivare entro la fine di marzo a un numero compreso tra gli undici e i tredici milioni di vaccinati, e si aspetta che la campagna finirà nel 2022. Il governo tedesco lavora assieme a Pfizer-BioNTech per creare almeno altri due centri di produzione del vaccino. Anche il ministero della Salute italiano stima che entro la fine di marzo tredici milioni di italiani saranno vaccinati e prevede di recuperare terreno grazie al vaccino AstraZeneca che è molto più facile da trasportare e conservare e che però non sarà approvato prima di febbraio. 

La Germania fa affidamento per il grosso delle operazioni sul vaccino Pfizer-BioNTech, che ha il pregio di essere stato già approvato e di avere una percentuale di efficacia altissima ma è il più complicato da spostare in giro perché deve essere conservato fino all’ultimo a temperature bassissime. Una volta che il vaccino è scongelato dev’essere somministrato entro pochi giorni o altrimenti va perduto. Inoltre viene scongelato in pacchi da mille dosi e ogni fiala aperta contiene cinque dosi. In breve: quando ne scongeli un pacco devi essere pronto a somministrarlo. Per questo i centri di vaccinazione sono stati creati nel rispetto di un semplice criterio funzionale: devono essere luoghi che permettono l’accesso e l’uscita di molte persone a ritmo sostenuto. I tedeschi hanno convertito a questo scopo palazzetti dello sport, campi di calcio indoor, palestre di liceo e spazi per concerti. Dentro l’Arena di Berlino hanno montato ottanta cubicoli che dovrebbero permettere di vaccinare quattromila persone al giorno. C’è una differenza da rilevare tra le linee guida tedesche e le nostre, per quel che riguarda chi vaccinare per primi: da noi si raccomanda tutto il personale sanitario, in Germania soltanto il personale più esposto al rischio Covid-19, quindi non altri medici. C’è stata polemica su questo. 

L’inizio della campagna di vaccinazione è coinciso come era prevedibile con l’inizio di contrattempi e problemi. Nel nord del paese circa mille dosi non sono state somministrate perché i sensori dentro i contenitori usati per il trasporto dicevano che la catena del freddo si era interrotta e il vaccino era stato esposto a circa quindici gradi centigradi. Gli esperti di BioNTech dicono che sono “probabilmente ok”, ma le autorità tedesche hanno risposto che “probabilmente ok” non basta e hanno scartato le mille dosi. Nel sud invece otto dipendenti di una casa di riposto hanno ricevuto per errore cinque volte la dose di vaccino consigliata – è probabile che gli abbiano iniettato una fiala a testa, che come detto prima però contiene cinque-sei dosi. I cinque stanno bene secondo le informazioni a disposizione per ora. Durante la fase sperimentale di ricerca erano state somministrate dosi anche più alte senza problemi.  

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ