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It's a Deal!

Il testo dell'accordo sulla Brexit

Redazione

Pesca, Corte europea di Giustizia, libertà di movimento, dazi, condivisione dei dati: nel documento di oltre mille pagine si affrontano i temi più dibattuti del divorzio fra Regno Unito e Ue. Ecco cosa cambia e cosa invece resta ancora in sospeso

Ieri è stato raggiunto l’accordo fra Regno Unito e Unione europea sulla Brexit, che sancisce ufficialmente e definitivamente la fine dell’adesione britannica all’Ue. Il testo, condiviso da Michel Barnier capo della delegazione europea che ha preso parte alle trattative con Londra, è lungo oltre mille pagine e contiene le norme che regoleranno le future relazioni fra i 27 e il Regno Unito. Tra i molti nodi sciolti dall’intesa, raggiunta appena una settimana prima della fine del periodo di transizione, ci sono quelli della pesca, della libertà di movimento, dei commerci, della giurisdizione della Corte di Giustizia europea e della condivisione di informazioni. Alcuni di questi aspetti sono stati risolti, altri, come vedremo, attendono ancora di essere affrontati pienamente.

Pesca

Uno degli aspetti più difficili da risolvere nella trattativa è stato quello dei merluzzi. Londra voleva un taglio dell’80 per cento del valore del pesce pescato dagli europei nelle sue acque. Alla fine invece ha dovuto cedere alla posizione europea e si è dovuta accontentare di un taglio del valore del pesce pari al 25 per cento. In cambio, il Regno Unito ha ottenuto un taglio del periodo di transizione che sarà di 5 anni e mezzo, molto meno di quanto richiesto dall’Ue. Dopo questo periodo di transizione, i britannici potranno avere lo sfruttamento esclusivo delle loro acque e potranno accordarsi per tagli maggiori da imporre alle imprese europee, che in cambio riceveranno un indennizzo.

I dazi

L’accordo prevede rapporti commerciali tariff free, cioè senza dazi. Però sono previste delle eccezioni. Per assicurarsi che entrambe le parti rispettino l’intesa, si è ideato un sistema di dazi molto rigoroso. Questi potranno essere imposti in specifici settori in seguito alla decisione presa da un organismo d’arbitrato composto da rappresentati del Regno Unito e dell’Ue.  

La Corte di Giustizia europea

Un altro aspetto molto dibattuto del negoziato ha riguardato la giurisdizione della Corte di giustizia europea. I britannici hanno ottenuto che i giudici europei non saranno competenti nel garantire il rispetto degli accordi per la Brexit. La Corte europea però avrà ancora giurisdizione nell’Irlanda del nord, che ha uno status speciale secondo quanto previsto dall’intesa: facendo parte del mercato unico europeo, la Corte sarà ancora il più alto grado di giudizio per le dispute legali nel paese.

La libertà di movimento

Per i britannici viaggiare e lavorare nell’Ue non sarà così semplice. Sono previsti visti e richieste speciali per posti di lavoro sul continente (la tessera sanitaria europea invece resta valida fino alla data di scadenza, vista anche l’emergenza coronavirus). In particolare i cittadini del Regno Unito potranno restare in paesi dell’Ue per oltre 90 giorni solo previo rilascio di un visto, e comunque per un periodo non superiore ai 180 giorni. Per quanto riguarda gli animali, il passaporto europeo per quelli britannici non sarà più valido, ma questi potranno continuare a viaggiare nell’Ue con documenti diversi. Per quanto riguarda la patente di guida resta tutto invariato: i britannici potranno continuare a guidare nell’Ue con la loro licenza attuale. Infine, a proposito dei costi di roaming, non sono previste misure specifiche nell’accordo. Questo significa che è possibile che cittadini britannici nel territorio dell’Ue potranno essere destinatari di costi extra. Lo stesso vale per gli europei che useranno i loro cellulari nel Regno Unito.

I servizi finanziari

Se per il settore commerciale le due parti hanno finalmente raggiunto un accordo di massima, per quanto riguarda il settore dei servizi le cose restano complicate. C’è grandissima preoccupazione su questa assenza, visto che l’economia inglese è un’economia di servizi globale, quindi l’impatto riguarda tutti. E’ possibile che Londra e Bruxelles raggiungano un accordo ad hoc in futuro su questo aspetto.

La condivisione dei dati

Infine, un altro aspetto controverso è quello della condivisione dei dati. Si tratta di un tema delicato, perché di solito gli stati, anche all’interno dell’Ue, sono molto gelosi delle informazioni che hanno raccolto e solo recentemente si stavano cominciando a fare veri passi avanti in tal senso, in particolare nel settore della sicurezza e dell’immigrazione. Nel caso della Brexit, alcuni dati saranno condivisi fra Regno Unito e Ue – come quelli che riguardano i database delle impronte digitali. Per altri tipi di informazioni però la condivisione non sarà così immediata. Il Regno Unito ha però ottenuto di potere partecipare alle riunioni dell’Europol, l’agenzia di polizia europea, anche se non avrà più diritto a dire la sua sulle questioni dibattute.

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