"Se você virar um jacaré, é problema seu”. Questa è la battuta di Bolsonaro sul vaccino anti Covid che ha fatto il giro della stampa internazionale, con qualche problema di traduzione. Il “jacaré”, dalla lingua degli indios tupi, in portoghese brasiliano non è infatti esattamente un coccodrillo ma un termine onnicomprensivo per altri due suoi cugini: l’alligatore e il caimano. Poiché dunque le due specie esistenti di alligatori stanno in Cina e nel Mississippi, in riferimento a ciò che si trova nei fiumi brasiliani, il riferimento era al caimano. “Vaccinatevi, vaccinatevi, che se tanto poi vi trasformate in caimani il problema è vostro”. Messa così, evoca un vecchio fumetto di Mister No, dove uno scienziato pazzo in Amazzonia trasformava mercenari in rettili per permettere loro di combattere sott’acqua. Ma il dato bizzarro, più ancora che questa fascinazione per la fantascienza di serie Z, è che mentre il presidente faceva il No Vax il Tribunale supremo federale (Stf) con 10 voti contro uno decideva che la vaccinazione anti Covid dovesse essere obbligatoria.

Non lo può ordinare direttamente. Però autorizza stati e municipi a farlo. In un sistema federale come quello brasiliano sono soprattutto le autorità locali a decidere. Da ricordare che il 31 ottobre erano stati cinque partiti di sinistra a chiedere al Stf di ordinare a Bolsonaro l’acquisto del vaccino. Questi partiti alle ultime amministrative sono andati male, ma le forze pro-Bolsonaro sono addirittura scomparse, e il pieno lo ha fatto un blocco di partiti di centro-destra che di Bolsonaro non ne può più. La sentenza insomma ribadisce che sulla gestione della pandemia il presidente non conta più niente, e per questo lui ha commentato con battute sui possibili effetti collaterali: “Se diventi Superman, se a una donna spunta la barba o se un uomo inizia a parlare in falsetto”. Insomma: “Io non mi vaccino”. “Mi dicono che do un cattivo esempio, ma se ho già preso il virus vuol dire che già ho gli anticorpi. Perché vaccinarmi di nuovo?”. Intanto il Brasile è arrivato a 7,2 milioni di casi e 186.000 morti, con 50.177 positivi e 706 morti in un giorno solo.