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La saga Lagardère e lo spettro di una Fox francese

Mauro Zanon

Lo scontro per assumere il controllo del colosso editoriale ha acceso una battaglia agguerrita e affascinante. C'entrano l’uomo più ricco di Francia, Vivendi e le paure di Macron

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Nei salotti parigini assicurano che non si vedeva da anni una battaglia così agguerrita e affascinante, che lo scontro per assumere il controllo del colosso editoriale Lagardère è il più intricato e appassionante feuilleton che la Francia abbia prodotto negli ultimi tempi, e che i colpi di scena saranno ancora tanti da qui all’assemblea generale di fine maggio 2021, quando verrà decisa la nuova composizione del consiglio di sorveglianza del gruppo. I protagonisti della saga sono l’uomo più ricco del paese, Bernard Arnault, capo di Lvmh, che ha da poco finalizzato l’acquisto dell’americana Tiffany, e il magnate Vincent Bolloré, proprietario di Vivendi con mire espansionistiche. Ieri, però, è emerso anche un altro protagonista, il più inquieto sull’esito finale della guerra, perché potrebbe cambiare il suo futuro: il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.

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Nei salotti parigini assicurano che non si vedeva da anni una battaglia così agguerrita e affascinante, che lo scontro per assumere il controllo del colosso editoriale Lagardère è il più intricato e appassionante feuilleton che la Francia abbia prodotto negli ultimi tempi, e che i colpi di scena saranno ancora tanti da qui all’assemblea generale di fine maggio 2021, quando verrà decisa la nuova composizione del consiglio di sorveglianza del gruppo. I protagonisti della saga sono l’uomo più ricco del paese, Bernard Arnault, capo di Lvmh, che ha da poco finalizzato l’acquisto dell’americana Tiffany, e il magnate Vincent Bolloré, proprietario di Vivendi con mire espansionistiche. Ieri, però, è emerso anche un altro protagonista, il più inquieto sull’esito finale della guerra, perché potrebbe cambiare il suo futuro: il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.

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“Dietro la saga Lagardère, l’Eliseo e lo spettro di una ‘Fox News francese’”, ha scritto Reuters, perché dietro la zuffa tra azionisti per avere la fetta più importante del gruppo editoriale parigino c’è uno scontro politico che coinvolge Arnault, Bolloré e Macron ed è legato al destino dei media detenuti da Lagardère, a partire da Europe 1, una delle radio più ascoltate di Francia. Il timore dell’Eliseo, secondo quanto riferito a Reuters da una fonte vicina al dossier, è che Europe 1 finisca nelle mani del patron di Vivendi, il quale potrebbe in seguito creare un grande polo editoriale ancorato a destra a meno di due anni dalle presidenziali del 2022, tirando la volata a Marine Le Pen, leader del Rassemblement national e principale avversaria di Macron. “Il governo monitora la situazione da vicino”, ha confermato un’altra fonte a Reuters. Più precisamente, l’entourage del presidente della Repubblica teme la nascita di una Fox News in salsa francese, a partire dalla fusione delle attività editoriali di Vivendi, che controlla l’impero televisivo di Canal Plus, e quelle di Lagardère, proprietaria, tra gli altri, del settimanale Paris Match e del Journal du dimanche. L’allarme nella macronia è scattato quando Bolloré, lo scorso aprile, è entrato nell’azionariato di Lagardère, prendendosi il 10,6 per cento. Bolloré aveva presentato l’ingresso come “amichevole”, per aiutare Arnaud, l’erede della gloriosa dinastia Lagardère, alle prese con gravi perdite finanziarie.

 

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L’Eliseo aveva capito subito che c’era ben poco di amichevole nelle intenzioni dell’uomo d’affari bretone, così ha trasmesso le sue preoccupazioni a Bernard Arnault, sostenitore della prima ora di Macron, il quale, poche settimane dopo, ha investito quasi cento milioni di euro nella holding personale di Arnaud. In un’intervista televisiva, Arnault ha giustificato il suo sostegno evocando una promessa fatta al padre di Arnaud, Jean-Luc Lagardère, “il mio miglior amico”. In realtà dietro l’aiuto economico del boss di Lvmh c’era una motivazione più politica, che soltanto ieri è venuta a galla. Una terza fonte sentita da Reuters ha rivelato che lo scorso giugno, poco dopo l’investimento di Arnault in Lagardère, Bolloré aveva già presentato un’offerta da duecentocinquanta milioni di euro per fagocitare Europe 1: offerta respinta dalla direzione di Lagardère. Contattato da Reuters in merito a questa vicenda, Vivendi ha preferito non commentare. Il colosso di Bolloré possiede il più importante gruppo televisivo a pagamento francese, Canal Plus, e soprattutto Cnews, la rete all news del sovranismo, dove Éric Zemmour, intellettuale della destra identitaria, ha uno spazio quotidiano, e dove il Rassemblement national è sempre accolto col tappeto rosso. La macronia è convinta che Bolloré trasformerebbe Europe 1 in una Cnews in versione radiofonica, proponendo populismo ventiquattro ore su ventiquattro. La recente nomina di Louis de Raguenel, giornalista dalle idee lepeniste, a vice caporedattore del servizio politico di Europe 1 non fa ben sperare.

 

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