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Il ritratto

Alain Fischer, Monsieur vaccin

Mauro Zanon

Chi è l’immunologo-guida che dovrà convincere i francesi a vaccinarsi. Parola d’ordine: rigore

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La sua parola d’ordine è “prudenza”, e quando gli viene chiesto se l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) non la stia un po’ tirando per le lunghe per esprimere la sua valutazione sul vaccino di Pfizer/BioNTech contro il Covid-19, lui risponde: “La parola ritardo non è corretta. C’è la necessità del rigore”.

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La sua parola d’ordine è “prudenza”, e quando gli viene chiesto se l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) non la stia un po’ tirando per le lunghe per esprimere la sua valutazione sul vaccino di Pfizer/BioNTech contro il Covid-19, lui risponde: “La parola ritardo non è corretta. C’è la necessità del rigore”.

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Alain Fischer, 71 anni, luminare nel campo dell’immunologia, è il “Monsieur vaccin” del governo francese, la nuova figura di prua nella gestione della crisi sanitaria, colui che da presidente del Conseil d’orientation de la stratégie vaccinale avrà il compito di organizzare la campagna di vaccinazione. “L’elemento fondamentale è garantire che questi vaccini, il giorno in cui potranno essere somministrati ai nostri concittadini, siano ragionevolmente sicuri ed efficaci”, ha detto ieri Fischer a France Inter. Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo e di pazienza affinché “l’equilibrio tra benefici e rischi sia estremamente favorevole”.

 

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A quelli che insistono nel dire con toni polemici che il Regno Unito ha iniziato a vaccinare prima di tutti, e soprattutto prima dei paesi europei, Fischer chiede di “lasciare che le autorità di regolamentazione europee finiscano il loro lavoro”, invitando a rispettare “l’etica della vaccinazione”, senza la quale si corre il rischio di mandare all’aria i sacrifici fatti. “Fra un anno, quando ripercorreremo ciò che è accaduto nel 2021, avremo dimenticato il giorno esatto in cui abbiamo cominciato a vaccinare le persone. Ciò che ricorderemo è il grado di efficacia dei vaccini, la diminuzione della circolazione del virus. E ricorderemo che è andato tutto bene, che non ci sono stati incidenti. E’ questo ciò che conterà”, ha detto Fischer. Titolare dal 2014 della cattedra di Medicina sperimentale presso il Collège de France, Fischer è “piuttosto ottimista” sulla campagna di vaccinazione.

 

 

Divisa in tre fasi, la somministrazione dei vaccini comincerà tra fine dicembre e inizio gennaio. La campagna inizia dagli Ehpad, le case di riposo francesi, e riguarderà sia gli anziani che vi risiedono sia il personale sanitario che vi lavora, per un totale di circa un milione di persone. La seconda fase si svolgerà tra febbraio e marzo e coinvolgerà quattordici milioni di francesi: la priorità sarà data alle persone più fragili, prima agli over 75, poi agli over 65, e infine a medici e infermieri vulnerabili in ragione della loro età o del loro stato di salute. La terza e ultima fase, la vaccinazione di massa, concernerà il resto della popolazione, anche se, come sottolineato dal ministro della Salute Olivier Véran, ci saranno comunque delle fasce prioritarie: ossia le persone comprese tra i 50 e i 64 anni che lavorano “nei settori essenziali per il funzionamento del paese in periodo epidemico (sicurezza, istruzione, alimentazione, ndr)”.

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Ieri, il premier francese Jean Castex ha precisato all’Assemblea nazionale che la popolazione non prioritaria non sarà vaccinata prima della fine della primavera 2021, e che la vaccinazione necessiterà di due iniezioni, con un lasso di tempo di ventuno giorni tra la prima dose e il richiamo. “L’inizio della campagna vaccinale non segnerà la fine dell’epidemia”, ha dichiarato Castex, sulla scia di quanto spiegato da Fischer, secondo cui non bisogna dare l’impressione che “con l’arrivo del vaccino sarà tutto finito”. L’altro leitmotiv della dottrina Fischer è “fare pedagogia” ed “evitare le ingiunzioni”. Perché i sondaggi (Ifop di fine novembre) dicono che il 59 per cento dei francesi non ha intenzione di vaccinarsi, e se si vuole far cambiare idea agli scettici bisogna mettere da parte i toni autoritari utilizzati da certi responsabili sanitari, privilegiando “dei messaggi costruiti bene, mirati e ripetuti”.

 

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Il responsabile della campagna di vaccinazione francese conta anche sull’aiuto del personale sanitario per fare una buona informazione sul vaccino, dai medici di base ai farmacisti, e sui primi vaccinati che potrebbero essere “ambasciatori del vaccino”. Fischer avrà infine il compito assai complicato di creare un consenso attorno al piano di vaccinazione da lui allestito, federando medici, esperti e amministrazione pubblica che spesso in questi mesi hanno fatto emergere con gran clamore le loro divergenze. Nominato dall’Eliseo e da Matignon, Fischer animerà una squadra interministeriale sotto tutela del ministero della Salute: una squadra che avrà “solo un ruolo logistico”, ha tenuto a precisare il ministro Véran, forse un po’ preoccupato dallo spazio mediatico e politico che potrebbe ritagliarsi il nuovo “Monsieur vaccin” dell’esecutivo francese.

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