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EDITORIALI

Gli studenti rapiti in Nigeria, di nuovo

Redazione

Boko Haram rivendica. Il silenzio internazionale e l’inefficacia del presidente

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Boko Haram ha rivendicato il rapimento di più di trecento studenti della scuola di Kankara, nella regione di Katsina, nella Nigeria nord-occidentale. “Dietro al rapimento ci sono i nostri fratelli”, ha detto il leader del gruppo terroristico affiliato allo Stato islamico, Abubakar Shekau: il fatto che nella dichiarazione non ci siano dettagli ha portato alcuni esperti a sospettare dell’effettivo coinvolgimento di Boko Haram. Forse gli uomini appartenevano ad altri gruppi, che hanno anche già chiesto il riscatto, ma sembra che gli studenti ora siano nelle mani del gruppo jihadista.

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Boko Haram ha rivendicato il rapimento di più di trecento studenti della scuola di Kankara, nella regione di Katsina, nella Nigeria nord-occidentale. “Dietro al rapimento ci sono i nostri fratelli”, ha detto il leader del gruppo terroristico affiliato allo Stato islamico, Abubakar Shekau: il fatto che nella dichiarazione non ci siano dettagli ha portato alcuni esperti a sospettare dell’effettivo coinvolgimento di Boko Haram. Forse gli uomini appartenevano ad altri gruppi, che hanno anche già chiesto il riscatto, ma sembra che gli studenti ora siano nelle mani del gruppo jihadista.

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Venerdì sera, un grosso commando armato di Ak-47 ha attaccato la scuola secondaria d’indirizzo scientifico del villaggio, una scuola esclusivamente maschile: gli agenti di sicurezza hanno cercato di fermare l’intrusione, alcuni di loro sono morti nello scontro a fuoco, ma intanto alcuni studenti sono riusciti a scappare. Per la maggior parte di loro invece non c’è stato scampo: sono più di 300, il numero è incerto.

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Nel 2014, Boko Haram aveva rapito 276 ragazze di una scuola di Chibok, nella parte nord-orientale della Nigeria: ci fu un cordoglio internazionale, con hashtag e manifestazioni. Cento di loro sono ancora nelle mani degli estremisti. Il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ha condannato l’azione “codarda che ha coinvolto ragazzini innocenti”, ma lui – che è originario proprio dello stato del Katsina ed era lì la sera di venerdì – è comunque sotto grande pressione.

 

Buhari, che è soprannominato “Baba Go Slow” perché è considerato lentissimo e quindi spesso inefficace (ha dovuto lui stesso smentire la teoria del complotto secondo cui era morto ed era stato sostituito da un sudanese), avrebbe dovuto riportare la sicurezza nelle regioni povere del nord combattendo Boko Haram. E’ al potere dal 2015, ma è cambiato poco e in più ci sono state le proteste contro la brutalità delle forze speciali Sars. Aveva promesso di smantellarle, ma finite le manifestazioni non è accaduto nulla. Poco dopo il suo insediamento, Buhari aveva detto che Boko Haram era stato “tecnicamente sconfitto”: secondo molti esperti, la violenza islamista e non invece oggi in Nigeria è fuori controllo.

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