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Arrivano in Francia i "Prodiges de la République"

“Con il ministero possiamo mettere sotto i riflettori i cittadini meritevoli, e ispirare altre persone. E' importante che i francesi siano fieri di loro stessi, del loro paese e dei loro vicini. Soprattutto in un contesto di crisi sanitaria, di terrorismo e di paura dell’altro”

Mauro Zanon

E' l'ultima iniziativa della macronia per riattivare l'ascensore sociale e correggere quei determinismi che creano contrasti. Marlène Schiappa ha spiegato al Journal du dimanche il piano per "creare un circolo di cittadini virtuosi”

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Riattivare l’ascensore sociale dopo anni di guasti e malfunzionamenti è una priorità del presidente francese Emmanuel Macron dall’inizio del mandato. E l’ultima iniziativa per correggere quei determinismi sociali che danno ai figli di un dirigente 4,5 possibilità in più rispetto ai figli di un operaio di avere da adulto un alto tenore di vita (inchiesta di France Stratégie), nonché liberare le energie della nazione soffocate da quinquenni di politiche assistenzialiste, porta il nome di “Prodiges de la République”. “Miriamo a creare un circolo di cittadini virtuosi”, ha detto al Journal du dimanche la promotrice dell’operazione, Marlène Schiappa, ministra delegata alla Cittadinanza e pilastro della macronia fin dalla nascita di En Marche!. L’idea dei “Prodiges de la République” è nata da una constatazione: troppo spesso i cittadini dei quartieri popolari e delle banlieue lontane dalle metropoli moltiplicatrici di opportunità vengono associati a un’immagine negativa di “citoyenneté”, alla delinquenza, alla violenza, al degrado e al non rispetto delle regole. Con questa operazione, la ministra punta a mettere in risalto quella Francia ingiustamente dimenticata dalle luci della République, ma attraverso una lente positiva. “La stragrande maggioranza dei francesi ha dimostrato di essere una comunità di cittadini solidali. Vogliamo ricompensare e valorizzare le loro splendide iniziative. Abbiamo visto moltissimi esempi durante il confinamento. I giovani delle periferie che facevano la spesa per le loro nonne, le donne che cucivano le mascherine per gli abitanti dei loro quartieri, i musicisti che suonavano dai balconi…Sono i nostri prodigi della République”, ha spiegato la Schiappa.

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Riattivare l’ascensore sociale dopo anni di guasti e malfunzionamenti è una priorità del presidente francese Emmanuel Macron dall’inizio del mandato. E l’ultima iniziativa per correggere quei determinismi sociali che danno ai figli di un dirigente 4,5 possibilità in più rispetto ai figli di un operaio di avere da adulto un alto tenore di vita (inchiesta di France Stratégie), nonché liberare le energie della nazione soffocate da quinquenni di politiche assistenzialiste, porta il nome di “Prodiges de la République”. “Miriamo a creare un circolo di cittadini virtuosi”, ha detto al Journal du dimanche la promotrice dell’operazione, Marlène Schiappa, ministra delegata alla Cittadinanza e pilastro della macronia fin dalla nascita di En Marche!. L’idea dei “Prodiges de la République” è nata da una constatazione: troppo spesso i cittadini dei quartieri popolari e delle banlieue lontane dalle metropoli moltiplicatrici di opportunità vengono associati a un’immagine negativa di “citoyenneté”, alla delinquenza, alla violenza, al degrado e al non rispetto delle regole. Con questa operazione, la ministra punta a mettere in risalto quella Francia ingiustamente dimenticata dalle luci della République, ma attraverso una lente positiva. “La stragrande maggioranza dei francesi ha dimostrato di essere una comunità di cittadini solidali. Vogliamo ricompensare e valorizzare le loro splendide iniziative. Abbiamo visto moltissimi esempi durante il confinamento. I giovani delle periferie che facevano la spesa per le loro nonne, le donne che cucivano le mascherine per gli abitanti dei loro quartieri, i musicisti che suonavano dai balconi…Sono i nostri prodigi della République”, ha spiegato la Schiappa.

 

Sabato è stato lanciato il sito, prodigesdelarepublique.fr, dove “ognuno può iscriversi o patrocinare un prodigio”, ha detto la ministra delegata alla Cittadinanza, che nei prossimi giorni invierà una circolare alle prefetture per organizzare una giuria di esperti, con giornalisti della stampa locale, la quale selezionerà per ogni dipartimento i cittadini meritevoli. “A gennaio, annunceremo un padrino e una madrina per questo dispositivo. Poi organizzeremo una cerimonia al ministero nel corso del primo trimestre del 2021 per un centinaio di prodigi selezionati, se le condizioni sanitarie lo permetteranno. Ogni prodigio riceverà un assegno da cinquecento euro da consegnare all’associazione che preferisce. In questo modo miriamo a creare un circolo di cittadini virtuosi: una persona iscrive un’altra persona meritevole di essere premiata, e questa persona a sua volta sostiene un’associazione”, ha dettagliato la ministra. Da quando la Schiappa è stata delegata alla Cittadinanza, sotto tutela del ministro dell’Interno di Gérald Darmanin, si sono moltiplicate le misure per rafforzare il senso di appartenenza alla République e riportare nel girone repubblicano i cittadini che si sentono esclusi da esso. “Per la prima volta, il ministero dell’Interno organizza un’operazione che ha come obiettivo quello di premiare le persone che si impegnano al servizio degli altri”, si legge sul sito dei “Prodiges de la République”. L’impegno per le banlieue è sempre stato un dossier prioritario per Marlène Schiappa, lei che nel 2008, attraverso il blog diventato poi associazione “Maman travaille”, aiutava le donne delle periferie ad armonizzare vita professionale e familiare. Tra i criteri di selezione, particolare attenzione sarà rivolta ai cittadini under trenta e ai giovani figli della diversità. Alcune prefetture, a livello locale, organizzavano già questo tipo di cerimonie, ma la volontà della ministra delegata alla Cittadinanza è quella di rendere questa pratica nazionale. “Con il ministero – ha sottolineato la Schiappa – possiamo mettere sotto i riflettori i cittadini meritevoli, e ispirare altre persone. È importante che i francesi siano fieri di loro stessi, del loro paese e dei loro vicini. Soprattutto in un contesto di crisi sanitaria, di terrorismo e di paura dell’altro”.  

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