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In Germania

Un lockdown uniforme per le feste. La proposta dell’economista Fuest

Daniel Mosseri

Il presidente dell’Ifo tedesco che ha elaborato il parere della Leopoldina ci dice che più chiusura servirebbe anche all’economia

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La Germania deve cambiare rotta e virare verso un lockdown più severo in cui i contatti fra i cittadini siano ridotti all’osso. Questo è l’auspicio congiunto di Angela e della Leopoldina, dal nome di battesimo della cancelleria Merkel e dal terzo e ultimo nome dell’Accademia Cesarea Leopoldina con sede a Halle in Sassonia. Fondata nel 1652 e dotata nel 1687 da Leopoldo I d’Asburgo di privilegi quali l’indipendenza dalle case regnanti e la libertà dalla censura, l’accademia tedesca delle scienze ha due compiti istituzionali: rappresentare la comunità scientifica tedesca a livello internazionale e fornire consulenze scientifiche alla politica e alla società. All’istituto si è dunque rivolto il governo chiedendo lumi sulla strategia adottata per contenere la pandemia da coronavirus; Halle ha risposto osservando che quanto fatto finora va bene ma non basta. I numeri sono lì a dimostrarlo.

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La Germania deve cambiare rotta e virare verso un lockdown più severo in cui i contatti fra i cittadini siano ridotti all’osso. Questo è l’auspicio congiunto di Angela e della Leopoldina, dal nome di battesimo della cancelleria Merkel e dal terzo e ultimo nome dell’Accademia Cesarea Leopoldina con sede a Halle in Sassonia. Fondata nel 1652 e dotata nel 1687 da Leopoldo I d’Asburgo di privilegi quali l’indipendenza dalle case regnanti e la libertà dalla censura, l’accademia tedesca delle scienze ha due compiti istituzionali: rappresentare la comunità scientifica tedesca a livello internazionale e fornire consulenze scientifiche alla politica e alla società. All’istituto si è dunque rivolto il governo chiedendo lumi sulla strategia adottata per contenere la pandemia da coronavirus; Halle ha risposto osservando che quanto fatto finora va bene ma non basta. I numeri sono lì a dimostrarlo.

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Venerdì il Robert Koch-Institut, il braccio epidemiologico del governo federale, ha registrato due nuovi record: uno nei contagi (+29.875, seimila in più rispetto al giorno prima), l’altro nei decessi (+598, il precedente record era 590) per coronavirus, con un tasso di incidenza settimanale del virus di 156,3 nuovi casi ogni centomila abitanti, oltre il triplo del livello di sicurezza fissato a quota 50. Così non si può andare avanti: lo hanno detto all’unisono tanto la cancelleria nell’ultimo intervento al Bundestag quanto gli scienziati della Leopoldina, stendendo un rapporto in materia.

 

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Eppure la Germania era stata indicata da molti come paese-modello: un po’ per la fortuna di essere stata colpita più tardi dalla pandemia , un po’ per la solida risposta dei suoi governanti. Eppure qualcosa non è andato come previsto: “Il lockdown parziale ha rallentato l’aumento delle infezioni, ma non l’ha fermato. Secondo i calcoli della Leopoldina, i contatti sociali sono stati ridotti del 43 per cento mentre nei paesi che hanno avuto più successo contro il virus nelle ultime settimane, come il Belgio e l’Irlanda, la percentuale ha raggiunto il 63”. A rispondere alle domande del Foglio è il presidente dell’Istituto Ifo di Monaco, Clemens Fuest. L’economista più autorevole della Repubblica federale ha collaborato nei giorni scorsi con virologi ed epidemiologi tedeschi all’elaborazione del parere reso al governo.

 

     

Fuest ha messo in luce i tre principali punti deboli della Germania. Il primo, gli ospedali “che sono al loro punto di rottura”. Il secondo, il numero di morti troppo alto registrato negli ultimi giorni. Il terzo, l’economia “che soffre quando i tassi di infezione sono alti”. Nella loro analisi gli scienziati di Halle non hanno dimenticato le scuole: dalla riapertura lo scorso agosto, il governo ha sempre insistito sull’importanza di tenere aperti asili e scuole per non aggravare la già complicata situazione delle famiglie. Certo, in alcuni Länder gli studenti entrano in classe da mesi con la mascherina ma in linea generale tutti gli istituti sono aperti. E tali devono restare: Fuest chiede però un sacrificio ai tedeschi. “Utilizzare il periodo delle vacanze di Natale per un ulteriore periodo di chiusura: proponiamo di prolungare le vacanze fino al 10 gennaio”, assicurandosi che gli studenti in vacanza non passino il tempo a incontrarsi gli uni con gli altri.

 

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Colpisce la sintonia fra gli scienziati e la cancelleria che non a caso ha in tasca un dottorato in fisica quantistica. E come fatto più volte da Merkel, anche Fuest tira le orecchie ai governatori dei 16 Länder, principale ostacolo alla chiusura. E’ vero che nelle regioni del nord i numeri sono più bassi e che albergatori e ristoratori sono stanchi del lockdown parziale. Ma l’alternativa, conclude Fuest, è prolungare l’agonia dell’economia tedesca anche per i primi mesi dell’anno. Serve invece “un lockdown uniforme dal 24 dicembre al 10 gennaio in tutto il paese”. Dopo si potrà riaprire con regole comuni “ma misure diverse a seconda della situazione dei diversi distretti tedeschi”.

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