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Con la farsa di Trump oppure no

Daniele Ranieri

Il Washington Post fa a ciascun repubblicano la domanda che lo perseguiterà: chi ha vinto le elezioni?

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Il Washington Post ha deciso di scoprire il bluff dei repubblicani del Congresso che da un mese fanno finta di nulla mentre Donald Trump sostiene di avere vinto le elezioni. Il quotidiano americano ha fatto loro tre domande semplici e dirette: 1) Chi ha vinto le elezioni 2020? 2) Sostieni oppure no la campagna di Trump per dichiararsi vincitore? 3) Se Joe Biden otterrà la maggioranza al collegio elettorale, lo accetterai come legittimo presidente degli Stati Uniti? E’ l’unico modo per scoprire chi crede davvero a che cosa, per capire se c’è una guerra civile dentro al partito e per smascherare l’ambiguità strategica sotto alla quale molti repubblicani si riparano. E anche per fissare una volta per tutte questo momento nella storia del paese. Non ci sono più vie di mezzo, i politici repubblicani sono tenuti a dichiarare se le elezioni 2020 siano legittime oppure no. 

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Il Washington Post ha deciso di scoprire il bluff dei repubblicani del Congresso che da un mese fanno finta di nulla mentre Donald Trump sostiene di avere vinto le elezioni. Il quotidiano americano ha fatto loro tre domande semplici e dirette: 1) Chi ha vinto le elezioni 2020? 2) Sostieni oppure no la campagna di Trump per dichiararsi vincitore? 3) Se Joe Biden otterrà la maggioranza al collegio elettorale, lo accetterai come legittimo presidente degli Stati Uniti? E’ l’unico modo per scoprire chi crede davvero a che cosa, per capire se c’è una guerra civile dentro al partito e per smascherare l’ambiguità strategica sotto alla quale molti repubblicani si riparano. E anche per fissare una volta per tutte questo momento nella storia del paese. Non ci sono più vie di mezzo, i politici repubblicani sono tenuti a dichiarare se le elezioni 2020 siano legittime oppure no. 

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I sei stati contro i quali gli avvocati di Trump hanno presentato decine di ricorsi hanno certificato uno dietro l’altro che i risultati sono regolari – gli ultimi due l’hanno fatto lunedì scorso. Non ci sono stati brogli. Il presidente eletto Biden è il candidato alla presidenza più votato della storia degli Stati Uniti. Eppure il presidente uscente continua a dichiarare a tutta l’America che la democrazia è finita perché il meccanismo che la regola, il voto, non funziona più e non è affidabile. Lui e uno squadrone dei suoi continuano a ripetere che Biden ha vinto grazie a un complotto. Da un mese in molti fanno finta che questa sia soltanto una mattana rancorosa del solito Trump –  non lo è. Alcuni dei suoi sostenitori gli credono e i danni di questa pantomima postelettorale dureranno per anni. I funzionari repubblicani che hanno fatto il loro dovere e hanno certificato la regolarità del voto – e quindi la vittoria di Biden – adesso ricevono insulti e minacce e devono ricorrere alla protezione della polizia. Per questo i repubblicani al Congresso si nascondono e i pochi che si espongono continuano a parlare in pubblico come se credessero a Trump, perché non vogliono perdere elettori e perché temono che la base trumpiana gli si rivolti contro. 

 

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Una fetta dei sostenitori di Trump si avvita giorno dopo giorno in teorie del complotto sempre più incredibili. Alcuni ripongono tutte le loro speranze nel cosiddetto Kraken, una piovra di dimensioni mostruose che è la metafora di una vittoria legale definitiva che ribalterà la situazione e porterà Trump alla presidenza e i democratici davanti a tribunali militari. “Ripongono le loro speranze” è un’espressione errata, perché questa frangia fideista che non ascolta ragioni è convinta al cento per cento che Trump stia per avere la sua rivincita. Se non oggi domani, oppure dopodomani. E’ una frangia grossa? Piccola? Non c’è modo di quantificarla, ma considerato che Trump ha superato le aspettative al voto presidenziale allora si può dire che un numero consistente di americani crede che tutto quello che sta vedendo con i propri occhi sia uno spettacolo falso. 

 

Il Washington Post tenta di chiamare allo scoperto i repubblicani del Congresso. Sono complici di questa operazione? Da che parte stanno? Le elezioni sono valide e la rabbia del mondo trumpiano non è una ragione sufficiente per invalidarle. Spesso i politici americani sono definiti da quello che hanno votato in passato e dalla posizione che hanno preso su certe questioni. Queste tre domande stanno per creare due parti distinte e diverse, per molti anni a venire. 
 

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