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sospetti e zone d'ombra

Chi è Fabrice Leggeri, il "satrapo" dei confini europei

Luca Gambardella

Da funzionario semisconosciuto a direttore di Frontex, la più potente agenzia dell’Ue. Ma che ora rischia grosso per via dei respingimenti dei migranti nell'Egeo

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“E dire che a Bruxelles c’erano dei gruppi influenti che volevano trasformarci in una specie di super ong. Ora sono assolutamente minoritari”, scherzava un paio d’anni fa Fabrice Leggeri, il direttore esecutivo di Frontex, in un’intervista concessa al Figaro. Oggi invece all’Europarlamento sta montando la fronda di chi domanda la sua testa. Sembra insomma che questi “gruppi influenti” siano sempre più numerosi in Europa. Soprattutto ora che il capo dell’agenzia europea che si occupa della difesa delle frontiere esterne dell’Ue è accusato di avere coperto i respingimenti illegali dei migranti nell’Egeo fra Turchia e Grecia.

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“E dire che a Bruxelles c’erano dei gruppi influenti che volevano trasformarci in una specie di super ong. Ora sono assolutamente minoritari”, scherzava un paio d’anni fa Fabrice Leggeri, il direttore esecutivo di Frontex, in un’intervista concessa al Figaro. Oggi invece all’Europarlamento sta montando la fronda di chi domanda la sua testa. Sembra insomma che questi “gruppi influenti” siano sempre più numerosi in Europa. Soprattutto ora che il capo dell’agenzia europea che si occupa della difesa delle frontiere esterne dell’Ue è accusato di avere coperto i respingimenti illegali dei migranti nell’Egeo fra Turchia e Grecia.

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Lui, il 52enne che la stampa francese ha definito il “satrapo delle frontiere europee” respinge le accuse di chi dipinge Frontex come una zona d’ombra per quanto riguarda il  rispetto dei diritti umani. L’ascesa di  Leggeri ha qualcosa di straordinario: nel giro di pochi anni è passato dall’essere un  funzionario semisconosciuto del ministero dell’Interno francese a diventare deus ex machina di Frontex, la più potente – e ricca – agenzia dell’Ue. Diplomato all’Ena, la scuola nazionale di amministrazione, si occupa di sicurezza e immigrazione da sempre. Ha cominciato nel 1996 al ministero di Place Beauvau  per poi passare dalla Commissione Ue a Bruxelles e proseguire di nuovo in Francia, come viceprefetto prima e funzionario del ministero della Difesa poi. Dopo un periodo all’ambasciata francese in Corea del sud, nel 2013 è tornato al ministero dell’Interno, dove si è occupato di immigrazione irregolare.

Nel 2015, la svolta: le guerre in Siria e in Libia innescano una crisi migratoria senza precedenti, con milioni di persone in fuga attraverso il Mediterraneo e i Balcani. La paura dell’invasione diventa terreno fertile per i partiti sovranisti ed ecco allora che Leggeri si ritrova a essere la persona giusta al posto giusto. Se Frontex era considerata un’agenzia secondaria, guidata da funzionari a fine carriera, ora i tempi richiedevano invece una figura diversa, leale ma soprattutto competente. Una figura, peraltro, non troppo dissimile dall’immagine del bravo amministratore della bolla brussellese: così Fabrice Leggeri viene nominato direttore esecutivo.

Da allora è cambiato quasi tutto. Nel giro di cinque anni, quel funzionario anonimo ha portato il budget dell’agenzia da 142 milioni di euro a circa 11 miliardi da spalmare fra il 2021 e il 2027. Sotto la sua guida, Frontex schiererà dal mese prossimo 10 mila uomini nei paesi di frontiera. Per farsi un’idea dell’enormità della cosa basti pensare che saranno i primi corpi di polizia alle dirette dipendenze di un’agenzia europea – sebbene di concerto con gli stati membri – che indosseranno  le insegne dell’Ue. In caso di emergenza, 1.500 uomini potranno raggiungere le zone di crisi entro 5 giorni – come è già successo in Grecia. Non solo. Leggeri ha ottenuto che una buona fetta del suo budget venga impiegata per l’acquisto di mezzi, soprattutto di droni, per i quali Frontex è libera di indire gare d’appalto in modo autonomo. Dopo avere testato quelli di fabbricazione italiana – costruiti da Leonardo – Frontex ha concluso a ottobre altri due contratti da  100 milioni di euro con Airbus e l’Israel Aerospace Industry. Perché è questo il cuore delle attività dell’agenzia: monitorare le frontiere dall’alto e condividere i dati della sorveglianza rilevati dai satelliti e dai droni con i paesi membri. Questo flusso di informazioni è filtrato al quartier generale di Varsavia, e da lì smistato in giro per l’Europa.

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Nonostante il successo, Leggeri in questi anni non ha mancato di attirare verso di sé anche  molti sospetti: “Ci accusavano di difendere la ‘fortezza Europa’. E questo è stato fonte di imbarazzo a Bruxelles per molto tempo”, aveva detto al Figaro. Ma, nonostante quell’imbarazzo in Europa sembri scemare sempre di più, persino il “satrapo dei confini europei” rischia grosso davanti all’evidenza. La commissaria agli Affari interni Ylva Johansson avrebbe confidato di avere ancora fiducia nel capo di Frontex ma, allo stesso tempo, ha detto di volerci vedere chiaro. Se le accuse dovessero essere vere “sarebbe totalmente inaccettabile. Un’agenzia dell’Ue deve rispettare il diritto internazionale e i diritti fondamentali. Senza scuse”. 

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