È il 27 maggio 1974, quando un uomo imponente, magro e con aria disinvolta varca la porta dell’Eliseo a passo spedito. Ha lasciato la sua Citroën sportiva a duecento metri dal palazzo presidenziale per concludere a piedi la sua ascesa al vertice della République, per assaporare quell’entrata trionfale che aveva sognato fin da quando era stato eletto deputato nelle fila del gollismo e non aveva ancora trent’anni. “Oggi, inizia una nuova era della politica francese”, annunciò ai suoi concittadini il giorno della sua investitura. Valéry Giscard d’Estaing (1926-2020), morto ieri nella sua casa di Authon (Loir-et-Cher) a causa del Covid-19, è stato il primo presidente moderno e l’ultimo delle Trente glorieuses, i trent’anni di euforia economica e industriale che la Francia ha vissuto dal 1945 al 1975.
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