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sex and europe

L'orgia a Bruxelles e l'orbaniano sul cornicione

David Carretta

L’eurodeputato ultraconservatore ungherese József Szájer ha scritto malgré soi un manifesto liberal-libertino dell’Ue

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Ci ha messo qualche ora, József Szájer, ad ammettere di essere lui l’uomo di cui ieri chiacchieravano tutti a Bruxelles e in Europa: il fuggitivo dell’assembramento di venerdì notte al piano superiore del bar Le Detoure, un bar frequentato da gay, venticinque uomini assieme per un’orgia accompagnata da alcol e droga. E’ arrivata la polizia, ha trovato molti di questi uomini nudi e uno di loro ha cercato di scappare passando dal cornicione, ma si è fatto male, si è dovuto fermare e si è trovato di fronte i poliziotti. A quel punto ha invocato l’immunità parlamentare, ma in piena notte è dovuto intervenire il ministero degli Esteri perché non si trattava di un deputato belga, vallone o fiammingo – e per i deputati europei l’immunità non vale in caso di flagranza di reato. Così, mentre i ministri delle Finanze all’Ecofin discutevano del veto di Ungheria e Polonia sul Recovery fund, mentre il portavoce della Commissione rispondeva a domande sul coordinamento europeo sui vaccini, mentre il direttore di Frontex iniziava la sua audizione davanti al Parlamento europeo sui respingimenti di migranti in Grecia, la bolla europea si è fermata. Chi è l’europarlamentare della “gang bang”?.

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Ci ha messo qualche ora, József Szájer, ad ammettere di essere lui l’uomo di cui ieri chiacchieravano tutti a Bruxelles e in Europa: il fuggitivo dell’assembramento di venerdì notte al piano superiore del bar Le Detoure, un bar frequentato da gay, venticinque uomini assieme per un’orgia accompagnata da alcol e droga. E’ arrivata la polizia, ha trovato molti di questi uomini nudi e uno di loro ha cercato di scappare passando dal cornicione, ma si è fatto male, si è dovuto fermare e si è trovato di fronte i poliziotti. A quel punto ha invocato l’immunità parlamentare, ma in piena notte è dovuto intervenire il ministero degli Esteri perché non si trattava di un deputato belga, vallone o fiammingo – e per i deputati europei l’immunità non vale in caso di flagranza di reato. Così, mentre i ministri delle Finanze all’Ecofin discutevano del veto di Ungheria e Polonia sul Recovery fund, mentre il portavoce della Commissione rispondeva a domande sul coordinamento europeo sui vaccini, mentre il direttore di Frontex iniziava la sua audizione davanti al Parlamento europeo sui respingimenti di migranti in Grecia, la bolla europea si è fermata. Chi è l’europarlamentare della “gang bang”?.

 

E’ bastato poco per notare una coincidenza: domenica un eurodeputato ungherese si è dimesso. Non un eurodeputato qualsiasi ma József Szájer, appunto, uno dei fondatori di Fidesz, capodelegazione del partito di Orbán nell’Ue per diversi anni. Szájer è anche autore di un emendamento alla Costituzione che vieta il matrimonio gay ed è sposato con un giudice (donna) della Corte costituzionale ungherese. Quando si è saputo ieri che anche il consigliere europeo del premier ungherese, Peter Gottfried, si è dimesso, è iniziato un altro dibattito: la “gang bang” era una riunione di ungheresi? Alle orge si portano gli amici? In ogni caso: Gottfried non c’entra con la serata festosa: è stato semplicemente (!) nominato alla Banca centrale, per via dell’indipendenza dei poteri tanto cara all’autocrate di Budapest. E no, la “gang bang” non era un congresso di Fidesz, c’erano anche uomini di altre nazionalità, pare un gruppetto di polacchi. “Ero presente”, ha ammesso infine Szájer in un comunicato. “Non ho usato droghe” e “non so chi e come abbia portato” le pillole di ecstasy trovate dalla polizia. “Sono profondamente dispiaciuto di aver violato le restrizioni Covid. E’ stato irresponsabile da parte mia. Sono pronto a pagare la multa”. A parte la violazione delle regole antipandemia, ci piace pensare che in questa corsa nudo sui cornicioni dei palazzi di Bruxelles Szájer, deputato populista e ultraconservatore, abbia scritto un inatteso manifesto liberal-libertino della European way of life, che vive di libertà che il premier ungherese e i suoi vogliono sopprimere, e lo stanno facendo. E viva Ryanair, che nella crisi e nello sconcerto e nelle lezioni moralistiche ha proposto biglietti a 14,99 euro (ma “in questo caso non raccomandiamo il posto finestrino”) a chi ha bisogno di “fare una rapida fuga da Bruxelles”.

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