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Yellen & Co.

Le scelte di Biden per rilanciare l'economia

Il presidente eletto cerca un equilibrio difficile nella sua squadra tra il proprio partito, i repubblicani che votano le nomine al Senato, la diversity. Unica regola inderogabile: competenza

Paola Peduzzi

Il nome che fa più discutere i democratici per la futura squadra di governo è quello Neera Tanden, cinquantenne indo-americana (diversity doppia, perfetto), presidente del Center for American Progress, area liberal-clintoniana. Ingaggiò però liti pubbliche con Bernie Sanders

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Quando i commentatori americani parlano dell’economia degli Stati Uniti ripetono  “struggling”, in sofferenza, in difficoltà, in lotta. Il presidente eletto Joe Biden deve trovare una cura (anche) a questa sofferenza, più di 20 milioni di americani che percepiscono un sussidio di disoccupazione, un tasso di disoccupazione al 7 per cento, molte delle misure introdotte per alleviare gli effetti della pandemia in scadenza entro l’anno, scontri al Congresso sulla gestione degli aiuti con conseguente impasse. Biden ha nominato l’ex governatrice della Federal Reserve, Janet Yellen, al Tesoro, la prima donna al dicastero, la più anziana anche, affidabile e rispettata dentro e fuori l’America.

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Quando i commentatori americani parlano dell’economia degli Stati Uniti ripetono  “struggling”, in sofferenza, in difficoltà, in lotta. Il presidente eletto Joe Biden deve trovare una cura (anche) a questa sofferenza, più di 20 milioni di americani che percepiscono un sussidio di disoccupazione, un tasso di disoccupazione al 7 per cento, molte delle misure introdotte per alleviare gli effetti della pandemia in scadenza entro l’anno, scontri al Congresso sulla gestione degli aiuti con conseguente impasse. Biden ha nominato l’ex governatrice della Federal Reserve, Janet Yellen, al Tesoro, la prima donna al dicastero, la più anziana anche, affidabile e rispettata dentro e fuori l’America.

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Ora tocca alle altre nomine, ci sono nomi più certi di altri, molti volti noti, la solita, tormentata tensione fra le due ali del Partito democratico, le pressioni per la diversity e sopra a tutto l’urgenza, perché quando Biden diventerà presidente in carica le file che abbiamo visto in questi giorni per il cibo gratuito al Thanksgiving – con i vestiti belli e i telefoni, perché fino a poco tempo fa molte di queste persone in coda ce l’avevano, un lavoro – non si saranno disperse, anzi.

 

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Le prime scelte fanno pensare che il team economico di Biden sarà centrista e attento a diseguaglianze e middle class: c’è chi lo chiama scivolamento-a-sinistra, ma se poi si guardano le reazioni più a sinistra si trovano insofferenza e delusione. Per quanto scivoli, Biden non arriverà mai dove i radicali lo aspettano. Il nome che più fa scalpore in queste ore è quello di Neera Tanden, cinquantenne indo-americana (diversity doppia, perfetto), presidente del Center for American Progress, area liberal-clintoniana, che ingaggiò liti pubbliche con Bernie Sanders, senatore-star dei più radicali, e così la Tanden è già  “problematica”: troppo a sinistra per i repubblicani che devono confermarla al Senato, troppo a destra per i più radicali.

 

Nei piani di Biden, la Tanden – che racconta di essere diventata di sinistra da piccola dopo che lei, suo fratello e sua madre erano stati abbandonati dal padre che aveva venduto la casa in Massachusetts e si era portato in India tutto l’incasso senza voltarsi indietro – è destinata alla direzione dell’Office of Management and Budget, l’ufficio che si occupa di delineare le politiche di spesa del governo. La Tanden, “nerdy girl” come la chiamavano all’università, si è sempre concentrata sulle politiche per le famiglie della middle class e contro la diseguaglianza e fu particolarmente battagliera durante l’ideazione dell’Obamacare: i repubblicani se la ricordano e ora dicono che non c’è modo che venga confermata. I sandersiani invece fanno sapere: se i democratici la votano, vogliamo indietro i fondi che abbiamo dato al partito in campagna elettorale.

 

Gli altri nomi del team di Biden sono meno controversi, a partire da quello di Adewale “Wally” Adeyemo, trentanovenne nato in Nigeria e cresciuto in California designato come vice della Yellen al Tesoro, dipartimento che Adeyemo conosce bene dai tempi di Obama.  Cecilia Rouse, preside della School of Public and International Affairs di Princeton, cinquantasettenne afroamericana (diversity doppia, perfetto), grande esperta del mercato del lavoro, è stata  nominata alla guida del Council of Economic Advisers di cui aveva già fatto parte durante l’Amministrazione Obama. Assieme a lei sono stati scelti Jared Bernstein, uno dei più importanti collaboratori di Biden quando era vicepresidente, e Heather Boushey, amatissima dall’ala più a sinistra grazie ai suoi studi e al suo lavoro nella battaglia contro le diseguaglianze. Il  Council of Economic Advisers potrebbe essere il posto scelto da Biden per dare voce e rappresentanza alla parte più a sinistra dei democratici, quella che lo considera troppo centrista e amico dei repubblicani e che vuole essere ricambiata dopo aver garantito sostegno e aiuto durante la campagna elettorale. In compenso i radicali hanno già bocciato Brian Deese, 42enne che Biden vorrebbe alla guida del National Economic Council (che è più rilevante del Council of Economic Advisers perché è dentro la Casa Bianca), ma che è stato un top manager di BlackRock, società finanziaria quindi detestabile. Sono iniziate le petizioni contro Deese, il team della transizione sta già lavorando al contenimento – così come quello della comunicazione scelto da Biden: tutto al femminile – e a un calcolo: quanta intransigenza compensa il debito elettorale dentro al Partito democratico, e quanta è troppa?

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