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A Londra il Black Friday è davvero un venerdì nero per i commercianti

Massimiliano Vitelli

La capitale inglese è appena stata inserita nella Tier 2, la seconda fascia delle tre stabilite per cercare di combattere la diffusione del Covid-19. Questo significa che gli esercizi commerciali “non di primaria importanza” resteranno chiusi fino a nuovo ordine

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Il Black Friday, quello vero. Londra è appena stata inserita dal Governo Johnson nella Tier 2, la seconda fascia delle tre stabilite per cercare di combattere la diffusione del Covid-19. Questo significa che nella capitale inglese gli esercizi commerciali “non di primaria importanza” resteranno chiusi fino a nuovo ordine. E così, il Black Friday, il cui nome farebbe riferimento alle annotazioni sui libri contabili dei commercianti che tradizionalmente passavano in questo giorno dell’anno dal colore rosso che indicava le perdite al nero dei guadagni, sarà oggi per tantissimi piccoli esercenti l’inizio della fine. Non solo perché dovranno fare a meno degli introiti che fino allo scorso anno invertivano la rotta in cassa, ma anche perché molta della clientela non tornerà nemmeno a fine emergenza. Le grandi multinazionali e le aziende medio-grandi, infatti, stanno continuando a vendere attraverso i canali online, per loro il venerdì nero resta nella forma originale. “Molti piccoli imprenditori non posseggono le risorse finanziarie per avere un addetto alla presenza online – spiega Michael Lassman, presidente londinese della Federation of Small Business – mentre le grandi società hanno dei team per gestire la propria”.

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Il Black Friday, quello vero. Londra è appena stata inserita dal Governo Johnson nella Tier 2, la seconda fascia delle tre stabilite per cercare di combattere la diffusione del Covid-19. Questo significa che nella capitale inglese gli esercizi commerciali “non di primaria importanza” resteranno chiusi fino a nuovo ordine. E così, il Black Friday, il cui nome farebbe riferimento alle annotazioni sui libri contabili dei commercianti che tradizionalmente passavano in questo giorno dell’anno dal colore rosso che indicava le perdite al nero dei guadagni, sarà oggi per tantissimi piccoli esercenti l’inizio della fine. Non solo perché dovranno fare a meno degli introiti che fino allo scorso anno invertivano la rotta in cassa, ma anche perché molta della clientela non tornerà nemmeno a fine emergenza. Le grandi multinazionali e le aziende medio-grandi, infatti, stanno continuando a vendere attraverso i canali online, per loro il venerdì nero resta nella forma originale. “Molti piccoli imprenditori non posseggono le risorse finanziarie per avere un addetto alla presenza online – spiega Michael Lassman, presidente londinese della Federation of Small Business – mentre le grandi società hanno dei team per gestire la propria”.

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E allora ecco l’appello. “I commercianti locali hanno bisogno del sostegno dei loro clienti, esistenti e potenziali. Chiedo a tutti di attendere la riapertura dei negozi sotto casa per fare i regali di Natale”. Sulla stessa linea, Andrew Goodacre, Chief Executive della British Independent Retailers Association. “Restare chiusi per tutto il mese di novembre è stato già abbastanza brutto e difficile – sottolinea – dover ora affrontare il Black Friday sarà anche frustrante. Qualcuno, nel tentativo di sopravvivere, sta provando a vendere i propri prodotti su Internet, ma è certo che il commercio sarà dominato dalle grandi catene, questo getterà sale sulle ferite aperte dei piccoli venditori”. Ed i numeri certificano che ha ragione. Secondo le stime, nel Regno Unito il giro d’affari di questo Black Friday movimenterà circa 2 miliardi di sterline, per la maggior parte inerenti agli acquisti online per i quali si prevede un traffico di 2 milioni di pound al minuto. God save the merchants.

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