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Quegli attacchi a Macron per una legge sull’obbligo scolastico

Daniele Ranieri

"Macron tratta i musulmani come i nazisti gli ebrei": una notizia falsa scatena l'indignazione del mondo musulmano e dei giornali americani. Il clima d'odio e le sue conseguenze

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Sabato la ministra per i diritti umani del Pakistan, Shireen Mazari, ha scritto su Twitter che il presidente francese Emmanuel Macron tratta i bambini musulmani come i nazisti trattavano gli ebrei. Anche la giornalista del Washington Post che dirige la pagina delle opinioni, Karen Attiah, ha scritto un tweet duro contro Macron per dire che è ora di finirla di sostenere che il leader francese abbia salvato il paese dalla destra lepenista se poi fa queste cose. In due hanno coperto le caselle dell’indignazione contro Macron, quella del mondo musulmano e quella dei giornali americani – quest’ultima è stata descritta molto bene da Ben Smith del New York Times in un articolo molto lungo uscito nove giorni fa.

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Sabato la ministra per i diritti umani del Pakistan, Shireen Mazari, ha scritto su Twitter che il presidente francese Emmanuel Macron tratta i bambini musulmani come i nazisti trattavano gli ebrei. Anche la giornalista del Washington Post che dirige la pagina delle opinioni, Karen Attiah, ha scritto un tweet duro contro Macron per dire che è ora di finirla di sostenere che il leader francese abbia salvato il paese dalla destra lepenista se poi fa queste cose. In due hanno coperto le caselle dell’indignazione contro Macron, quella del mondo musulmano e quella dei giornali americani – quest’ultima è stata descritta molto bene da Ben Smith del New York Times in un articolo molto lungo uscito nove giorni fa.

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Entrambe avevano preso come vera una notizia messa in giro da The Muslim Vibe, un sito di informazione in inglese che poi si è corretto. La falsa notizia come spesso accade prendeva spunto da una notizia vera e la distorceva per ottenere il massimo danno possibile. Per evitare che i bambini francesi non vadano a scuola il governo creerà un registro nel quale i bambini saranno identificati da un codice numerico. A ogni bambino – musulmano o non musulmano: non importa – corrisponderà un numero nel registro nazionale, ma non c’è alcuna relazione con i nazisti, che tatuavano un numero d’identificazione sul braccio dei prigionieri ebrei.

 

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La legge fa parte di un pacchetto di regole pensate per sconfiggere il fenomeno del separatismo islamista e quindi evitare che le famiglie non mandino a scuola i figli per non esporli a un ambiente non musulmano. Non è una novità, in Italia si chiama obbligo scolastico: se non mandi i figli a scuola dai sei ai sedici anni stai violando la legge e infatti quel periodo di studi è definito “scuola dell’obbligo”. Chi non ottempera si vede arrivare a casa gli assistenti sociali. La Attiah si è scusata e ha cancellato il tweet. Macron pochi giorni fa ha rifiutato di concedere un’intervista al Washington Post perché i rapporti con i giornalisti americani sono in una fase di crisi.

 

Di recente appena dopo la decapitazione del professore di liceo Samuel Paty da parte di un fanatico islamista ceceno – che poi fu ucciso dalla polizia – il New York Times ha scelto come titolo per il pezzo: “La polizia francese uccide un uomo dopo un accoltellamento fatale in strada”, che fa sembrare la questione un caso qualsiasi di brutalità poliziesca invece che la collisione fra la libertà di pensiero francese e una frangia della religione islamica che definisce un momento storico. La ministra del Pakistan pure, dopo che l’ambasciata francese in Pakistan ha chiesto di correggere, ha cancellato il suo tweet. Resta il clima d’odio però. Il 25 settembre, dopo che in Pakistan c’erano state manifestazioni enormi contro le vignette di Charlie Hebdo, un diciottenne pachistano accoltellò due persone a caso in strada a Parigi.

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