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Perché è impossibile fidarsi del vaccino russo

I dati non condivisi, il campione inferiore rispetto alle altre sperimentazioni e una storia siberiana

Micol Flammini

Non c’entra la  russofobia, alla base della sfiducia ci sono tre ragioni, ben spiegate da Novaya Gazeta. Sputnik V su Twitter

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Il vaccino russo Sputnik V è già entrato sul mercato, anche se, fa notare il giornale Novaya Gazeta, si sa ancora poco sulla sua efficacia e la terza fase della sperimentazione è ancora in corso. Mentre gli annunci di Pfizer, Moderna e ieri anche AstraZeneca, sono stati accolti come la prima buona notizia da tanto tempo, il vaccino russo desta molte preoccupazioni  e un po’ di interesse da parte di autocrati e democrazie illiberali. Il periodico russo spiega il perché di tanta sfiducia. I fattori sono tre e le ragioni sono soprattutto scientifiche e hanno poco a che vedere con la russofobia. Scrive il giornale russo, che ha trattato il caso in una serie di inchieste e di interviste, che il governo ha pubblicato i risultati preliminari della terza fase degli studi per il vaccino e ha fatto sapere che l’efficacia sarebbe del 92 per cento. Ma i dati non sono stati messi a disposizione per il controllo incrociato da parte di scienziati stranieri.

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Il vaccino russo Sputnik V è già entrato sul mercato, anche se, fa notare il giornale Novaya Gazeta, si sa ancora poco sulla sua efficacia e la terza fase della sperimentazione è ancora in corso. Mentre gli annunci di Pfizer, Moderna e ieri anche AstraZeneca, sono stati accolti come la prima buona notizia da tanto tempo, il vaccino russo desta molte preoccupazioni  e un po’ di interesse da parte di autocrati e democrazie illiberali. Il periodico russo spiega il perché di tanta sfiducia. I fattori sono tre e le ragioni sono soprattutto scientifiche e hanno poco a che vedere con la russofobia. Scrive il giornale russo, che ha trattato il caso in una serie di inchieste e di interviste, che il governo ha pubblicato i risultati preliminari della terza fase degli studi per il vaccino e ha fatto sapere che l’efficacia sarebbe del 92 per cento. Ma i dati non sono stati messi a disposizione per il controllo incrociato da parte di scienziati stranieri.

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Sputnik V prosegue per la sua strada, senza sottoporsi alle regole internazionali. Il secondo problema è che i risultati si basano su prove effettuate su un campione di circa 16 mila partecipanti, inferiore rispetto a quello preso in considerazione dalle case farmaceutiche americane e britannica ( la Pfizer ha condotto i test 43.500 persone e AstraZeneca su 23 mila persone e pensa di aumentare il numero a 60 mila). Poi, c’è una notizia che ha interessato soprattutto i russi e ha contribuito a far diminuire la fiducia nei confronti del vaccino. In Siberia del sud, nella Repubblica dell’Altaj, i media hanno raccontato che alcuni medici hanno già ricevuto il vaccino, al di fuori del programma dei test. E almeno tre di loro hanno contratto il coronavirus. Secondo il ministero della Salute, i vaccinati non sarebbero stati sufficientemente attenti: il vaccino genera anticorpi dopo due iniezioni a tre settimane di distanza l’una dall’altra, quindi per avere l’immunità bisognerebbe aspettare sei settimane. La Siberia sta diventando sempre di più il nervo scoperto del Cremlino, è il luogo dove spesso nascono resistenze, proteste e opposizioni e che il vaccino sia stato contestato proprio lì indica che anche in questo la zona vastissima della Russia non fa eccezione. Ma anche a livello nazionale ci sono delle resistenze e i sondaggi dell’istituto indipendente Levada indicano che l’entusiasmo della popolazione nei confronti di Sputnik V sta diminuendo rispetto all’estate: a novembre il 59 per cento degli intervistati ha detto che non si farebbe inoculare il vaccino. 

 

 

La Russia ha assicurato che pubblicherà tutti i dati entro fine novembre, ma intanto la propaganda va avanti, e, come scrive Mark Scott in un articolo su Politico, anche la disinformazione volta a indebolire i vaccini prodotti nei paesi occidentali e a promuovere il proprio, da questa estate, è diventata più aggressiva. Scrive Novaya Gazeta che il Cremlino ha usato il vaccino per raggiungere i suoi obiettivi geopolitici e in questo la propaganda è stata efficace. L’immagine del volo Aeroflot che giovedì ha portato in Ungheria lo Sputnik V è la testimonianza di un successo: il vaccino, proprio poco dopo che la Commissione Ue aveva concluso accordi con Pfizer per assicurarsi duecento milioni di dosi, è entrato in Europa. Sputnik V ha un account su Twitter sul quale vengono postati i successi del vaccino – nella biografia si legge: il primo vaccino registrato contro il Covid-19 – e ieri, dopo l’annuncio di AstraZeneca riguardo l’efficacia compresa tra il 62 e il 90 per cento (Sputnik V ha considerato solo il 62) ha iniziato a dispensare consigli e a cercare le ragioni di una percentuale più bassa rispetto agli altri, spiegando come fa invece il vaccino russo a evitare certi problemi con tweet al limite del trollaggio: “Sputnik è felice di condividere uno dei due vettori adenovirali umani con Astrazeneca per aumentare l’efficacia del vaccino”. 
 

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