PUBBLICITÁ

L'intervista al Grand Continent

La dottrina Macron è in contrapposizione all'America

Più che a Washington il messaggio del presidente francese sembra indirizzato all'Unione europea e in particolare a quella Germania che, rassicurata dall'uscita di scena di Donald Trump, rischia di affidarsi nuovamente all'illusione della protezione benevola della potenza americana

David Carretta

Sostituire il consenso di Washington con un nuovo “consenso di Parigi” per “reinventare le forme della cooperazione internazionale” fatta di “poli equilibrati che possono strutturarla all'interno a un nuovo multilateralismo, cioè ad un dialogo tra le varie potenze per decidere insieme”

PUBBLICITÁ

Sostituire il consenso di Washington con un nuovo “consenso di Parigi” per “reinventare le forme della cooperazione internazionale” fatta di “poli equilibrati che possono strutturarla all'interno a un nuovo multilateralismo, cioè ad un dialogo tra le varie potenze per decidere insieme”. In una lunga intervista al Grand Continent (in Italia ne ha pubblicato un estratto il Corriere della Sera), Emmanuel Macron ha illustrato i suoi piani di trasformazione dell'ordine internazionale nel momento del cambio di regime alla Casa Bianca con la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Sostituire il consenso di Washington con un nuovo “consenso di Parigi” per “reinventare le forme della cooperazione internazionale” fatta di “poli equilibrati che possono strutturarla all'interno a un nuovo multilateralismo, cioè ad un dialogo tra le varie potenze per decidere insieme”. In una lunga intervista al Grand Continent (in Italia ne ha pubblicato un estratto il Corriere della Sera), Emmanuel Macron ha illustrato i suoi piani di trasformazione dell'ordine internazionale nel momento del cambio di regime alla Casa Bianca con la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti.

PUBBLICITÁ

 

Più che a Washington il messaggio del presidente francese sembra indirizzato all'Unione europea e  in particolare a quella Germania che, rassicurata dall'uscita di scena di Donald Trump, rischia di affidarsi nuovamente all'illusione della protezione benevola della potenza americana. A cavallo del voto presidenziale negli Stati Uniti, diversi  politici tedeschi avevano indicato una rotta diversa da quella immaginata per l'Europa da Macron in questi anni: un ritorno allo status quo ante Trump. Il ministro degli Esteri, Heiko Maas, ha offerto un “New deal” alla nuova amministrazione. Il ministro della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha direttamente preso di mira l'idea di sovranità europea promossa da Macron: "Si deve porre fine alle illusioni di autonomia strategica europea. Gli europei non saranno in grado di sostituire il ruolo cruciale dell'America come fornitore di sicurezza", ha spiegato Akk su Politico.eu. La risposta è una “dottrina Macron” che, più si avvicina la scadenza delle elezioni presidenziali in Francia del 2022, più ricorda la tradizione di politica estera franco-francese che da De Gaulle si è trasmessa a tutti i suoi successori: fondamentalmente un'identità nazionale e europea costruita in opposizione agli Stati Uniti.

 

PUBBLICITÁ

“Penso che sia indispensabile che la nostra Europa ritrovi i modi e i mezzi per decidere da sola di fare affidamento su sé stessa, di non dipendere da altri, in tutti i settori, tecnologico (…) ma anche sanitario e geopolitico, e di poter collaborare con chi vuole”, ha detto Macron al Grand Continent, la rivista del think tank Groupe d'études géopolitiques che sta lavorando alla diffusione dei suoi contenuti in tutta Europa che sarà pienamente operativa il prossimo anno. “Siamo un'area geografica coerente in termini di valori, in termini di interessi”. E soprattutto “non siamo gli Stati Uniti d'America”. L'Europa ha “una preferenza per l'uguaglianza che non c'è negli Stati Uniti", i nostri valori non sono esattamente gli stessi”, nel vecchio continente la cultura è “più importante”. E poi ci sono gli interessi geostrategici. “Siamo proiettati in un immaginario” diverso rispetto agli Stati Uniti “legato all'Africa, al Vicino e Medio Oriente, e abbiamo un'altra geografia che può disallineare i nostri interessi”, ha detto Macron: “La nostra politica di vicinato con l'Africa, con il Vicino e Medio Oriente, con la Russia, non è una politica di vicinato per gli Stati Uniti d'America. E' quindi insostenibile che la nostra politica internazionale dipenda da loro o che segua le loro orme”.

 

Secondo il presidente francese la domanda centrale è questa: “Il cambiamento di Amministrazione americana rallenterà le iniziative europee? Sono profondamente in disaccordo, per esempio, con l'editoriale su Politico firmato dal ministro della Difesa tedesco. Penso che si tratti di un controsenso storico. Per fortuna, la cancelliera non è sulla stessa linea, se ho capito bene le cose”, ha chiosato Macron. "Si j’ai bien compris les choses". Perché il dubbio sta tutto lì. Angela Merkel è davvero impegnata sulla rotta di Macron? Oppure è pronta a rinunciare alla sovranità europea in cambio del ritorno alla normalità commerciale con gli Stati Uniti? Perché questo è il limite della dottrina Macron: senza la Germania, i sogni di grandeur globale per un'Europa plasmata a immagine e somiglianza della Francia non sono realizzabili.

 

Macron ha spiegato al Grand Continent che la sua è “una lotta positiva volta a fare dell’Europa la prima potenza educativa, sanitaria, digitale e verde”. Il presidente francese si aspetta “un impatto planetario” dalla mobilitazione dell'Ue su questi temi: “Questo sogno attrarrà la Cina e gli Stati Uniti attorno ad una dimensione che può mobilitare molti e che è al contempo la condizione per vivere in armonia tra di noi e con il resto del pianeta”, ha spiegato Macron. Attorno a quella lotta ruota il suo "Consenso di Parigi". Occorre abbandonare il Consenso di Washington in base al quale le nostre società erano "costruite sul paradigma delle economie aperte, di un’economia sociale di mercato, come si diceva nell’Europa del dopoguerra, che però è diventata sempre meno sociale e sempre più aperta". Agli occhi di Macron il Consenso di Washington si è trasformato "in un dogma in cui le verità erano: diminuzione del ruolo dello Stato, privatizzazioni, riforme strutturali, apertura delle economie attraverso il commercio, finanziarizzazione delle nostre economie, il tutto all’interno di una logica piuttosto monolitica basata sulla creazione di profitti". Se "quell’epoca ha avuto i suoi risultati", "oggi la vediamo in modo diverso, e questo costituisce una profonda frattura".

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Il Consenso di Washington – secondo il presidente francese – non permette di affrontare il cambiamento climatico, le disuguaglianze e il declassamento economico delle classi medie, internet e i social network che si stanno "strutturando in modo perverso" o il cambiamento demografico con una popolazione mondiale che "che continua a crescere ad una velocità folle". Insomma, è tempo di “ricostruire ideologicamente il Consenso”. E va fatto attorno alla “sovranità westfaliana” perché “non ho trovato un sistema migliore”, ha spiegato Macron. E' l'ultimo paradosso della sua dottrina come illustrata al Grand continent: la Cina, la Russia e gli altri aspiranti restauratori dell'ordine westfaliano, in opposizione a quello liberale fondato sulle regole e la cooperazione, vengono appena citati.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ