PUBBLICITÁ

Ecco il piano per l'Unione europea della salute

David Carretta

La Commissione di Ursula von der Leyen ha presentato una serie di proposte per rafforzare la sanità a livello comunitario. Ma il grande interrogativo è fino a che punto gli stati membri siano disposti a affidare nuove competenze all'Ue

PUBBLICITÁ

La Commissione di Ursula von der Leyen ha presentato oggi una serie di proposte per lanciare l'Unione europea della salute, ma il grande interrogativo è se gli stati membri accetteranno di trasferire una parte delle loro competenze sulla sanità per affrontare le emergenze future tipo Covid-19. "La pandemia coronavirus ha evidenziato la necessità di più coordinamento nell'Ue, di sistemi sanitari più resilienti e di migliore preparazione per le crisi future", ha detto von der Leyen. Il trattato non affida all'Ue competenze in materia sanitaria. Ma possono essere adottate “misure di incentivazione per proteggere e migliorare la salute umana, in particolare per lottare contro i grandi flagelli che si propagano oltre frontiera” e “misure concernenti la sorveglianza, l'allarme e la lotta contro gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero”. La Commissione in sostanza chiede un mandato per più coordinazione a livello europeo e un ruolo più forte per le sue agenzie. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


La Commissione di Ursula von der Leyen ha presentato oggi una serie di proposte per lanciare l'Unione europea della salute, ma il grande interrogativo è se gli stati membri accetteranno di trasferire una parte delle loro competenze sulla sanità per affrontare le emergenze future tipo Covid-19. "La pandemia coronavirus ha evidenziato la necessità di più coordinamento nell'Ue, di sistemi sanitari più resilienti e di migliore preparazione per le crisi future", ha detto von der Leyen. Il trattato non affida all'Ue competenze in materia sanitaria. Ma possono essere adottate “misure di incentivazione per proteggere e migliorare la salute umana, in particolare per lottare contro i grandi flagelli che si propagano oltre frontiera” e “misure concernenti la sorveglianza, l'allarme e la lotta contro gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero”. La Commissione in sostanza chiede un mandato per più coordinazione a livello europeo e un ruolo più forte per le sue agenzie. 

PUBBLICITÁ

 

Il primo provvedimento proposto dalla Commissione è un nuovo regolamento sulle minacce transfrontaliere gravi alla salute. L'idea più innovativa è l'introduzione di una "dichiarazione di situazione di emergenza Ue" attraverso la quale attivare maggiore coordinamento e misure per lo sviluppo, lo stoccaggio e gli appalti di prodotti medici necessari a affrontare la crisi sanitaria. Occorre imparare la lezione della penuria di mascherine, tute protettive, respiratori e test durante la crisi Covid-19. Ma ci sono altre lezioni: la proposta della Commissione prevede "piani di preparazione pandemici" a livello Ue e nazionale. Quelli degli stati membri dovrebbero essere sottoposti a “stress test” da parte della Commissione e delle agenzie Ue. Il regolamento include un sistema di sorveglianza rafforzato e integrato a livello Ue, attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale e di altri strumenti tecnologici avanzati. Agli stati membri, inoltre, verrebbe chiesto di fornire indicatori sanitari affidabili, come la disponibilità di posti letto, le capacità delle terapie intensive e il numero di personale sanitario formato. La Commissione propone infine di istituire entro la fine del 2021 una nuova Autorità Ue sulla preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie. La nuova Autorità dovrebbe sviluppare e procurare materiale biomedico e di altro tipo per permettere migliori strategie di test e tracciamento dei contatti. 

PUBBLICITÁ

Il secondo pilatro dell'Unione europea della salute è il rafforzamento delle due agenzie Ue che si occupano di salute. Il mandato del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) dovrebbe essere rafforzato. Oltre a avere un ruolo specifico per la sorveglianza epidemiologica e la valutazione dei piani pandemici nazionali, l'Ecdc dovrebbe mobilitare delle task force sanitarie da inviare negli stati membri e costruire una rete di laboratori di riferimento. Anche il mandato dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) dovrebbe essere irrobustito, in particolare con il monitoraggio dei rischi di penurie di medicinali e materiali sanitari critici. L'Ema sarebbe chiamata inoltre a fornire consigli scientifici sui medicinali che possono curare, prevenire o diagnosticare le malattie che causano crisi sanitarie, coordinare i test clinici e gli studi per monitorare l'efficacia e la sicurezza dei vaccini.

 

Di fronte alle proposte della Commissione, il grande interrogativo è fino a che punto gli stati membri siano disposti a affidare nuove competenze all'Ue e a seguire le sue indicazioni in un settore tanto sensibile come la sanità. A nove mesi dall'arrivo della pandemia di coronavirus, gli sforzi di coordinamento di Bruxelles continuano a incontrare una forte resistenza delle capitali. Durante l'estate gli stati membri hanno rifiutato di condurre stress test dei sistemi sanitari, come aveva chiesto la Commissione in luglio. I 27 sono ancora divisi sul ricorso dei test antigenici. Attualmente solo sei paesi hanno App di tracciamento che interagiscono tra loro, malgrado l'Ue abbia messo in piedi l'infrastruttura per l'interoperabilità.

 

Gli ultimi esempi non sono più incoraggianti. Il 28 ottobre la Commissione aveva chiesto agli stati membri di fornire le strategie nazionali di test e vaccinazione nel corso del mese di novembre per sottoporli a una valutazione da parte dell'Ue. Oggi la commissaria alla Sanità, Stella Kyriakides, ha ammesso di essere stata costretta a inviare una lettera ai ministri dei 27 mercoledì per sollecitarli a inviare i loro piani nazionali per la vaccinazione contro il Covid-19. Gli stati membri “devono avere un'infrastruttura e la logistica è abbastanza complicata”, ha spiegato Kyriakides. La Commissione è pronta a aiutare, ma i governi nazionali devono essere disposti a accettare l'aiuto, oltre che seguire le raccomandazioni dell'Ue. Kyriakides si è detta comunque “ottimista” sulla volontà degli stati membri di accettare l'Unione europea della sanità perché “le proposte di oggi si trasformeranno in vantaggi concreti per i cittadini”. Dall'inizio della pandemia “abbiamo fatto una lunga strada nel comprendere l'importanza di cosa possiamo insieme e di quanto sia importante la solidarietà”, ha detto Kyriakides.

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ