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C'è un accordo su Recovery e bilancio Ue. Ma adesso è nelle mani di Orbán

David Carretta

Ci sono volute 17 riunioni per trovare un'intesa, sempre che Ungheria e Polonia non decidano di dare seguito alla loro minaccia di veto per la condizionalità sullo stato di diritto. Ecco che cosa c'è nel pacchetto di rilancio europeo. A Bruxelles c'è chi teme un'altra crisi politica

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 La presidenza tedesca dell'Unione europea e i negoziatori dell'Europarlamento hanno raggiunto un accordo sul quadro finanziario pluriennale, che dovrebbe permettere di sbloccare il Recovery fund, sempre che Ungheria e Polonia non decidano di dare seguito alla loro minaccia di veto per la condizionalità sullo stato di diritto. Ci sono volute 17 riunioni per trovare un'intesa sul bilancio 2021-27 dell'Ue. I deputati hanno ottenuto solo una parte dei 39 miliardi di euro in più per i prossimi sette anni che avevano chiesto all'inizio delle trattative. L'accordo prevede 16 miliardi di euro in più per programmi Ue come ricerca, sanità e Erasmus, le cui risorse erano state tagliate dai capi di stato e di governo con l'accordo sul pacchetto di bilancio di luglio. Nello specifico 11 miliardi in più verranno dalle multe antitrust che la Commissione può imporre per abuso di posizione dominante, 2,5 miliardi saranno ricollocati all'interno del bilancio, mentre un altro miliardo andrà alla flessibilità del budget (da usare solo in caso di emergenza). "Attraverso duri sforzi negoziali, siamo riusciti a correggere i pericolosi tagli al bilancio e preparare meglio l'Ue a circostanze impreviste e nuove sfide", ha detto Jan Olbrycht, deputato del Ppe che fa parte della squadra dei negoziatori. L'ambasciatore tedesco presso l'Ue, Michael Clauss, ha definito l'accordo “equilibrato” ed entro i paletti fissati dai capi di Stato di governo nel Vertice Ue di luglio.

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 La presidenza tedesca dell'Unione europea e i negoziatori dell'Europarlamento hanno raggiunto un accordo sul quadro finanziario pluriennale, che dovrebbe permettere di sbloccare il Recovery fund, sempre che Ungheria e Polonia non decidano di dare seguito alla loro minaccia di veto per la condizionalità sullo stato di diritto. Ci sono volute 17 riunioni per trovare un'intesa sul bilancio 2021-27 dell'Ue. I deputati hanno ottenuto solo una parte dei 39 miliardi di euro in più per i prossimi sette anni che avevano chiesto all'inizio delle trattative. L'accordo prevede 16 miliardi di euro in più per programmi Ue come ricerca, sanità e Erasmus, le cui risorse erano state tagliate dai capi di stato e di governo con l'accordo sul pacchetto di bilancio di luglio. Nello specifico 11 miliardi in più verranno dalle multe antitrust che la Commissione può imporre per abuso di posizione dominante, 2,5 miliardi saranno ricollocati all'interno del bilancio, mentre un altro miliardo andrà alla flessibilità del budget (da usare solo in caso di emergenza). "Attraverso duri sforzi negoziali, siamo riusciti a correggere i pericolosi tagli al bilancio e preparare meglio l'Ue a circostanze impreviste e nuove sfide", ha detto Jan Olbrycht, deputato del Ppe che fa parte della squadra dei negoziatori. L'ambasciatore tedesco presso l'Ue, Michael Clauss, ha definito l'accordo “equilibrato” ed entro i paletti fissati dai capi di Stato di governo nel Vertice Ue di luglio.

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Ora la palla del pacchetto di bilancio torna ai 27 governi. Il Consiglio deve approvare a maggioranza qualificata il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Ma sul quadro finanziario pluriennale e la decisione sulle risorse proprie (da cui dipende la capacità della Commissione di indebitarsi sui mercati per il Recovery fund) devono essere adottate all'unanimità dagli stati membri. Dopo l'intesa tra presidenza tedesca e Parlamento europeo sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto, il premier ungherese Viktor Orbán ha scritto una lettera per annunciare il suo veto su bilancio e Recovery fund. "Anche se l'Ungheria è impegnata a favore della cooperazione, alla luce degli ultimi sviluppi non può fornire l'unanimità richiesta per il pacchetto adottato in luglio", ha scritto Orbán. Anche la Polonia a settembre aveva minacciato il veto: “non cederemo al ricatto”, aveva detto il leader del PiS, Jaroslaw Kaczisnki. Ma nell'ultima riunione degli ambasciatori a Bruxelles, contrariamente all'Ungheria, la Polonia non ha minacciato di bloccare tutto. La presidenza tedesca dell'Ue ha lanciato un appello al senso di responsabilità. “L'Europa è stata colpita in modo severo dalla seconda ondata della pandemia di coronavirus. Abbiamo urgentemente bisogno di un Recovery fund funzionante per attenuare le dure conseguenze economiche della pandemia”, ha detto l'ambasciatore Clauss: “Spero che tutti capiscano l'urgenza della situazione e aiuteranno a aprire la strada a una rapida implementazione del pacchetto sul bilancio e sul Recovery. Nessuno ha bisogno di nuove difficoltà e altri rinvii”.

  

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Dopo aver già accumulato cinque settimane di ritardo, il bilancio 2021-27 dell'Ue da 1.074 miliardi e il Recovery fund da 750 miliardi sono dunque nelle mani di Orbán. A Bruxelles c'è chi teme un'altra crisi politica con la necessità di un nuovo Vertice dei capi di stato o di governo o di concessioni da parte del Parlamento europeo. La presidenza tedesca, in realtà, non ritiene possibile riaprire l'accordo raggiunto con i deputati. Il Parlamento europeo nemmeno. “Il bilancio, il Recovery fund, le nuove risorse proprie e la condizionalità sullo stato di diritto sono un pacchetto unico per noi”, ha detto il vicepresidente del Ppe, Siegfried Mureşan: “Il Parlamento ratificherà l'accordo di oggi solo se gli stati membri rispetteranno tutte le parti dell'intesa”. La speranza di molti che è quello di Orbán sia un bluff. Polonia e Ungheria sarebbero tra i paesi che hanno più da rimetterci in caso di ulteriore ritardo su bilancio e Recovery fund. I fondi Ue rappresentano già i l4 per cento del Pil ungherese. Il Recovery fund prevede altri 7,3 miliardi per Budapest e oltre 26 miliardi per Varsavia.

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