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La festa della liberazione dai forgotten man

Daniele Ranieri

L'arrivo di Biden alla Casa Bianca spazza via le categorie semplicistiche come "America profonda contro bolla dei fighetti"

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Il 7 novembre 2020 è la festa della liberazione da uno degli stereotipi preferiti dai populisti, quello della bolla ristretta dei fighetti liberal contro i forgotten man, la fascia dimenticata della popolazione, espressione povera ma genuina dell’America. Era una cosa già falsa nel 2016, quando il voto popolare – quindi la maggioranza degli elettori americani: per definizione non era l’élite – non aveva premiato Trump. Adesso la sconfitta che conta, al Collegio elettorale, dovrebbe mettere in crisi quello schema. Il polemista conservatore, ma antitrumpiano, David Frum dice tutto in una riga: “E’ davvero l’ora che i democratici di Biden escano dalla loro piccola e rigida bolla ideologica da ottanta milioni di persone”.

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Il 7 novembre 2020 è la festa della liberazione da uno degli stereotipi preferiti dai populisti, quello della bolla ristretta dei fighetti liberal contro i forgotten man, la fascia dimenticata della popolazione, espressione povera ma genuina dell’America. Era una cosa già falsa nel 2016, quando il voto popolare – quindi la maggioranza degli elettori americani: per definizione non era l’élite – non aveva premiato Trump. Adesso la sconfitta che conta, al Collegio elettorale, dovrebbe mettere in crisi quello schema. Il polemista conservatore, ma antitrumpiano, David Frum dice tutto in una riga: “E’ davvero l’ora che i democratici di Biden escano dalla loro piccola e rigida bolla ideologica da ottanta milioni di persone”.

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Eppure per anni i populisti avevano usato questo argomento come una clava contro i critici. Se ti opponi a noi – dicevano – è soltanto perché vivi all’interno della bolla, non sei in contatto con l’America profonda, non capisci la politica e non conosci il paese, sei fuori sincrono con i tempi. Noi invece, proseguivano, conosciamo anche il cuore dell’uomo medio del Kentucky e tutte le sue sfortune e tutto il suo risentimento per essere trascurato e quindi ci meritiamo il governo. L’argomento funzionava alla grande come propaganda ma aveva delle falle evidenti. Troppo superficiale, per nulla articolato. E’ difficile dire senza ridere che la California con i suoi quaranta milioni di abitanti sia “una bolla” e la stessa cosa vale per il corridoio Boston-Filadelfia-New York-Baltimora-Washington, con i suoi cinquanta milioni di abitanti sulla costa atlantica. Non c’è un’America “meno americana”. Adesso c'è la controprova del 2020. Gli stati decisivi sono Georgia, Michigan, Pennsylvania, Nevada, Arizona, tutti lontani dalle coste liberal.

 

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Se si va a guardare il censo, di nuovo quella retorica non funziona.  In Michigan le famiglie che guadagnano meno di cinquantamila dollari all’anno hanno votato di più per Biden e le famiglie sopra quella soglia hanno votato di più per Trump, dice uno studio di Associated Press. Vale anche a livello nazionale, secondo molte ricerche: gli elettori di Trump guadagnano di più degli elettori di Biden ed è più difficile che siano disoccupati oppure abbiano un lavoro part-time. Questo procedere per categorie troppo grezze non aiuta nessuno.

 

E si potrebbe persino sostenere il contrario: che i forgotten man, che vivono nelle aree meno popolate e meno produttive del paese, sono quelli che ottengono di più dal sistema perché grazie al Collegio elettorale e grazie al Senato –  dove tutti gli stati hanno lo stesso peso – il loro voto conta più di quello degli altri. E infatti la Corte suprema per gli anni a venire sarà modellata sul loro pensiero. 

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