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Elezioni americane

Make America Dream Again

Luciana Grosso

Joe Biden ha acciuffato, a 78 anni, l’ultimo treno per la Casa Bianca ed è diventato il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti. A decidere tutto, come previsto, alla fine è stata la Pennsylvania. Cosa succederà da qui al 20 gennaio è però un territorio inesplorato

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Il vantaggio in Nevada che cresce piano piano; quello in Arizona che diminuisce un po’, ma tiene; quello in Georgia che arriva lentamente e poi, con il passare delle ore si fa sempre più ampio e quello in Pennsylvania arrivato per ultimo e diventato subito il più importante di tutti. È così, un voto dopo l’altro, che Joe Biden è diventato il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti. È così che ha mantenuto la sua promessa. È così che, dopo aver preso i treni sempre all’ultimo minuto, nella sua lunga vita da pendolare, Joe Biden ha acciuffato, a 78 anni, l’ultimo treno per la Casa Bianca. 

   

   

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È così che, dopo uno spoglio di quattro giorni, la Cnn ha finalmente detto quello che i sondaggisti sapevano da mesi e che chi guardava la televisione aveva capito da giorni: Joe Biden ha vinto. E Lo ha fatto con un margine che qualcuno chiamerà "solida" e qualcun’altro chiamerà "di misura" perché Donald Trump, alla fine e nonostante tutto, ha mostrato di avere anticorpi e elettori sufficienti, forse non a vincere, ma certo a vendere cara la pelle.

  

   

Trump, dal canto suo, continua a rilanciare la sua propaganda sui social network, tra accuse di brogli e post in maiuscolo: "HO VINTO IO, E DI MOLTO", ha scritto su Twitter - che per l'ennesima volta ha segnalato il post come "materiale fuorviante" - pochi minuti prima di venire smentito anche dalle proiezioni di Ap, Msnbc e Cnn.

   

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A decidere tutto, come ampiamente previsto, alla fine è stata la Pennsylvania, lo stato con due anime, quella operai e quella urbana, che vale 20 electoral votes e che, quattro anni fa, condannò Hillary Clinton alla pensione anticipata. Quel solo stato ha fatto superare a Biden la soglia magica dei 270 grandi elettori, lo ha portato a 273, e ha dato il coraggio a tutti di chiamare gli altri stati, dove le cose erano evidentemente fatte da ore: Nevada (6 voti), Arizona (11), Georgia (16), dichiarare Biden vincitore e chiudere la faccenda del voto e dello spoglio per aprire quella, forse ancor più delicata, della transizione.

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Cosa succederà da qui al 20 gennaio è un territorio inesplorato, popolato più di domande che di risposte: Cosa farà Trump? Cosa faranno i suoi armati e agitati sostenitori? I QAnon saranno un reale pericolo? Ci saranno disordini? Sarà una transizione pacifica? E il Partito Repubblicano: prenderà le distanze dal suo ex leader sconfitto o proseguirà nel solco della sua incendiaria presidenza? E Joe Biden e i suoi, che faranno? Uniranno davvero il paese? Continueranno con poco fruttuosa policy dei "deplorables"? Leniranno le ferite del trumpismo? Non si sa. E, questa volta, per attraversare la nebbia che avvolge le prossime settimane, non possono farci da guida neppure i sondaggisti più esperti, autorevoli e ingiustamente vituperati. Dobbiamo solo fare un bel respiro, entrare e vedere che succede.

   
Ma prima di farlo, partiamo dal solo fatto, che è vero e non alternativa, che conosciamo: Joe Biden ha vinto, Donald Trump ha perso.

  

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