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Chi origlia all’ora del tè? La legge scozzese sui reati d’odio vale anche a casa

Gregorio Sorgi

Per molti scozzesi la nuova legge contro i reati d’odio segnerà la fine della libertà di espressione: l’idea più controversa è quella di criminalizzare le affermazioni offensive anche all’interno della propria dimora. E ora la polemica arriva a Londra

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Per molti scozzesi la nuova legge contro i reati d’odio segnerà la fine della libertà di espressione. Le proposte del governo di Edimburgo sono considerate troppo restrittive e, secondo i detrattori, potrebbero addirittura rendere illegali le “conversazioni all’ora del tè”. L’idea più controversa è quella di criminalizzare le affermazioni offensive anche all’interno della propria dimora. La legge attuale sui reati d’odio in Gran Bretagna, che risale al 1986, prevede l’immunità per tutto ciò che viene detto nei luoghi privati. Tuttavia, il ministro della Giustizia dello Scottish Nationalist Party (Snp) Humza Yousaf – uno scozzese figlio di immigrati e primo ministro musulmano nel governo di Edimburgo – ha proposto di abolire questa eccezione.

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Per molti scozzesi la nuova legge contro i reati d’odio segnerà la fine della libertà di espressione. Le proposte del governo di Edimburgo sono considerate troppo restrittive e, secondo i detrattori, potrebbero addirittura rendere illegali le “conversazioni all’ora del tè”. L’idea più controversa è quella di criminalizzare le affermazioni offensive anche all’interno della propria dimora. La legge attuale sui reati d’odio in Gran Bretagna, che risale al 1986, prevede l’immunità per tutto ciò che viene detto nei luoghi privati. Tuttavia, il ministro della Giustizia dello Scottish Nationalist Party (Snp) Humza Yousaf – uno scozzese figlio di immigrati e primo ministro musulmano nel governo di Edimburgo – ha proposto di abolire questa eccezione.

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Il ministro, lui stesso vittima di molti insulti razzisti da parte degli avversari della riforma, sostiene che un crimine così odioso non si può manifestare nemmeno nella sfera privata. Tutte le altre forme di violenza vengono punite anche all’interno della propria abitazione; lo stesso principio deve essere applicato ai reati d’odio. In Scozia si è aperto un grande dibattito, in cui un fronte trasversale – composto dalla Bbc, e le associazioni di categoria di avvocati e magistrati – si è schierato contro il governo. Il sindacato della polizia scozzese ha fatto sapere che la legge “devasterebbe la legittimità” delle forze dell’ordine, a cui toccherebbe il compito di stabilire di fatto i limiti della libertà di espressione.

 

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L’altra grande preoccupazione è che la legge potrebbe criminalizzare le conversazioni domestiche, violando la sfera privata dei cittadini. “Alcuni temi caldi possono essere affrontati a casa e ripetuti in pubblico”, ha detto il segretario generale del sindacato di polizia Calum Steele, che ha usato un esempio pratico. I genitori parlano di un argomento divisivo – come i diritti dei gay o dei trans – davanti ai propri figli piccoli che ingenuamente riportano la conversazione a un adulto che a sua volta sporge denuncia. Secondo la proposta di legge i genitori verrebbero processati per i loro commenti in privato.

 

L’avvocato Sarah Phillimore, membro dell’associazione Fair Cop che si batte contro le violazioni della libertà di espressione, ha paragonato la nuova legge all’apparato di sorveglianza della Stasi nella Germania dell’Est. “Lo stato incoraggerà i cittadini a spiare i loro vicini. Altrimenti come farà ad avere le prove del reato?”. Inoltre è difficile stabilire il confine tra un’opinione legittima e un commento offensivo. La chiesa cattolica scozzese ha detto che, secondo la definizione di reato d’odio fornita dal governo, le proprie posizioni sul matrimonio e gli omosessuali verrebbero considerate tali.

 

Originariamente la proposta di legge voleva punire tutte le presunte “istigazioni all’odio”, anche se l’intenzione non era quella di offendere. Successivamente il ministro Yousaf ha riconosciuto che questo avrebbe condotto all’autocensura e ha precisato che la discriminazione può essere punita solo se volontaria. Come ha spiegato l’ex deputata ebrea del Labour Ruth Smeeth, già vittima di una campagna antisemita nel 2016, le restrizioni alla libertà di stampa possono creare delle conseguenze inattese e pericolose. “I cittadini hanno il diritto di affrontare alcuni argomenti a casa. Se qualcuno legge il Mein Kampf a casa perché sta studiando dovrebbe essere denunciato alla polizia? Dove tracciamo il confine tra la curiosità intellettuale e il reato?”.

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Nelle ultime ore si è aperta la stessa polemica anche a Londra. La Law Commission, un ente governativo con l’obiettivo di migliorare la qualità delle leggi, ha consigliato al Parlamento di seguire l’esempio scozzese e abolire la clausola sui reati d’odio commessi nei luoghi privati. Molti parlamentari conservatori sono insorti contro quella che considerano una fusione tra due nemici esistenziali: il politicamente corretto e l’intromissione dello stato nella vita privata dei cittadini.

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