PUBBLICITÁ

Biden e quel seggio del Nebraska che vale la Casa Bianca

Luciana Grosso

Il peculiare sistema elettorale dello stato americano, condiviso solo con il Maine, potrebbe risultare decisivo per le sorti del candidato democratico. Ma c'è chi non lo ritiene esattamente costituzionale

PUBBLICITÁ

Un seggio. Uno solo. Tanto potrebbe essere, alla fine, il distacco di Joe Biden su Donald Trump nel voto delle electoral college, quello che alla fine conta davvero. È improbabile, ma se l’arrivo e il conteggio dei voti postali dei prossimi giorni non dovessero portare novità, e se le cose restassero come sono oggi, a Joe Biden verrebbero assegnati Arizona e Nevada e a Donald Trump andrebbero Georgia, North Carolina e Pennsylvania.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Un seggio. Uno solo. Tanto potrebbe essere, alla fine, il distacco di Joe Biden su Donald Trump nel voto delle electoral college, quello che alla fine conta davvero. È improbabile, ma se l’arrivo e il conteggio dei voti postali dei prossimi giorni non dovessero portare novità, e se le cose restassero come sono oggi, a Joe Biden verrebbero assegnati Arizona e Nevada e a Donald Trump andrebbero Georgia, North Carolina e Pennsylvania.

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

Se così fosse Biden diventerebbe sì Presidente, ma solo con 270 grandi elettori. Giusti giusti, il minimo indispensabile. Se così alla fine dovesse essere, la ragione di questo unico seggio di vantaggio di Biden starebbe in un’eccezione alla regola, in una glitch del sistema, che si nasconde tra le nevi del Nebraska, stato che raramente (anzi quasi mai) occupa il centro della scena politica.

 

Una anomalia che si spiega così: il Nebraska (stato a trazione repubblicana) e il Maine (a trazione democratica) sono gli unici due stati americani che non consegnano in blocco i loro grandi elettori a chi vince, ma che applicano Congressional District Method, un sistema che consiste nell’assegnare solo una parte dei loro grandi elettori al candidato che vince lo stato. L’altra parte dei loro grandi elettori (2 su 4 nel Maine e 3 su 5 in Nebraska) viene assegnata ai vincitori dei singoli distretti.

 

Se non ci sono grandi differenze tra i singoli distretti chi vince prende tutto. Se ci sono, come quest’anno, la delegazione dello stato si divide e così, dal Maine, il prossimo 14 dicembre, giorno di effettiva elezione del Presidente, partiranno i 3 delegati di Biden e uno di Trump e dal Nebraska partiranno 4 delegati di Trump e un delegato di Biden (più che altro un tedoforo) eletto dal distretto della città di Omaha.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Il sistema in genere non crea grandi sconquassi perché, in linea di massima, c’è uniformità di voto e i tutti i seggi risultano alla fine dello stesso colore. Ma a volte capita (nel 2008, nel 2016 e ovviamente nel 2020) che così non vada e questo fa nascere grandi polemiche attorno all’anomalia di Maine e Nebraska, i cui metodi di assegnazione dei voti vengono considerati, a seconda di come vada, o estremamente democratici o estremamente poco democratici.

 

Così, negli anni si sono alternate proposte di riforme per diffondere questo sistema di assegnare i voti a tutti gli stati, e mozioni per impedirlo. Nei primi anni 2000, per esempio, un gruppo di repubblicani della California, Californians for Equal Representation, propose di applicare il Congressional District Method anche lì, così da impedire che i democratici avessero assicurato il blocco monstre di 55 seggi che lo stato garantisce.

 

Nel 2016, però, gli stessi repubblicani, proposero di eliminare il Congressional District Method dal Nebraska per evitare che i democratici potessero incunearsi nello stato passando per la città operaia di Omaha (cosa che è poi puntualmente successa). A fermarli fu l'ostruzionismo di un cocciuto senatore dell’assemblea locale, Ernie Chambers, molto popolare tra le fila della esigua sinistra dello stato, che riuscì a fermare la proposta repubblicana. E, di fatto e col senno di poi, a rendere possibile l’elezione di Joe Biden. 

 

Ah, una nota di colore, tanto per non far adagiare nessuno sugli allori. Ci sono varie letture del Congressional District Method e secondo alcune il sistema non sarebbe esattamente costituzionale. O meglio: lo è, ma la faccenda è controversa. Il che significa che nella remota possibilità che, per una ragione qualsiasi, le elezioni finissero davanti alla Corte Suprema, oggi dominata dai naturalisti, ossia da quelli che leggono la Costituzione alla lettera, quel seggio potrebbe tornare in ballo.

 

È un’ipotesi remota che prevede il verificarsi di molte ipotesi tutte altrettanto improbabili: che Biden non vinca nessun’altro stato e divenga presidente per un solo voto; che la faccenda arrivi fino alla Corte Suprema, e che i giudici abbiano alla fine voglia e coraggio di imprimere una svolta così radicale alla storia di queste elezioni. È altamente improbabile che tutte queste cose si verifichino tutte nello stesso momento. Ma se c’è una cosa che la politica americana ci ha insegnato è che improbabile non significa impossibile.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ