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Un referendum contro il simbolo sudista

Una magnolia sulla bandiera? Il Mississippi al voto per archiviare il passato

Maurizio Stefanini

Oltre a scegliere fra Trump e Biden, gli elettori dovranno decidere se accettare una bandiera con una magnolia al posto delle "Stars and Bars" sudiste. Il voto degli imprenditori e la resistenza dei nostalgici

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Mentre il paese sceglie tra Trump e Biden, in Mississippi si vota anche il referendum sulla nuova bandiera. Al rischio di non averne nessuna. Dopo le proteste del movimento Black lives matter, la bandiera precedente è stata abolita il 28 giugno dalla Camera locale, con 91 voti contro 23. Motivo: riproduceva il simbolo sudista delle “Stars and Bars”, una croce di Sant’Andrea Azzurra in campo rosso con sopra 13 stelle in bianco.

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Mentre il paese sceglie tra Trump e Biden, in Mississippi si vota anche il referendum sulla nuova bandiera. Al rischio di non averne nessuna. Dopo le proteste del movimento Black lives matter, la bandiera precedente è stata abolita il 28 giugno dalla Camera locale, con 91 voti contro 23. Motivo: riproduceva il simbolo sudista delle “Stars and Bars”, una croce di Sant’Andrea Azzurra in campo rosso con sopra 13 stelle in bianco.

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In realtà, avvertono gli storici, è una classica “invenzione di tradizione”. Gli Stati Confederati d’America, infatti, non fecero mai in tempo a darsi una bandiera ufficiale stabilita, e le “Giubbe Grigie” sventolarono una quantità di varianti. “The Bonnie Blue Flag”, che fu il primo inno dei secessionisti prima della ancor più famosa “Dixie”, parla in effetti di una “diletta bandiera azzurra/ che porta una sola stella”, le cui stelle poi salirono fino a 11. Ma ce ne erano anche versioni a 13, diversi erano poi i colori, e diverse le disposizioni.

 

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Non è in realtà ben chiaro perché, ma dopo che la guerra era finita da tempo nella memoria collettiva si affermò come bandiera confederata quella che era stata effettivamente usata dalla sola armata del Tennessee. Fu quello l’emblema che, nel clima di revival sudista che contraddistinse il Sud di fine ‘800, il Mississippi decise nel 1894 di includere nella propria bandiera. La Georgia lo imitò nel 1956, nel momento in cui le Stars and Bars venivano sventolate dai segregazionisti contrari ai Diritti Civili. Ma nel 2001 il governatore cambiò la bandiera. Sempre nel 2001, anche il Mississippi aveva provato a cambiare. Ma un referendum aveva cassato la proposta, col 64 per cento di no.

 

Investito di nuovo lo stato dalle polemiche, stavolta i legislatori locali hanno deciso di togliere subito l’emblema contestato, e di lasciare agli elettori solo la scelta se dire sì o no a una nuova bandiera con una magnolia con sotto la scritta “In God we Trust”. Le associazioni imprenditoriali sponsorizzano il cambio, sostenendo che la cattiva immagine razzista allontana preziosi investimenti. Ma uno zoccolo duro di nostalgici non si piega. Se la magnolia verrà bocciata, una nuova commissione dovrà selezionare un nuovo simbolo da sottoporre a un nuovo referendum. E intanto, nell’attesa, lo stato resterà senza bandiera.

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