PUBBLICITÁ

la conferenza stampa in diretta

"Contro il virus l'Europa deve restare unita". L'appello di Von der Leyen

David Carretta

In questi otto mesi la Commissione ha cercato di coordinare una risposta comune dei 27 ma molte richieste sono rimaste inascoltate. Test, condivisione delle informazioni, contact tracing: l'Ue rilancia la sua strategia per far fronte alla pandemia e scongiurare un lockdown di Schengen

PUBBLICITÁ

"La situazione Covid-19 è molto grave. Dobbiamo rafforzare la nostra risposta europea", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lanciando l'ennesima strategia dell'Ue per far fronte alla pandemia. Ennesima perché, malgrado gli sforzi dell'esecutivo comunitario, gli stati membri continuano a andare in ordine sparso nell'affrontare la crisi sanitaria del Covid-19. Lo dimostra il primo punto della comunicazione presentata oggi da von der Leyen: "Migliorare il flusso di informazioni per permettere decisioni informate". A otto mesi dall'arrivo della pandemia in Europa, la Commissione è costretta ancora una volta a chiedere ai governi nazionali di "fornire tutti i dati rilevanti al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie": dati epidemiologici, sui test, sul tracciamento dei contatti e sulla sorveglianza sanitaria perché sono "essenziali per verificare la diffusione del coronavirus a livello regionale e nazionale", dice il documento. I capi di stato e di governo ne discuteranno domani in una videoconferenza convocata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ieri ha lanciato l'allarme “tragedia”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


"La situazione Covid-19 è molto grave. Dobbiamo rafforzare la nostra risposta europea", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lanciando l'ennesima strategia dell'Ue per far fronte alla pandemia. Ennesima perché, malgrado gli sforzi dell'esecutivo comunitario, gli stati membri continuano a andare in ordine sparso nell'affrontare la crisi sanitaria del Covid-19. Lo dimostra il primo punto della comunicazione presentata oggi da von der Leyen: "Migliorare il flusso di informazioni per permettere decisioni informate". A otto mesi dall'arrivo della pandemia in Europa, la Commissione è costretta ancora una volta a chiedere ai governi nazionali di "fornire tutti i dati rilevanti al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie": dati epidemiologici, sui test, sul tracciamento dei contatti e sulla sorveglianza sanitaria perché sono "essenziali per verificare la diffusione del coronavirus a livello regionale e nazionale", dice il documento. I capi di stato e di governo ne discuteranno domani in una videoconferenza convocata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ieri ha lanciato l'allarme “tragedia”.

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

In questi otto mesi la Commissione ha cercato di coordinare una risposta comune dei 27, essenziale per preservare la libera circolazione di merci e persone, oltre che per far sopravvivere l'economia. In Francia questa sera Emmanuel Macron annuncerà un nuovo confinamento nazionale. In Germania Angela Merkel sta consultando i governatori dei Land e domani dovrebbe annunciare la chiusura di bar e ristoranti per un mese. In Belgio, che ha superato la Repubblica ceca come primo paese in termini di nuovi casi, il governo tornerà a riunirsi venerdì e in molti si attendono un secondo lockdown generale perché il coprifuoco e la chiusura di bar e ristoranti non sono bastati a frenare la saturazione degli ospedali. "Chiedo agli stati membri di lavorare insieme in stretto contatto", ha detto von der Leyen: "I passi coraggiosi presi ora aiuteranno a salvare vite e proteggere mezzi di sostentamento".

 

Eppure gli appelli della Commissione sono rimasti in gran parte inascoltati. Linee guida per la riapertura delle frontiere a giugno; richiesta di rafforzare i preparativi per la seconda ondata, compresi stress test dei sistemi sanitari in luglio; proposta di uniformare i criteri epidemiologici, le zone rosse e le quarantene in settembre; strategia per la vaccinazione contro il Covid-19 in ottobre: ogni volta i governi nazionali hanno finto di non sentire o si sono opposti perché la sanità è di logo competenza e non hanno alcuna intenzione di cedere a Bruxelles il potere di decidere al posto loro.

 

Nel frattempo sono stati lanciati appalti comuni per milioni di mascherine, guanti e tute protettive (1,4 miliardi di euro), respiratori (1,4 miliardi), materiale da laboratorio per i test 192 milioni), medicinali per le terapie intensive (543 milioni) e fornitura di 500 mila dosi di Remdesivir (3,4 miliardi). Ma spesso i governi nazionali si sono dimenticati di sottoporre i loro ordini. Un altro appalto comune è partito per il materiale necessario alle vaccinazioni, mentre la Commissione ha firmato contratti anticipati per la fornitura di tre vaccini per un valore di oltre un miliardo di euro e quasi un miliardo di dosi (altri tre contratti sono in via di negoziazione per 1,45 miliardi).

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

La Commissione oggi ci riprova. Il secondo punto della sua comunicazione riguarda una strategia di test più efficace e rapida. Agli stati membri viene raccomandato di usare anche i test rapidi antigenici e viene chiesto di fornire indicazioni sui gruppi prioritari, le capacità e le risorse a disposizione. I governi nazionali dovrebbero rispondere entro metà novembre. Nel frattempo, la Commissione acquisterà 100 milioni di euro di test antigenici da distribuire ai 27 e lancerà un appalto congiunto per assicurare una fornitura molto più consistente. I test servono anche a tenere le frontiere aperte. La Commissione chiede che gli stati membri accettino il principio del mutuo riconoscimento dei testi effettuati negli altri paesi dell'Ue. Per facilitare la gestione della seconda ondata, l'esecutivo comunitario ha deciso di estendere la sospensione di dazi doganali e Iva per le improtazioni di materiale medico e propone di sospendere l'Iva su vaccini e test.

 

PUBBLICITÁ

Il terzo punto della strategia della Commissione riguarda il contact tracing. Il lavoro per far interagire le App nazionali era stato avviato a marzo. Ma il sistema europeo è partito solo il 19 ottobre. Oggi tre paesi - Germania, Irlanda e Italia - hanno App interconnesse tra loro. E potenzialmente solo 17 App nazionali possono entrare nel sistema dell'Ue. Due stati membri hanno scelto sistemi centralizzati. Altri otto non hanno alcuna App. La Commissione poi oggi torna sulla strategia di vaccinazione lanciata appena 13 giorni fa, chiedendo agli stati membri di presentare "strategie nazionali" e di condividerle con l'Ue per una valutazione della loro efficacia. La Commissione lancia anche un appello a condurre campagne di comunicazione per rispondere alle informazioni false e pericolose che continuano a circolare.

 

Nel testo della comunicazione di oggi emerge anche la preoccupazione di un lockdown di Schengen. La Commissione chiede ai governi di "attuare pienamente" la raccomandazione per un approccio coordinato sulle restrizioni alla libertà di movimento, che prevede quarantena o test per chi viaggia, ma non la chiusura delle frontiere. "Qualsiasi misura di controllo alla frontiera interna rimanente legata al Covid dovrebbe essere tolta", dice la Commissione. L'esecutivo comunitario e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie lavorano a un protocollo di test per i viaggiatori, a un approccio comune per le quarantene e a una scheda di individuazione dei passeggeri (Passenger locator form) europeo. Ma già tre paesi hanno chiuso le frontiere ai cittadini europei non residenti: Ungheria, Finlandia e Repubblica ceca. Anche per questa ragione la Commissione propone di estendere le "Green Lanes", le corsie verdi preferenziali per il trasporto di merci all'interno dell'Ue. Il timore è che si ritorni alla situazione di marzo e aprile, quando i lockdown nazionali portarono alla chiusura della libera circolazione nell'Europa senza frontiere di Schengen.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ