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"Ricordati Joey"

Il legame tra Biden e Irlanda potrebbe cambiare i rapporti tra Washington e Londra

Se vince Trump negoziare sarà più difficile, con l'ex vicepresidente invece Johnson potrebbe avere più punti in comune, a cominciare dal multilateralismo

Gregorio Sorgi

Le origini, la zia Gertie e Scranton. Il candidato democratico è molto attento ai negoziati sulla Brexit ma il futuro rapporto con la Gran Bretagna riguarda la questione irlandese e seguirà due possibili scenari 

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Il giorno dopo il referendum sulla Brexit Joe Biden tenne un discorso all’università Trinity College Dublin, che gli aveva conferito una laurea ad honorem. L’allora vicepresidente americano ricordò le sue origini irlandesi e non nascose una certa delusione per la vittoria del leave. “Avremmo preferito un esito diverso, e immagino che lo stesso valga per molti di voi”, disse Biden prima di fare una precisazione importante, che oggi fa tremare il governo di Londra. “Il legame speciale tra America e Gran Bretagna resterà intatto ma il rapporto con l’Irlanda e l’Unione europea sarà il cardine del nostro coinvolgimento internazionale”. Questo significa che il Regno Unito verrà trascurato da un’eventuale presidenza Biden? 

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Il giorno dopo il referendum sulla Brexit Joe Biden tenne un discorso all’università Trinity College Dublin, che gli aveva conferito una laurea ad honorem. L’allora vicepresidente americano ricordò le sue origini irlandesi e non nascose una certa delusione per la vittoria del leave. “Avremmo preferito un esito diverso, e immagino che lo stesso valga per molti di voi”, disse Biden prima di fare una precisazione importante, che oggi fa tremare il governo di Londra. “Il legame speciale tra America e Gran Bretagna resterà intatto ma il rapporto con l’Irlanda e l’Unione europea sarà il cardine del nostro coinvolgimento internazionale”. Questo significa che il Regno Unito verrà trascurato da un’eventuale presidenza Biden? 

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Lo sostiene l’ex rappresentante permanente britannico a Bruxelles Ivan Rogers che ha detto in un’intervista all’Observer che la vittoria di Donald Trump verrebbe accolta con favore a Downing Street e renderebbe più probabile un’uscita senza accordo dall’Ue. Tuttavia, dopo avere a lungo sperato nelle promesse euroscettiche di Donald Trump, il governo di Londra si è rassegnato alla probabile convivenza con un’amministrazione democratica per i prossimi quattro anni. Il più grande ostacolo tra Boris Johnson e l’ex vicepresidente americano riguarda la questione irlandese. Biden non vede di buon occhio la strategia di Johnson, che è disposto sacrificare il processo di pace nell’Irlanda del Nord pur di ottenere un buon accordo dall’Ue. Per l’ex vicepresidente questo è un tema identitario su cui non è disposto a scendere a compromessi. “Ho un obbligo morale verso l’Irlanda”, disse l’allora candidato alle primarie democratiche in un’intervista molto personale alla rivista Irish America nel 1987. Biden ha trascorso l’infanzia nel quartiere degli emigrati irlandesi nella città di Scranton in Pennsylvania ed è cresciuto in un milieu ultra cattolico in cui amici e parenti si identificavano con la madrepatria. “Ricordati Joey, la tua goccia di sangue più preziosa è quella irlandese”, gli ripeteva la nonna materna il cui nonno era emigrato in America nel 1845, quando in Irlanda c’era la carestia. La sera prima di andare a dormire il piccolo Joe si recava in camera della zia Gertie, che gli raccontava la storia della guerra d’indipendenza irlandese dal 1919 al 1921. 

 

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Il legame profondo tra Biden e l’Irlanda è durato negli anni, e oggi potrebbe avere delle conseguenze enormi sui rapporti anglo americani. Nelle ultime settimane alcuni membri di spicco della comunità irlandese in America hanno organizzato degli eventi a sostegno della candidatura di Biden. Questo blocco elettorale è potenzialmente enorme - in Pennsylvania il 16 per cento della popolazione ha origini irlandesi - ma vota in modo difforme. I cattolici più anziani e tradizionalisti tendono a esprimersi per i repubblicani mentre i giovani sono filo democratici. Il famoso politologo irlandese Brendan O’Leary, che insegna all’Università della Pennsylvania e ha partecipato agli eventi a sostegno di Biden, spiega al Foglio che il tema della Brexit interessa soprattutto gli immigrati più giovani, che hanno un legame stretto con la madrepatria. A settembre lo stato maggiore del Partito democratico ha condannato la legge del governo inglese che viola il protocollo nordirlandese, una serie di norme ad hoc per tutelare il processo di pace tra Dublino e Belfast. “Non possiamo consentire che l’accordo del Venerdì Santo che ha portato la pace nell’Irlanda del Nord diventi una vittima della Brexit”, ha scritto Biden su Twitter il 16 settembre: “Ogni accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito deve rispettare l’accordo (del Venerdì Santo, ndr) e scongiurare il ritorno di una frontiera. Punto”. 

 

I rapporti futuri tra Biden e Johnson dipenderanno molto dall’intesa commerciale che verrà raggiunta tra Londra e Bruxelles. Ci sono due possibili scenari. Se la Gran Bretagna dovesse uscire senza accordo, violando le norme del protocollo nordirlandese, allora l’Amministrazione Biden si rifiuterebbe di scendere a patti con Johnson. Ma se il Regno Unito e l’Ue dovessero trovare un’intesa che rispetta gli accordi del Venerdì Santo, il governo conservatore potrebbe sedersi al tavolo con Biden. “Se vincessero i democratici la Gran Bretagna avrebbe un grande incentivo per trovare un accordo con l’Ue”, spiega Brendan O’ Leary: “Il governo britannico non si aspettava che la violazione dell’accordo di recesso portasse a una condanna così netta da parte degli irlandesi americani sia repubblicani che democratici”. O’Leary è convinto che per la Gran Bretagna sarebbe più semplice negoziare con Biden che con Trump. “Il presidente costringerebbe la Gran Bretagna a sacrificare un interesse strategico per raggiungere un accordo. Una delle ipotesi è di includere il sistema sanitario britannico in un’eventuale intesa con gli Stati Uniti. Al contrario un’amministrazione democratica sarebbe più interessata a mantenere la Gran Bretagna nell’orbita di Bruxelles e trovare un accordo sulla proprietà intellettuale e il libero commercio. Questo scenario sarebbe di fatto una soft Brexit”. Anche alcuni influenti commentatori conservatori, come l’ex ministro degli Esteri e brexiteer William Hague e l’editorialista del Times Daniel Finkelstein, sostengono che la vittoria di Biden sia nell’interesse nazionale della Gran Bretagna. Trump si è servito della retorica dei brexiteer per raggiungere i suoi fini politici ma non ha offerto alcuna concessione a Londra.

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Così come abbiamo sopravvalutato le credenziali euroscettiche di Trump, potremmo avere sottovalutato le convergenze tra Biden e Johnson in tema di politica estera. “In teoria una vittoria di Biden dovrebbe agevolare le relazioni transatlantiche”, spiega Alan Mendoza, direttore del think tank Henry Jackson Society, secondo cui il candidato democratico “appartiene a una generazione di leader americani eurocentrici”. A differenza di Trump, sia Biden sia Johnson sono dei sostenitori del multilateralismo e delle istituzioni internazionali. Biden ha promesso di aderire nuovamente all’accordo di Parigi sul cambiamento climatico a cui la Gran Bretagna ha sottoscritto e da cui il presidente americano si è dissociato nel 2017. Sia Biden sia Johnson sostengono l’intesa sul nucleare con l’Iran da cui l’America di Trump ha preso le distanze. Una volta superato l’ostacolo della Brexit, i nuovi rapporti anglo americani potrebbero rivelarsi più sereni degli ultimi quattro anni

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