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Chiamate l'arbitro

L’Ue vorrebbe esprimere una candidata per la Wto, ma non ci riesce

La presidente della Gavi contro l'ex ministro del Commercio di Seul, la decisione sarà geopolitica e si baserà sui disaccordi

Micol Flammini

Germania e Francia vorrebbero la nigeriana Okonjo-Iweala, l’Europa centro-orientale e i baltici la sudcoreana Yoo. Ieri niente intesa, ci riproveranno lunedì

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Roma. L’Unione europea non riesce a mettersi d’accordo su quale sia il candidato da sostenere per la direzione della Wto, se la nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala o la sudcoreana Yoo Myung-hee. L’ambizione iniziale della Commissione europea era quella di fornire un candidato tutto europeo per rafforzare gli strumenti a disposizione dell’Unione per contrastare, soprattutto, le minacce di dazi da parte degli Stati Uniti. La ricerca di un candidato che mettesse d’accordo tutti in Europa non è andata bene. L’idea di presentare l’ex commissario al Commercio, l’irlandese Phil Hogan – che si è dovuto dimettere in agosto per aver partecipato a una cena con troppe persone quando le cene con troppe persone erano vietate per la pandemia – non ha convinto né Hogan né gli europei, per cui la Commissione ha rinunciato all’idea. Tra gli otto candidati il più europeo era il britannico, e anche brexiteer, Liam Fox e l’Ue non ha mai avuto grande simpatia per lui, sin dall’inizio. La corsa è diventata a due e il nome del futuro direttore dell’Organizzazione mondiale del commercio verrà deciso tra il 28 ottobre e il 7 novembre. Sono rimaste Ngozi Okonjo-Iweala e la sudcoreana Yoo Myung-hee a contendersi il titolo e l’Ue, che non ha saputo esprimere un proprio candidato, vuole almeno arrivare alla votazione finale  unita, con un’unica preferenza europea – “sarebbe importante”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – eppure mettersi d’accordo non è così semplice. La presidenza tedesca e la Commissione erano convinte che tutti i paesi sostenessero l’economista nigeriana, e credevano di poter indicare, senza troppe difficoltà, questa settimana il candidato dell’Unione. Ma si sono fatti avanti i rappresentanti di cinque paesi membri che hanno cercato di far valere la candidatura della Yoo, che piace di più all’Europa centro-orientale e ai paesi baltici. Le motivazioni sono economiche, la Corea del sud ha stretti rapporti con molti paesi dell’est, le aziende di Seul hanno degli importanti stabilimenti automobilistici in Repubblica ceca e in Slovacchia, mentre Samsung Electronics ha interessi in Polonia. Ma secondo altri paesi ci sarebbe anche da considerare la maggior esperienze nel campo commerciale che renderebbe la Yoo  più idonea come guida della Wto. 

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Roma. L’Unione europea non riesce a mettersi d’accordo su quale sia il candidato da sostenere per la direzione della Wto, se la nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala o la sudcoreana Yoo Myung-hee. L’ambizione iniziale della Commissione europea era quella di fornire un candidato tutto europeo per rafforzare gli strumenti a disposizione dell’Unione per contrastare, soprattutto, le minacce di dazi da parte degli Stati Uniti. La ricerca di un candidato che mettesse d’accordo tutti in Europa non è andata bene. L’idea di presentare l’ex commissario al Commercio, l’irlandese Phil Hogan – che si è dovuto dimettere in agosto per aver partecipato a una cena con troppe persone quando le cene con troppe persone erano vietate per la pandemia – non ha convinto né Hogan né gli europei, per cui la Commissione ha rinunciato all’idea. Tra gli otto candidati il più europeo era il britannico, e anche brexiteer, Liam Fox e l’Ue non ha mai avuto grande simpatia per lui, sin dall’inizio. La corsa è diventata a due e il nome del futuro direttore dell’Organizzazione mondiale del commercio verrà deciso tra il 28 ottobre e il 7 novembre. Sono rimaste Ngozi Okonjo-Iweala e la sudcoreana Yoo Myung-hee a contendersi il titolo e l’Ue, che non ha saputo esprimere un proprio candidato, vuole almeno arrivare alla votazione finale  unita, con un’unica preferenza europea – “sarebbe importante”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – eppure mettersi d’accordo non è così semplice. La presidenza tedesca e la Commissione erano convinte che tutti i paesi sostenessero l’economista nigeriana, e credevano di poter indicare, senza troppe difficoltà, questa settimana il candidato dell’Unione. Ma si sono fatti avanti i rappresentanti di cinque paesi membri che hanno cercato di far valere la candidatura della Yoo, che piace di più all’Europa centro-orientale e ai paesi baltici. Le motivazioni sono economiche, la Corea del sud ha stretti rapporti con molti paesi dell’est, le aziende di Seul hanno degli importanti stabilimenti automobilistici in Repubblica ceca e in Slovacchia, mentre Samsung Electronics ha interessi in Polonia. Ma secondo altri paesi ci sarebbe anche da considerare la maggior esperienze nel campo commerciale che renderebbe la Yoo  più idonea come guida della Wto. 

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Dalla parte dell’economista nigeriana ci sono Francia e Germania, e Berlino sta cercando di parlare singolarmente con tutti i paesi per convincerli dell’importanza di arrivare con un accordo al momento del voto. Scrive Politico che sarà l’Ungheria l’ostacolo più difficile, è pronta a puntare i piedi, mentre gli altri sono pronti a fare un passo indietro. La riunione di ieri non ha portato risultati, gli ambasciatori dell’Ue ci riproveranno lunedì, e molti hanno paura che l’Ue possa finire per appoggiare pubblicamente il candidato perdente: Stati Uniti e Cina non si sono ancora pronunciati. Ngozi Okonjo-Iweala è l’ex ministro delle Finanze della Nigeria, è stata vice alla Banca mondiale, è stata un punto di riferimento per le riforme neoliberali nel suo paese e oggi è presidente della Gavi, l’Alleanza Mondiale per Vaccini e Immunizzazioni che in questo periodo sta avendo un ruolo importantissimo e per l’economista è una carta in più. La Yoo invece è l’ex ministro del Commercio della Corea del sud, e secondo molti è una negoziatrice molto brava, anche se, scrive l’Economist, davanti a tutte le debolezze e alle complicazioni dell’Organizzazione sembra che anche lei più che una forte spinta riformatrice cercherebbe accordi facili da raggiungere. La Okonjo-Iweala finora è stata più convincente, quando a metà luglio ha spiegato perché la sua fosse la candidatura migliore ha detto che se la Wto non ci fosse bisognerebbe inventarla e ha detto di avere fama di essere una riformatrice durissima, e di questo ha bisogno l’Organizzazione. L’economista nigeriana  sembra avere più possibilità. Ma manca ancora la voce unita dell’Ue. 
 

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