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Il leader dei giovani della Cdu ci parla della successione della Merkel

Daniel Mosseri

Tilman Kuban ci dice cosa apprezza e cosa no dei tre candidati. La Junge Union sta votando, il profilo sembra quello di Merz

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Una settimana fa la Junge Union, sezione giovanile del partito di Angela Merkel, la Cdu, ha invitato Friedrich Merz, Armin Laschet e Norbert Röttgen a spiegare perché il prossimo congresso dovrebbe eleggere uno di loro alla testa del partito. E Tilman Kuban, che guida la Junge Union dal 2019, ha spiegato al Foglio il senso del confronto online, in cui ogni candidato aveva cinque minuti per parlare del futuro non solo della Cdu ma di tutto il paese: perché chi vince la corsa avrà anche ottime chance di farsi eleggere cancelliere. Se il molto popolare governatore bavarese Markus Söder non si metterà di traverso, a Natale 2021 il nuovo capo del governo potrebbe essere uno dei tre ospiti di Kuban.

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Una settimana fa la Junge Union, sezione giovanile del partito di Angela Merkel, la Cdu, ha invitato Friedrich Merz, Armin Laschet e Norbert Röttgen a spiegare perché il prossimo congresso dovrebbe eleggere uno di loro alla testa del partito. E Tilman Kuban, che guida la Junge Union dal 2019, ha spiegato al Foglio il senso del confronto online, in cui ogni candidato aveva cinque minuti per parlare del futuro non solo della Cdu ma di tutto il paese: perché chi vince la corsa avrà anche ottime chance di farsi eleggere cancelliere. Se il molto popolare governatore bavarese Markus Söder non si metterà di traverso, a Natale 2021 il nuovo capo del governo potrebbe essere uno dei tre ospiti di Kuban.

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Che si è ben guardato dall’esprimere in modo netto una preferenza: gli iscritti alla JU hanno ancora una settimana di tempo per dire quali dei tre candidati abbiano gradito di più, “e comunque vada, la consultazione non è vincolante per il congresso”, ha messo le mani avanti il politico classe 1987. Kuban è molto cauto: tanto lui quanto il suo predecessore Paul Ziemak, promosso due anni fa a segretario generale del partito, sono esponenti dei conservatori della Cdu, una corrente in affanno dopo undici anni di coalizioni con la Spd, sui 15 di governo Merkel. La JU preferisce guardare ai contenuti: “Ci è piaciuto come ognuno dei candidati immagini la creazione di un ministero unico per la digitalizzazione”. La JU non è soddisfatta del ritmo con cui il governo modernizza il paese.

 

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Al renano Laschet, Kuban concede di aver illustrato “progetti interessanti” per utilizzare l’idrogeno quale vettore energetico, “un settore in cui i giapponesi sono più avanti a noi”. Al pari di Merkel, Laschet non alza la voce ma è abituato a vincere le elezioni: nel 2017 ha strappato il Nord Reno-Vestfalia (NRW) dalle mani della Spd per formare un governo con i Liberali. Se il suo stile non infiamma la JU, il governatore ha un asso nella manica: corre in ticket con il ministro della Salute Jens Spahn. Già dirigente JU, cattolico praticante, gay dichiarato (è sposato con un giornalista), Spahn è il terzo politico più popolare dopo Merkel e il bavarese Söder secondo un sondaggio ZDF Politbarometer di questi giorni.

 

Di Röttgen, Kuban dice: “Apprezziamo la sua ambizione di creare un campione europeo per il 5G che unisca le competenze dei differenti paesi: l’Ue non può dipendere da giocatori terzi”. Politico centrista, di lui si ricorda come Merkel lo silurò dall’Ambiente dopo che aveva perso le elezioni in NRW nel 2012 : Laschet vendicherà il partito cinque anni dopo. Si percepisce un po’ più di entusiasmo, invece, quando Kuban parla di Merz, ricordando “il suo chiaro posizionamento per la giustizia intergenerazionale: in un periodo in cui in Germania decine di migliaia di baby boomers si accingono ad andare in pensione, Merz ha ricordato che anche i giovani di oggi hanno il diritto a un trattamento di vecchiaia domani”. Una questione, quella della sostenibilità del sistema previdenziale, più appassionante di quella dell’idrogeno nelle pile a combustibile.

 

Le cose che Merz dice piacciono, ma il cavallo di razza della Cdu e storico rivale di Merkel non è popolare nel paese. Per appoggiarlo c’è dunque tempo. Tanto più che il congresso è incerto per via del Covid (ed è già stato rimandato lo scorso aprile per lo stesso motivo). Nessuno dei tre candidati fa battere il cuore degli elettori ma alla fine saranno i delegati a scegliere il nuovo leader Cdu. Anche per la JU l’obiettivo più importante non è un nome ma vincere le elezioni il prossimo anno. Per governare con i Verdi? “Spero che gli elettori scelgano con forza la Cdu e i Csu senza perdersi in speculazioni sulle alleanze successive. Solo un partito unito nelle sue componenti liberale, conservatrice e cristiano sociale potrà confermarsi come l’unico”, e l’ultimo, “Volskpartei in Germania”.

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