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Anche questo attentatore in Francia non era un lupo solitario

Daniele Ranieri

Il decapitatore ceceno che ha ucciso il professore Paty vicino a Parigi aveva contatti in Siria

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Il Foglio ha ascoltato l’audio in russo che il diciottenne ceceno Abdullah Anzorov ha registrato subito dopo l’infame decapitazione del professore Samuel Paty in mezzo a una strada di Conflans-Sainte-Honorine, vicino a Parigi. Anzorov annuncia “questo è il professore che ha mostrato le immagini del profeta Maometto in modo offensivo”, chiede ai fratelli “pregate perché io sia accettato come martire” e dice “sono in Francia e combatterò contro gli infedeli”. Chi fa circolare il messaggio sui social ha aggiunto in coda alle sue parole un inno ispirato dallo Stato islamico, che per la precisione fu inciso dai fratelli Clain, Jean-Michel e Fabien, due dei terroristi del gruppo più famosi in Francia entrambi morti in Siria l’anno scorso. Fabien è l’uomo che incise anche il messaggio di rivendicazione in francese per gli attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi. Ma ieri sera è uscito il bollettino settimanale dello Stato islamico e non si intesta l’attacco. Pur elogiando il macellaio ceceno – “preghiamo perché Dio ricompensi la sua azione” – l’organo dello Stato islamico lo definisce “un giovane musulmano” e quindi non rivendica alcuna appartenenza. 

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Il Foglio ha ascoltato l’audio in russo che il diciottenne ceceno Abdullah Anzorov ha registrato subito dopo l’infame decapitazione del professore Samuel Paty in mezzo a una strada di Conflans-Sainte-Honorine, vicino a Parigi. Anzorov annuncia “questo è il professore che ha mostrato le immagini del profeta Maometto in modo offensivo”, chiede ai fratelli “pregate perché io sia accettato come martire” e dice “sono in Francia e combatterò contro gli infedeli”. Chi fa circolare il messaggio sui social ha aggiunto in coda alle sue parole un inno ispirato dallo Stato islamico, che per la precisione fu inciso dai fratelli Clain, Jean-Michel e Fabien, due dei terroristi del gruppo più famosi in Francia entrambi morti in Siria l’anno scorso. Fabien è l’uomo che incise anche il messaggio di rivendicazione in francese per gli attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi. Ma ieri sera è uscito il bollettino settimanale dello Stato islamico e non si intesta l’attacco. Pur elogiando il macellaio ceceno – “preghiamo perché Dio ricompensi la sua azione” – l’organo dello Stato islamico lo definisce “un giovane musulmano” e quindi non rivendica alcuna appartenenza. 

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Sappiamo però che Anzorov non era un lupo solitario e si appoggiava a una guida all’estero. Secondo un articolo pubblicato ieri dal Le Parisien, che ha contatti fra gli investigatori che conducono l’inchiesta, il giovane chattava via Instagram con un combattente di lingua russa che è stato localizzato grazie all’indirizzo Ip nella regione di Idlib, nel nord della Siria e aveva contatti anche con un altro jihadista nella stessa zona. Idlib è una grande area al confine con la Turchia controllata da un assortimento vario di fazioni armate che è dominato dai gruppi islamisti e tra questi gruppi islamisti il più forte è Hayat Tahrir al Sham.

 
Ci sono molti volontari e fanatici di lingua russa che combattono per i gruppi che coabitano nella regione di Idlib, quindi capire con chi parlasse Anzorov non sarà facile. Si sa che a settembre il diciottenne faceva a questo suo mentore molte domande di teologia, che però nei gruppi jihadisti hanno quasi sempre risvolti pratici. Chi è lecito uccidere, perché, in quali condizioni. Il giovane oltre a chiedere come fare per andare a vivere in un paese musulmano menzionava il gruppo Hayat Tahrir al Sham come la “scelta migliore” per andare a combattere “la guerra santa”.

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Il giornalista francese Wassim Nasr ha contattato il portavoce del gruppo Hayat Tahrir al Sham per sapere se loro rivendicassero l’uccisione rituale in mezzo alla strada del professore Samuel Paty, ma quello ha negato ogni collegamento e ha rovesciato la responsabilità sul presidente francese Emmanuel Macron, “chiedete a lui”. E’ chiaro che non vuole che il nome del gruppo sia collegato all’attacco, ma fa parte di una fazione che sostiene un’ideologia estrema. Quelli di Hayat Tahrir al Sham combattono anche contro al Qaida e contro lo Stato islamico, ma sono lo stesso islamisti pericolosi e gli scontri sono più una questione di potere che altro. 

 

La famiglia di Anzorov, che è stata arrestata il giorno dopo l’uccisione di Paty, dice che il diciottenne si era radicalizzato quest’anno, aveva smesso di bere, di frequentare donne e ogni altro comportamento che non fosse lecito secondo l’islam. La madre temeva che sarebbe andato a combattere in Siria – e non sbagliava. A guardare a ritroso il profilo Twitter del ceceno, aperto a luglio e ora cancellato, si vede che il contenuto era estremo (per esempio uno stendardo celebrativo postato l’11 settembre). In effetti era già stato segnalato due volte al portale Pharos, che è la piattaforma del ministero dell’Interno francese che riceve le denunce dei navigatori sui comportamenti illeciti su Internet. Ma non era successo niente, perché dal portale dicono che le segnalazioni per messaggi pubblici di quel tipo sono così frequenti che in pratica non contano nulla. 

 

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Anzorov è riuscito anche a ottenere aiuto inconsapevole sul campo. Ha dato trecento euro a due studenti per farsi indicare chi era il professore Paty, all’uscita della scuola. Ha detto loro che voleva fargli chiedere scusa per aver mostrato le vignette su Maometto e filmarlo. Gli studenti ci hanno creduto e hanno preso il denaro, continuano a dire che non avevano idea di cosa sarebbe successo.

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