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Mary Lou McDonald, leader di Sinn Féin, ci dice che il no deal aiuta “l’Irlanda unita”

Gregorio Sorgi

L’accordo di recesso tra Londra e Bruxelles aveva introdotto norme ad hoc per tutelare il processo di pace, ma il governo Johnson è intenzionato a violare queste regole in caso di no deal. Secondo la numero uno del partito nazionalista irlandese questa evenienza “renderà ancora più urgente il bisogno di affrontare la questione costituzionale”

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La minaccia di Boris Johnson di terminare i negoziati con l’Ue potrebbe inaspettatamente favorire l’unione tra le due Irlande. La leader del partito nazionalista irlandese Sinn Féin, Mary Lou McDonald, si oppone nettamente al no deal, che rischia di compromettere il processo di pace tra Dublino e Belfast, ma intravede dei segnali positivi. “Noi siamo sicuri che, a causa dei cambiamenti politici e demografici, siamo sulla strada verso un referendum sulla riunificazione della nostra isola”, ha detto la leader di Sinn Féin in un incontro online con i giornalisti della stampa estera a Londra.

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La minaccia di Boris Johnson di terminare i negoziati con l’Ue potrebbe inaspettatamente favorire l’unione tra le due Irlande. La leader del partito nazionalista irlandese Sinn Féin, Mary Lou McDonald, si oppone nettamente al no deal, che rischia di compromettere il processo di pace tra Dublino e Belfast, ma intravede dei segnali positivi. “Noi siamo sicuri che, a causa dei cambiamenti politici e demografici, siamo sulla strada verso un referendum sulla riunificazione della nostra isola”, ha detto la leader di Sinn Féin in un incontro online con i giornalisti della stampa estera a Londra.

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McDonald ha raggiunto un risultato storico nelle elezioni politiche dello scorso febbraio – il suo partito è arrivato primo con il 24,5 per cento dei voti – ma è stata esclusa dall’alleanza di governo tra due partiti conservatori, Fianna Fáil e Fine Gael. Nel frattempo la popolarità di Sinn Féin è cresciuta ulteriormente – i sondaggi gli attribuiscono addirittura il 32 per cento dei voti – e secondo gli esperti sarà difficile escluderlo ancora per molto. “Vogliamo andare al potere a Dublino”, afferma McDonald che intende sfruttare il suo capitale politico per indire un referendum sull’unione tra le due Irlande il prima possibile.

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La Brexit ha dato nuova linfa alla causa indipendentista che aveva perso la sua ragione d’essere dopo l’accordo del Venerdì Santo del 1998, che aveva di fatto annullato il confine tra le due Irlande. L’accordo di recesso tra Londra e Bruxelles aveva introdotto norme ad hoc per tutelare il processo di pace, ma il governo Johnson è intenzionato a violare queste regole in caso di no deal. Secondo McDonald questa evenienza “renderà ancora più urgente il bisogno di affrontare la questione costituzionale”.

 

Il candidato dei democratici americani, Joe Biden, ha detto di non essere disposto a negoziare un accordo commerciale con la Gran Bretagna finché non avrà messo al sicuro il processo di pace nell’Irlanda del nord. Rispondendo a una domanda del Foglio, McDonald ha precisato che la difesa degli accordi del Venerdì Santo è “un tema bipartisan” condiviso dai democratici e dai repubblicani negli Stati Uniti. La leader di Sinn Féin intende sfruttare gli “eventi storici” degli ultimi anni per conseguire l’obiettivo esistenziale del suo partito. “Crediamo che possa avvenire una transizione costituzionale entro il prossimo decennio”, spiega la leader che precisa: “Non voglio darvi una data esatta perché andranno svolti molti preparativi”.

 

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La legge prevede che il governo di Londra possa convocare un referendum nel momento in cui emerge una maggioranza a favore dell’unione da entrambi i lati del confine. L’opinione pubblica nordirlandese è sempre più favorevole all’indipendenza. Secondo McDonald questa tendenza è dovuta a un cambiamento generazionale che ha portato molti giovani ad avere “un’opinione diversa rispetto ai loro genitori e nonni” e vedere l’unione tra le due Irlande come “qualcosa di eccitante”. Molti esperti sostengono che la crescita della popolazione cattolica nell’Irlanda del nord, che ha scalfito la vecchia egemonia protestante e filo britannica, ha cambiato gli equilibri elettorali in senso indipendentista. McDonald ribadisce di volere raggiungere l’unione tra le due Irlande “in modo ordinato, democratico e assolutamente pacifico”.

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La giovane leader vuole archiviare il vecchio legame tra Sinn Féin e l’organizzazione militante Ira che ha macchiato la reputazione del partito. McDonald ha poco a che spartire con il suo predecessore Gerry Adams, storico leader di Sinn Féin e protagonista dell’insurrezione repubblicana negli anni Ottanta e Novanta. L’attuale capo dell’opposizione invece è una figlia della classe media dublinese che ha spostato il partito sulle posizioni della sinistra radicale europea. Lo scorso febbraio Sinn Féin ha puntato la propria campagna elettorale sulla lotta alle diseguaglianze e le politiche sociali, e ha riscosso un grande successo soprattutto tra i giovani.

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