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Emergenza visoni in Danimarca. A rischio anche gli allevamenti nel nord Italia

Greta Privitera

A Copenaghen vengono abbattuti perché contagiano l’uomo. Pericolo per gli allevamenti di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia

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Nella foto si vedono decine di uomini in tuta bianca e maschera grigia che spingono delle casse sigillate di colore verde. Camminano uno dietro l’altro su un sentiero che sembra costeggiare un campo coltivato e anche senza sapere che cosa stiano facendo, c’è un senso. E’ un’immagine diventata virale sui social e mostra gli addetti del governo danese mentre portano migliaia di visoni nelle camere a gas, con un ordine: sopprimerne un milione. Da giugno a settembre, negli allevamenti sono scoppiati sei focolai di coronavirus, è successo anche in Olanda, Spagna e Stati Uniti, ma essendo la Danimarca il primo produttore mondiale di pelli di visone, si trova ad affrontare un numero molto più preoccupante di contagi rispetto agli altri paesi.

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Nella foto si vedono decine di uomini in tuta bianca e maschera grigia che spingono delle casse sigillate di colore verde. Camminano uno dietro l’altro su un sentiero che sembra costeggiare un campo coltivato e anche senza sapere che cosa stiano facendo, c’è un senso. E’ un’immagine diventata virale sui social e mostra gli addetti del governo danese mentre portano migliaia di visoni nelle camere a gas, con un ordine: sopprimerne un milione. Da giugno a settembre, negli allevamenti sono scoppiati sei focolai di coronavirus, è successo anche in Olanda, Spagna e Stati Uniti, ma essendo la Danimarca il primo produttore mondiale di pelli di visone, si trova ad affrontare un numero molto più preoccupante di contagi rispetto agli altri paesi.

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Se inizialmente le autorità sanitarie di Copenaghen hanno escluso misure drastiche, ritenendo che il rischio di trasmissione agli esseri umani fosse ancora basso, poi hanno dovuto cambiare idea e hanno scelto di sopprimere tutti i capi degli stabilimenti dove si sono verificati dei contagi, o sospetti contagi. Saranno uccisi anche tutti i visoni allevati nell’arco di otto chilometri dalle fattorie colpite. “E’ la cosa giusta da fare, anche se è triste sia per gli animali sia per gli esseri umani”, ha detto il ministro dell’Ambiente Mogens Jensen. “La paura è che venga trasmesso all’uomo”, dice al Foglio Emiliano Mori, zoologo e ricercatore del Cnr. “Sembra che sia già successo stando alle notizie che arrivano dalla Danimarca e dall’Olanda, di sicuro a oggi possiamo dire che il visone si ammala facilmente di Covid”.

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I motivi sono diversi, spiega sempre Mori, “in un sistema di allevamento ad alta densità dove gli animali vivono stipati in gabbie, non proprio nelle migliori condizioni igieniche e sanitarie, è presumibile che il contagio viaggi velocissimo”. I virus tipicamente colpiscono alcune specie più di altre: “Dagli studi che sono stati fatti, sembrerebbe che mucche e maiali siano resistenti al Covid-19, mentre gli esseri umani, i gatti e visoni sono più vulnerabili”, dice Mori. Se cinquemila gatti venissero allevati stipati in gabbie, ci sarebbero probabilmente molti casi di felini malati e morti.

 

“E’ brutale dirlo, ma la decisione del governo danese è fatta per proteggere l’uomo. Sicuramente è la soluzione più semplice, non la più giusta nei confronti degli animali, e anche quella meno costosa. Ma nel bel mezzo di una pandemia ancora fuori controllo, hanno preferito pensare prima agli esseri umani”. Anche in Italia alleviamo visoni, soprattutto al nord tra il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Lombardia. “Ma nulla al confronto di Danimarca, Olanda, Cina”. Mori racconta che da noi questi visoni hanno formato anche una serie di popolazioni riproduttive in natura in seguito a fughe e alle liberazioni degli animalisti.

 

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“I numeri sono abbastanza alti, parliamo di migliaia di animali. Negli ultimi 30 anni ne sono stati liberati almeno sessantamila, molti dei quali però sono morti sulle strade o si sono ammalati. Ma il rischio più grande di trasmissione di Covid lo abbiamo nei grandi allevamenti, è lì che si crea la tempesta perfetta”. “Gli allevamenti di visone sono potenziali bombe a orologeria. Rinnoviamo l’appello al ministro Roberto Speranza per introdurre anche in Italia il divieto all'allevamento di animali per la produzione di pellicce”, dice la Lav, la Lega anti vivisezione.

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“Ogni allevamento di visoni costituisce un possibile serbatoio del virus Sars-Cov-2 con conseguente rischio di trasmissione secondaria nell'uomo. Un virus potenzialmente più pericoloso, dato che, come dimostrato da recenti studi scientifici condotti in allevamenti olandesi, le condizioni di allevamento intensivo favoriscono una riproduzione più rapida ed efficiente del virus, con mutazioni ogni due settimane”, dice Simone Pavesi, responsabile Lav, Area moda animal free. Mettiamola così: per ora non c’è ancora un allarme visone, ma è di certo una specie a rischio.

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