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Alla Corte Suprema

Sulle audizioni del giudice Barrett

Nella polarizzazione brutale in corso si notano soltanto gli estremi, il confronto non esiste, il dissenso è da cancellare: e poi ci si ritrova qui, dove le mostrificazioni passano, e restano i mostri

Paola Peduzzi

La Barrett ha utilizzato un’espressione che secondo molti ha confermato la sua pericolosità: “Voglio che sia chiaro  che non ho mai fatto discriminazioni sulla base delle preferenze sessuali e che non farei mai discriminazioni sulla base delle preferenze sessuali”

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I senatori americani sono alle prese con la nomina di Trump per la Corte suprema: Amy Coney Barrett è stata scelta dall’Amministrazione per prendere il posto rimasto vacante dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg. Cattolica, madre di sette figli, conservatrice la Barrett è una originalista, come il suo mentore Anthony Scalia (la sua filosofia giuridica si basa sul rispetto letterale del testo della Costituzione per come è scritto), e la discussione al Senato riguarda il ruolo della fede nel suo lavoro di giurista, la sua idea sull’aborto, sulla sanità, sui diritti degli omosessuali.

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I senatori americani sono alle prese con la nomina di Trump per la Corte suprema: Amy Coney Barrett è stata scelta dall’Amministrazione per prendere il posto rimasto vacante dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg. Cattolica, madre di sette figli, conservatrice la Barrett è una originalista, come il suo mentore Anthony Scalia (la sua filosofia giuridica si basa sul rispetto letterale del testo della Costituzione per come è scritto), e la discussione al Senato riguarda il ruolo della fede nel suo lavoro di giurista, la sua idea sull’aborto, sulla sanità, sui diritti degli omosessuali.

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Un articolo di Newsweek inaccurato  ha legato la Barrett al “Racconto dell’ancella” di Margaret Atwood – la Barrett fa parte di un gruppo cattolico conservatore che si chiama  People of Praise che non è quello che ha ispirato la Atwood, come sosteneva Newsweek che poi è stato ripreso da altri giornali, quello che ha ispirato la Atwood si chiama People of Hope – e anche se la connessione non esiste, quando la Barrett si è presentata al Senato vestita di rosso con la mascherina bianca molti hanno detto: eccola, l’ancella (sottinteso: è fondamentalista, è pericolosa, va fermata).


Martedì, la Barrett ha utilizzato un’espressione che secondo molti ha confermato la sua pericolosità: “Voglio che sia chiaro  che non ho mai fatto discriminazioni sulla base delle preferenze sessuali e che non farei mai discriminazioni sulla base delle preferenze sessuali”. “Preferenze sessuali” è un termine che non si usa più, oggi si dice “orientamenti sessuali” perché il  concetto di preferenza implica che l’attrazione per persone dello stesso sesso sia una scelta – che quindi può essere cambiata con le dovute pressioni – mentre l’orientamento sessuale è, come ha detto Mazie Hirono, senatrice delle Hawaii, “una parte cruciale dell’identità di una persona” (la clip dello scambio è diventata virale). La Barrett si è scusata subito, ha detto che non intendeva utilizzare un’espressione offensiva o discriminante, ma “sexual preference” è diventato l’oggetto di un nuovo allarmismo, perché si parlava di preferenza quando si credeva che l’omosessualità fosse una malattia da curare. La Barrett si veste da ancella e usa formule che rivelano quel che pensa veramente sui diritti degli omosessuali: è una fondamentalista, è pericolosa, va fermata.


 La mostrificazione dell’avversario fa parte di ogni battaglia politica, ancor più se si tratta di una nomina alla Corte Suprema (carica a vita) a pochi giorni da elezioni che si prevedono caotiche. Accade sempre, ma a volte rischia di avere effetti controproducenti: perché le idee differenti non sono per forza mostruose. Sono differenti, e quando si difende il pluralismo in democrazia, proprio questo si fa, si difendono le idee diverse. Due anni fa,  il giudice da confermare era Brett Kavanaugh, che era stato accusato di tentato stupro da  Christine Blasey Ford. La Ford fu poi costretta a lasciare la sua casa, a non insegnare più in università, a vivere con la scorta, lei e la sua famiglia, a scomparire: era il mostro, era minacciata di continuo, era diventata lo strumento di una lotta politica e la rappresentazione di quel che lei stessa temeva che sarebbe accaduto: l’aggressore che diventa vittima,  la vittima che diventa aggressore. La Ford è stata dimenticata da tutti, oggi Trump dice che Kavanaugh dovrebbe denunciare le donne “e tutti quelli che illegalmente hanno lavorato con loro per le accuse false e disgustose” fatte nei suoi confronti. Nella polarizzazione brutale in corso si notano soltanto gli estremi, il confronto non esiste, il dissenso è da cancellare: e poi ci si ritrova qui, dove le mostrificazioni passano, e restano i mostri.

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