PUBBLICITÁ

Per votare in America devi avere molte ore libere da passare in piedi

Daniele Ranieri

Gli elettori americani fanno già adesso code interminabili e sospettano che ci sia un piano contro di loro

PUBBLICITÁ

Negli Stati Uniti sono cominciate le operazioni di voto anticipato per evitare le attese lunghissime che di sicuro ci saranno il 3 novembre e quest’anno molto più che nel 2016. Anche per il voto anticipato però gli elettori americani sono costretti a fare code molto lunghe, fino a sei ore, e affrontano la faccenda come se fosse una prova di pazienza con sedie, viveri e arrivi strategici alle quattro del mattino. In molti parlano di “voter supression”, quindi della malpratica politica da parte delle autorità di ostacolare gli elettori il più possibile – quando le autorità fanno parte dello schieramento politico che sa di essere indietro nei sondaggi. Il ragionamento è: in quel determinato luogo gli elettori voteranno perlopiù contro il mio partito, quindi meno persone riusciranno a votare e minore sarà l’entità della sconfitta. Alcuni non avranno voglia di aspettare per ore. Altri tenteranno ma poi dovranno abbandonare la fila per andare a lavorare, perché non avranno voglia di prendersi un intero giorno di vacanza soltanto per votare. In alcuni casi, la voter suppression ha persino il potenziale per rovesciare i risultati: se riesco a scoraggiare abbastanza elettori avversari posso vincere le elezioni anche se in partenza i miei elettori erano molti meno. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Negli Stati Uniti sono cominciate le operazioni di voto anticipato per evitare le attese lunghissime che di sicuro ci saranno il 3 novembre e quest’anno molto più che nel 2016. Anche per il voto anticipato però gli elettori americani sono costretti a fare code molto lunghe, fino a sei ore, e affrontano la faccenda come se fosse una prova di pazienza con sedie, viveri e arrivi strategici alle quattro del mattino. In molti parlano di “voter supression”, quindi della malpratica politica da parte delle autorità di ostacolare gli elettori il più possibile – quando le autorità fanno parte dello schieramento politico che sa di essere indietro nei sondaggi. Il ragionamento è: in quel determinato luogo gli elettori voteranno perlopiù contro il mio partito, quindi meno persone riusciranno a votare e minore sarà l’entità della sconfitta. Alcuni non avranno voglia di aspettare per ore. Altri tenteranno ma poi dovranno abbandonare la fila per andare a lavorare, perché non avranno voglia di prendersi un intero giorno di vacanza soltanto per votare. In alcuni casi, la voter suppression ha persino il potenziale per rovesciare i risultati: se riesco a scoraggiare abbastanza elettori avversari posso vincere le elezioni anche se in partenza i miei elettori erano molti meno. 

PUBBLICITÁ

 

Lunedì sono cominciate le operazioni di voto in Georgia, governata da un repubblicano,  e ci sono state code nella maggioranza delle 159 contee dello stato. Inoltre le regole anti Covid-19 dicono che gli elettori in attesa devono mantenere una distanza di due metri fra loro e questo allunga moltissimo lo spazio delle file. I georgiani si posizionano nei viali e nei parcheggi, molti seduti, e aspettano fra le transenne che arrivi il loro turno di depositare la scheda in urne che sono distanti molte centinaia di metri. Nella capitale Atlanta ieri si è arrivati fino a otto ore di attesa. Le stesse scene in Europa farebbero cadere il ministro dell’Interno. Il fatto che molti elettori stiano scegliendo di depositare personalmente la scheda invece che inviarla per posta è un segno molto chiaro che non si fidano del voto via posta – temono disguidi e annullamenti – e allo stesso tempo non vogliono aspettare il 3 novembre. 

 

PUBBLICITÁ

Nel 2016 Hillary Clinton perse la Georgia di cinque punti percentuali ma questa volta i sondaggi dicono che Biden e Trump sono testa a testa e questo rende i sospetti di voter suppression più forti. In molti sostengono che nelle aree della Georgia dove ci sono più elettori afroamericani i tempi di attesa siano più lunghi – e quindi più scoraggianti – dei tempi di attesa dove la maggior parte della popolazione è bianca, perché gli afroamericani votano in maggioranza partito democratico. E quindi se devono aspettare molto per votare è un vantaggio per il Partito repubblicano. 

 

Lunedì sera una Corte d’appello federale formata da tre giudici, tutti nominati dal presidente Donald Trump, ha confermato la decisione del governatore del Texas, Greg Abbott, di consentire l’apertura di un solo sito per contea per ricevere i voti in anticipo dei texani. Questo per molti elettori è un problema perché alcune contee hanno milioni di abitanti e quindi si sono create file interminabile e ingorghi di ore. Alcune associazioni per i diritti civili avevano fatto ricorso contro la decisione di Abbott perché di fatto rende più difficile votare, soprattutto per alcune categorie come gli anziani e i disabili. E’ un esempio chiaro di voter suppression, sostengono, in uno stato come il Texas dove i cambiamenti nella composizione della popolazione mettono a rischio il tradizionale strapotere repubblicano. Un giudice distrettuale, Robert Pitman, aveva accettato il ricorso e aveva ordinato venerdì scorso di aprire più siti per ciascuna contea, in modo da snellire le code, con la motivazione che la regola del sito unico per ciascuna contea trasforma l’atto del votare in un fardello insopportabile e aumenta il rischio di contagi da Covid-19. “Gli elettori più anziani o disabili delle contee più popolose e più grandi del Texas dovranno viaggiare di più verso centri di smistamento dei voti più affollati dove saranno esposti di più al rischio di essere contagiati dal coronavirus per esercitare il loro diritto di voto”, ha scritto Pitman nell'ingiunzione. 

 

Ma la Corte d’appello come si diceva ha respinto questa decisione con la motivazione che in realtà la regola imposta dal governatore Abbott facilita le operazioni di voto perché comunque ha concesso quaranta giorni in più oltre al voto del 3 novembre e se proprio qualcuno non vuole fare la fila “allora può ricorrere all’invio via posta”.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

In California, uno stato dove come si sa i democratici sono fortissimi, il Partito repubblicano ha piazzato in giro una cinquantina di raccoglitori di metallo con la scritta “Official Ballot Drop off Box” o “Ballot Drop Box” che sono indistinguibili dai veri contenitori messi dallo stato per gli elettori che vogliono depositarvi il loro voto. E’ una frode. C’è il rischio molto alto che i voti che gli elettori confusi mettono dentro i raccoglitori piazzati dai repubblicani non arriveranno mai a destinazione – come se fossero stati gettati nella spazzatura. Il segretario di stato della California ha intimato ai repubblicani di cessare questo tipo di inganno e li ha avvertiti che interferire con le operazioni di voto è un reato e può portare a una rapidissima incriminazione, ma il portavoce del Partito repubblicano della California, Hector Barajas, ha risposto che non c’è una legge precisa a questo proposito e che altri raccoglitori saranno aggiunti nei prossimi giorni. “Se volessimo, potremmo raccogliere voti pure dentro un sacco da Babbo Natale – ha detto – quindi i nostri raccoglitori di metallo sono perfettamente legali”. 

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ