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Il Covid alla Casa Bianca

Trump first

Il presidente del popolo ha detto al popolo di bersi il disinfettante, per sé ha preso la cura miracolosa (ma chissà se è guarito)

Paola Peduzzi

Trump non ha preso l’antimalarico né naturalmente si è bevuto o iniettato il disinfettante, ma si è affidato (tra le altre cose: ha preso molti medicinali in ospedale) alla cura sperimentale di anticorpi della casa farmaceutica Regeneron: “un miracolo” negato agli altri americani

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Donald Trump ha deciso di giocare all’Allegro chirurgo in diretta tv – la tv è Fox News  – assieme a Marc Siegel, medico ed esperto dell’emittente che sostiene che il Covid è come l’influenza, che l’utilizzo della mascherina come strumento di prevenzione non ha alcun fondamento scientifico e che l’idrossiclorochina è un buon antidoto contro il coronavirus. L’Allegro chirurgo è a distanza, Trump alla Casa Bianca e Siegel dallo studio di New York: per quel che si sa, il presidente degli Stati Uniti non ha ancora un test negativo come prova di guarigione, anche il solerte e devoto dottor Siegel preferisce mantenere le distanze. Ma Trump ha molte lezioni da dare su questa malattia che è stata “una benedizione del Signore” con una “cura” che è un “miracolo”.

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Donald Trump ha deciso di giocare all’Allegro chirurgo in diretta tv – la tv è Fox News  – assieme a Marc Siegel, medico ed esperto dell’emittente che sostiene che il Covid è come l’influenza, che l’utilizzo della mascherina come strumento di prevenzione non ha alcun fondamento scientifico e che l’idrossiclorochina è un buon antidoto contro il coronavirus. L’Allegro chirurgo è a distanza, Trump alla Casa Bianca e Siegel dallo studio di New York: per quel che si sa, il presidente degli Stati Uniti non ha ancora un test negativo come prova di guarigione, anche il solerte e devoto dottor Siegel preferisce mantenere le distanze. Ma Trump ha molte lezioni da dare su questa malattia che è stata “una benedizione del Signore” con una “cura” che è un “miracolo”.

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In realtà il presidente che doveva drenare la palude dei privilegi e delle élite, il presidente del popolo arrivato alla Casa Bianca come espressione diretta dell’America vera, si è rivelato, nel momento della malattia, come Maria Antonietta assediata dentro Versailles: voi bevete il disinfettante, io mi prendo le cure sperimentali.


Queste cure non sono la clorochina tanto propagandata da Trump e dal suo medico della tv Siegel – ricordate le facce dei virologi della Casa Bianca Anthony Fauci e Deborah Birx quando il presidente diceva che gli antimalarici erano la salvezza? Ricordate con che disprezzo Trump ha liquidato lo scetticismo dei suoi virologi? Ecco, Trump non ha preso l’antimalarico né naturalmente si è bevuto o iniettato il disinfettante, ma si è affidato (tra le altre cose: ha preso molti medicinali in ospedale) alla cura sperimentale di anticorpi della casa farmaceutica Regeneron: “un miracolo” che gli altri americani non hanno avuto la possibilità di avvicinare perché la Food and Drug Administration (Fda) non ha ancora dato la sua approvazione. Ora è cominciata la procedura accelerata, Trump dice che tutti potranno finalmente godere del miracolo, ma è la stessa Regeneron a smentirlo: nel migliore dei casi, l’azienda avrà a disposizione dosi per 50 mila persone, al massimo 300 mila entro l’anno – un’élite.


Un altro dettaglio sulla “cura”, come ha detto Trump, miracolosa: è stata sviluppata usando cellule umane derivate da feti abortiti decenni fa. Nel 2019, l’Amministrazione Trump ha sospeso i fondi federali alle ricerche scientifiche in cui venivano utilizzati tessuti dei feti abortiti: “Promuovere la dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale è una delle priorità più importanti dell’Amministrazione Trump”, aveva detto allora il dipartimento della Salute americano. Se ci vedete una grande ipocrisia, una fonte della Casa Bianca ha la risposta per voi: tutto quel che è accaduto prima del 2019 va bene – se è miracoloso poi, va benissimo.

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La Regeneron che produce questa terapia di anticorpi ha avuto un gran successo in Borsa in questi giorni, dopo mesi di grande crescita perché l’azienda ha ricevuto i fondi federali della cosiddetta “Operation Warp Speed”, l’operazione del governo per trovare cure e vaccino contro il coronavirus. Il fondatore, Leonard Schleifer (per Trump “Lenny”), ha passato i primi vent’anni della vita dell’azienda senza grandi successi e anzi con molti problemi di sopravvivenza, ma nel 2009 la Regeneron ha trovato   il modo di iniettare Dna umano nei topi in modo che il loro sistema immunitario potesse produrre anticorpi umani contro un virus – questa scoperta è stata molto utile quando è arrivato il coronavirus. Nel frattempo Schleifer era finalmente riuscito a entrare nella mondanità di New York, era diventato amico di Trump che aveva acquistato anche azioni nell’azienda (vendute tra il 2016 e il 2017) e così a marzo, quando c’è stata la riunione delle aziende di biotecnologie alla Casa Bianca, Lenny era il ceo più in confidenza con il presidente.


 Oggi Regeneron si gode il momento di popolarità e di guadagni ma dice: il farmaco non ha ancora superato tutti i test clinici, non è detto che funzioni per tutti e sarà comunque disponibile per pochi. Il miracolo è per Trump first, e chissà se ha funzionato davvero anche per lui.

 

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