Come l'Isis, ecco l'estremismo americano

Rapire la stronza

Daniele Raineri

Cosa dice il rapporto dell’Fbi sul piano dei terroristi accelerazionisti americani catturati nel Michigan. Volevano dare l'assalto al palazzo della governatrice sotto le elezioni per scatenare "una guerra civile", si sarebbero accontentati di sequestrarla, "processarla" e assassinarla. 

La lettura delle quindici pagine dell’affidavit dell’Fbi sul piano per rapire e uccidere la governatrice del Michigan è istruttiva. L’affidavit è il rapporto scritto e giurato che può essere presentato come prova al giudice per l’incriminazione dei criminali – in questo caso: dei terroristi. Questo è scritto contro sei persone, ma del piano facevano parte anche altri tredici uomini, che però un po’ arrivano e un po’ spariscono nel corso dei mesi con il cambiare delle circostanze. L’Fbi aveva cominciato a interessarsi a quelle persone perché aveva scoperto che stavano raccogliendo gli indirizzi di casa di agenti di polizia nell’ambito di un altro piano per uccidere membri delle forze di sicurezza. In quell’occasione aveva incastrato uno di loro e l’aveva trasformato in un informatore, che da quel momento in poi aveva passato tutto – ogni chat segreta, ogni attività, ogni progetto – all’Fbi. I titoli dei media usano di solito la parola “milizia”, che viene associata a parate dimostrative con le armi, vaghi proclami ideologici e poco più, ma questo era di fatto un gruppo di terroristi. Dal punto di vista pratico il loro piano avrebbe potuto essere eseguito da una cellula dello Stato islamico, non c’erano differenze materiali. 


Le idee dei sei arrestati sono molto comuni nell’estrema destra americana: vogliono far scoppiare una guerra civile per accelerare la fine degli Stati Uniti, pensano a una post America dove creare un territorio da governare secondo regole che trovano più autentiche, sono convinti che le istituzioni americane siano “una tirannia”. La governatrice Gretchen Whitmer, che loro volevano assassinare, è “quella stronza tiranna” nelle loro comunicazioni. Sono accelerazionisti, un termine che dovrebbe diventare familiare come jihadisti: vogliono buttare giù gli Stati Uniti per creare qualcosa di nuovo. La parte costruttiva è perlopiù vaga – certi vogliono un etnostato per bianchi, quindi l’apartheid – ma la parte distruttiva passa per la lotta armata e sembra loro a portata di mano. Da notare: i terroristi si incontrano anche durante le proteste davanti al palazzo del governo di Lansing, capitale del Michigan, quelle stesse proteste che diventano famose in tutto il mondo per le immagini degli uomini armati che si fanno fotografare davanti all’ufficio della Whitmer. Il presidente americano, Donald Trump, benedice quelle proteste con un tweet che dice: Liberate il Michigan! 


Il piano A del gruppo è reclutare duecento uomini, dare l’assalto al palazzo, prendere in ostaggio la governatrice Whitmer proprio prima delle elezioni e respingere l’intervento della polizia – in diretta televisiva davanti a tutto il paese – per far cominciare una guerra civile. Presto passano al piano B, che è quello di sequestrare la Whitmer, far saltare un ponte dietro di loro per rallentare eventuali inseguitori, portarla in un nascondiglio nel Wisconsin dove organizzare un processo popolare e una condanna a morte, sempre con la speranza di scatenare imitatori negli altri stati e di precipitare il paese nel caos proprio nel momento delle elezioni. Acquistano un visore notturno, un fucile di precisione con silenziatore, materiale esplosivo e anche un taser molto potente per stordire lei, si addestrano a sparare, si vedono per organizzare l’azione, vanno a sorvegliare la casa estiva della governatrice, smettono di andare alle proteste per non dare nell’occhio. Si vedono nel negozio di uno di loro, in uno scantinato a cui si accede attraverso una botola nel pavimento nascosta da un tappeto. Mettono tutti i telefoni in una scatola che lasciano di sopra, ma è inutile perché c’è un informatore fra loro e registra gli incontri. 


La Whitmer ha detto in conferenza stampa che nei mesi scorsi si era rivolta ai repubblicani del Michigan e alla Casa Bianca per far abbassare un po’ i toni contro di lei, ma non aveva  avuto risposta. “Quando i nostri leader parlano le loro parole pesano molto e hanno conseguenze”. Il presidente Trump non ha solidarizzato con lei, perché è stato escluso dai ringraziamenti. 
 

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)