Roma. Tutta l’Europa si è ritrovata a dover pensare e imporre nuove restrizioni per contenere la seconda ondata di coronavirus ed evitare un nuovo lockdown. E anche la Svezia, che per tutti questi mesi ha cercato di contrastare la pandemia con strategie diverse, certa che il virus non sarebbe più tornato grazie all’immunità, ha deciso che è arrivato il momento di prepararsi. L’epidemiologo di riferimento del governo per il coronavirus, Anders Tegnell – era diventato talmente popolare che la sua faccia era finita su magliette, cover e portachiavi – ha dovuto riconoscere che l’immunità di gregge non è stata raggiunta e che comunque è ancora troppo presto per parlare della sua riuscita. I risultati che lo scienziato prevedeva non sono stati raggiunti. Tegnell era convinto che entro la fine di maggio almeno il 40 per cento degli abitanti di Stoccolma avrebbe sviluppato gli anticorpi specifici, la percentuale è molto più bassa: il 6 per cento. In tutta la Svezia, invece, è soltanto il 20 per cento e la percentuale risulta ancora troppo bassa come livello di immunità.
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