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Editoriali

Ostruzionismo cinese

Redazione

L’indagine internazionale sul virus è bloccata da Pechino. È un problema

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Mentre tutto il mondo è alle prese con la seconda ondata della pandemia, c’è una questione che abbiamo accantonato ma che torna a essere cruciale proprio per evitare di ripetere gli stessi errori, in futuro, in caso di altre pandemie. Parliamo dell’inchiesta internazionale sul nuovo coronavirus: la richiesta dell’indagine indipendente era iniziata a maggio, e secondo quanto riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità sarebbe dovuta iniziare a luglio da Wuhan, dove tutto è cominciato. Ma non è successo.

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Mentre tutto il mondo è alle prese con la seconda ondata della pandemia, c’è una questione che abbiamo accantonato ma che torna a essere cruciale proprio per evitare di ripetere gli stessi errori, in futuro, in caso di altre pandemie. Parliamo dell’inchiesta internazionale sul nuovo coronavirus: la richiesta dell’indagine indipendente era iniziata a maggio, e secondo quanto riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità sarebbe dovuta iniziare a luglio da Wuhan, dove tutto è cominciato. Ma non è successo.

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In un primo momento la Cina aveva rifiutato l’ipotesi di una indagine internazionale, e anzi aveva accusato l’Australia (il primo paese a proporla) dando il via a uno scontro diplomatico senza precedenti tra Pechino e Canberra. Poi Xi Jinping aveva cambiato idea, e si era detto disposto ad aprire le porte agli esperti internazionali per studiare l’origine del virus. Ora però che Unione europea, America e Australia sono tornate sull’argomento, l’Oms ha fatto sapere che la Cina non ha ancora approvato i nomi selezionati dall’agenzia dell’Onu per far parte della commissione internazionale sul coronavirus.

 

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Secondo gli osservatori, Pechino non dovrebbe aver voce in capitolo sugli esperti, proprio per garantire la credibilità della commissione e dei suoi risultati, ma è chiaro il gioco a cui sta giocando la Cina. Lo stallo diplomatico (l’Oms non può mandare nessuno senza autorizzazione di Pechino) somiglia più a un esercizio di ostruzionismo, mentre è proprio questo il momento in cui la comunità internazionale dovrebbe pretendere risposte chiare e indipendenti. Sappiamo come la pandemia sia stata accompagnata da una pandemia di fake news e complottismi, e l’unico modo per contrastarla è conoscere la verità. Ma ancora una volta l’atteggiamento non collaborativo della Cina è un problema per il resto del mondo.

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