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Perché Kaczynski è uscito dall’ombra

Micol Flammini

In Polonia arrivano i ministri lottatori. Il leader del PiS sta ridisegnando il governo per placare le lotte dentro alla maggioranza e spingere la sua politica ancora più a destra

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Roma. Jaroslaw Kaczynski è entrato a far parte del governo polacco, sarà vicepremier e avrà anche il compito di sovrintendere ai ministeri della Difesa, della Giustizia e dell’Interno. Le sue mosse non saranno più la regia silenziosa della maggioranza polacca, ma saranno ancora più visibili. Non aveva molta scelta, il presidente del PiS è stato tirato dentro all’esecutivo  per salvare la coalizione che governa la Polonia dal 2015 e che al suo interno conta il PiS, Accordo e un partito ancora più a destra, Polonia solidale, che in questi anni ha acquisito potere grazie al suo leader e ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro.  Autore della maggior parte delle riforme motivo di scontro tra la Polonia e l’Unione europea. La maggioranza è stata stabile per questi cinque anni, ma qualche settimana fa Ziobro si è rifiutato di sostenere due progetti di legge presentati dal PiS, uno riguardava la protezione degli animali e l’altro l’immunità per i funzionari durante la pandemia. Il ministro delle Giustizia minacciava di far cadere il governo e ha preteso l’ingresso di Kaczynski – del quale vorrebbe prendere il posto come leader delle destre – che adesso avrà il doppio ruolo sia di tenere a bada il premier, Mateusz Morawiecki, in qualità di suo vice, sia quello di sorvegliare molto da vicino Ziobro, in qualità di supervisore anche del suo ministero – i due sono rivali, vorrebbero prendere il posto  di Kaczynski che però a Ziobro preferisce Morawiecki.

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Roma. Jaroslaw Kaczynski è entrato a far parte del governo polacco, sarà vicepremier e avrà anche il compito di sovrintendere ai ministeri della Difesa, della Giustizia e dell’Interno. Le sue mosse non saranno più la regia silenziosa della maggioranza polacca, ma saranno ancora più visibili. Non aveva molta scelta, il presidente del PiS è stato tirato dentro all’esecutivo  per salvare la coalizione che governa la Polonia dal 2015 e che al suo interno conta il PiS, Accordo e un partito ancora più a destra, Polonia solidale, che in questi anni ha acquisito potere grazie al suo leader e ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro.  Autore della maggior parte delle riforme motivo di scontro tra la Polonia e l’Unione europea. La maggioranza è stata stabile per questi cinque anni, ma qualche settimana fa Ziobro si è rifiutato di sostenere due progetti di legge presentati dal PiS, uno riguardava la protezione degli animali e l’altro l’immunità per i funzionari durante la pandemia. Il ministro delle Giustizia minacciava di far cadere il governo e ha preteso l’ingresso di Kaczynski – del quale vorrebbe prendere il posto come leader delle destre – che adesso avrà il doppio ruolo sia di tenere a bada il premier, Mateusz Morawiecki, in qualità di suo vice, sia quello di sorvegliare molto da vicino Ziobro, in qualità di supervisore anche del suo ministero – i due sono rivali, vorrebbero prendere il posto  di Kaczynski che però a Ziobro preferisce Morawiecki.

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Le novità all’interno del governo però sono ben più profonde, non è stato soltanto il tentativo di placare  le lotte intestine a motivare il rimpasto: con le nuove nomine si apre una seconda fase per la maggioranza polacca. Tanti tecnocrati sono stati allontanati e Kaczynski ha deciso di mettere su un esercito di ministri, ministri lottatori. Il nuovo titolare  dell’Istruzione è Przemyslaw Czarnek, professore dell’Università di Cracovia e uno dei primi sostenitori della necessità di combattere le comunità Lgbt: una volta durante una lezione ha detto  che sarebbe il caso di equipararle ai nazisti ed è finito sotto inchiesta. Agli Esteri, al posto del tecnocrate Jacek Czaputowicz è stato chiamato Zbigniew Rau, questo cambiamento era stato effettuato  già prima della crisi di governo. Una delle prime mosse di Rau è stata quella di annunciare la creazione, al fianco dell’Ungheria, di un istituto  per valutare l’applicazione dello stato di diritto negli altri paesi membri, che avrà il compito di denunciare il “doppiopesismo” dell’Ue. Sono molte le battaglie che la Polonia dovrà combattere, soprattutto a Bruxelles, e sulla scena internazionale ha scelto quindi di essere rappresentata da un convinto sostenitore del  governo.
Varsavia sta entrando in una seconda fase politica, in cui sembra che il PiS, finora più moderato di Polonia solidale, abbia deciso di spingersi oltre, di attuare delle riforme in grado di cambiare la società, così come è successo in Ungheria con Viktor Orbán.

 

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Restano però delle differenze importanti. Varsavia continua ad avere un’opposizione forte, che ha i numeri, anche all’interno delle istituzioni – ha la maggioranza al Senato – per fermare alcune riforme proposte dal governo. L’opposizione ha anche da poco trovato un leader, il sindaco della capitale Rafal Trzaskowski, che è riuscito a portare il presidente Duda a un ballottaggio che non era scontato, sicuramente non lo era prima che l’opposizione lo scegliesse come suo candidato. L’esercito dei ministri di Kaczynski  pronto a trasformare la Polonia dovrà anche vedersela con i cittadini. E’ vero che ha la maggioranza, ma è anche vero che i polacchi  contestano e non sono pronti a cedere sui loro diritti. 

 

 

Ieri,  Andrzej Duda era all’Università di Varsavia per l’inaugurazione dell’anno accademico. Gli studenti lo hanno accolto protestando, gli hanno gridato di andarsene, che l’università  non è un posto per lui. E’ soltanto un esempio, certo  –  è sempre la città contro la periferia, i giovani contro i più anziani –  ma il dissenso contro gli uomini di Kaczynski in Polonia c’è, e sa anche organizzarsi. 

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