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Editoriali

Tra Washington e Vaticano è guerra fredda

Serve meno ideologia per parlare di libertà dell’uomo e affrontare il problema cinese

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Nel complesso percorso dello sviluppo dell’occidente la costante tensione fra i suoi due polmoni, il potere spirituale e quello temporale, ha garantito la possibilità dell’esistenza di uno dei più riusciti esperimenti di civiltà nella storia dell’uomo. Quella separazione porosa che ha garantito, con modalità diverse, a seconda delle circostanze storiche e culturali, modelli di relazioni fra i due poteri è ora sfidata da regime teocratici e totalitari che si propongono come modelli più efficaci per gestire le complessità della modernità.

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Nel complesso percorso dello sviluppo dell’occidente la costante tensione fra i suoi due polmoni, il potere spirituale e quello temporale, ha garantito la possibilità dell’esistenza di uno dei più riusciti esperimenti di civiltà nella storia dell’uomo. Quella separazione porosa che ha garantito, con modalità diverse, a seconda delle circostanze storiche e culturali, modelli di relazioni fra i due poteri è ora sfidata da regime teocratici e totalitari che si propongono come modelli più efficaci per gestire le complessità della modernità.

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L’escalation di queste ore nei rapporti tra oltretevere e Washington sembra aver dimenticato la storia dei successi occidentali nella creazione di un’infrastruttura istituzionale internazionale fondata sul primato della tutela dei diritti dell’individuo e sulla benefica tensione fra potere temporale e potere spirituale. Appare dunque auspicabile un ritorno al rispetto dei protocolli e delle cautele diplomatiche senza azioni avventate o unilaterali.

 

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La rilevanza della protezione e della promozione del diritto di libertà religiosa per gli Stati Uniti d’America non è una novità, da anni il Dipartimento di stato è impegnato in un’azione in tal senso. Se però chi per anni ha seguito questi dossier dall’interno di Foggy Bottom arriva a definire “inusuale” le sortite del segretario di stato Pompeo, così come ha fatto ieri Knox Thames in un’intervista a Francesco Bechis per Formiche, c’è da chiedersi se l’approccio scelto dall’attuale Amministrazione statunitense stia raggiungendo il suo obiettivo.

 

Nel corso degli anni il Dipartimento di stato ha capito che non può affrontare le sfide della promozione del diritto di libertà religiosa da solo. Per questo motivo sono state create diverse iniziative per coinvolgere altri stati e attori della società civile. Allo stesso tempo, da anni, la Santa Sede porta avanti la sua agenda sulla Cina. Come per gli Stati Uniti anche questa azione chiama a una valutazione puntuale e senza isterismi. A Roma e a Washington bisogna tornare a parlare insieme di Cina, campi di reclusione delle minoranze e violazioni seriali dei diritti civili. Senza ideologismi, ma per la libertà e il bene dell’uomo. L’unica ragione per cui l’occidente ha ragione di esistere.

 

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