PUBBLICITÁ

L'infantilizzatore televisivo d'America

Cosa ci lascia lo sbracato duello Trump-Biden

Giuliano Ferrara

Il presidente bullo darà la stura al vittimismo, farà appello alle piccole agguerrite legioni del suprematismo bianco, ma solo per perdonarsi meglio e farsi fare ponti d’oro, sempre a spese dell’erario

PUBBLICITÁ

Biden ha fatto del suo meglio per salvare le apparenze, senza escludere colpi bassi anche ben assestati contro la petulanza aggressiva dell’avversario (shut up, man!), ma dietro le apparenze c’era molta buona volontà, un tentativo difensivo impossibile di buone maniere e poco altro, un difetto che il vicepresidente di Obama ha condiviso con il suo boss dell’epoca. Al pallore di Biden, che si appresta a vincere le elezioni secondo ragionevolezza e per esperienza dell’alternativa, ha fatto riscontro l’orrore puro e rossastro, la fisiognomica da sociopatico dell’incumbent, un caso di rozzezza performativa che ha travolto l’America, giorno dopo giorno fino a ieri notte, e devastato l’incanto della politica negli Stati Uniti. Un bullo di paese. Quello che va bene per i talk-show più sbracati, ne so qualcosa, non dovrebbe funzionare in una tribuna presidenziale appena decente.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Biden ha fatto del suo meglio per salvare le apparenze, senza escludere colpi bassi anche ben assestati contro la petulanza aggressiva dell’avversario (shut up, man!), ma dietro le apparenze c’era molta buona volontà, un tentativo difensivo impossibile di buone maniere e poco altro, un difetto che il vicepresidente di Obama ha condiviso con il suo boss dell’epoca. Al pallore di Biden, che si appresta a vincere le elezioni secondo ragionevolezza e per esperienza dell’alternativa, ha fatto riscontro l’orrore puro e rossastro, la fisiognomica da sociopatico dell’incumbent, un caso di rozzezza performativa che ha travolto l’America, giorno dopo giorno fino a ieri notte, e devastato l’incanto della politica negli Stati Uniti. Un bullo di paese. Quello che va bene per i talk-show più sbracati, ne so qualcosa, non dovrebbe funzionare in una tribuna presidenziale appena decente.

PUBBLICITÁ

 

I trumpiani in sonno dicono che comportandosi da cattivo selvaggio, da primitivo capobastone della sua base più incarognita, l’Arancione non ha permesso a Biden di sbagliare, lui che agli errori è o dovrebbe essere prono, e non è riuscito nemmeno a cantare il buono delle sue politiche, particolarmente in economia. Ora è chiaro che solo un risultato elettorale univoco sarà in grado di dimostrare, eventualmente, la semplicità del vero: Trump vende solo sé stesso, è lui le sue politiche e i suoi risultati, se ne azzecca una è solo per spacciare meglio la sua merce preziosa, la sua personalità autoritaria e vigliacca. Oltre che in recessione, l’America è malata, divisa, violenta, su questo Biden ha colpito duro, e l’American carnage evocato da quello scemo di Bannon nel discorso inaugurale di tre anni fa è sotto i nostri occhi. La Corte suprema conservatrice è destinata a deludere i conservatori à la Trump, i deplorables, questo è scritto negli astri. Di questi quattro anni resterà solamente un circo con il suo capoclown. L’unica cosa importante è se accetterà il verdetto nell’eventualità gli sia sfavorevole, caso certificato da autorità indipendenti. I suoi riferimenti alla resistenza in carica, ai brogli, alla grande frode che sola può spiegare un rigetto americano e popolare della sua presidenza, ancora una volta mi sono sembrati un bluff, e non tanto ben congegnato. Anche qui Biden ha segnato un punto rifiutandosi di sottostare alla logica dell’intimidazione, preferendo glissare sull’allarme democratico smobilitante, e dicendo invece che quello che conta è il voto, e nessuno creda alla favola di una permanenza ostile di Trump alla Casa Bianca una volta certificato che gli elettori lo vogliono fuori. Vero che il boss in uscita ha chiesto ai facinorosi della destra mezza armata, pronti alla bisogna, di sostenerlo, stand by, ma nella minaccia qualcosa suonava falso. Questa mezza figura sa bene che l’America pullula ancora di governatori, di sindaci, di giudici indipendenti (anche quelli nominati da lui), che una delle due Camere lo ha condannato e l’altra è divisa a metà, che scherzare col fuoco è un gioco pericoloso. Finché si dà spettacolo di sé in un comizio, d’accordo, ma poi c’è un sistema sopravvissuto alla catastrofe della sua elezione per un pugno di voti nel collegio elettorale. Niente ha la minima eco di una tragica grandezza, di un eroico furore, in questo infantilizzatore televisivo della nazione più aperta, un tempo, e più potente, un tempo, e un tempo più libera e intelligente del mondo. Darà la stura al vittimismo, farà appello alle piccole agguerrite legioni del suprematismo bianco, ma solo per perdonarsi meglio, per farsi fare ponti d’oro come sempre a spese dell’erario.

 

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ