PUBBLICITÁ

Cosa succede su Facebook e Twitter

La disinformazione sui social c’è ancora, ma è diversa dal 2016. Ecco in cosa

Cecilia Sala

Anche dopo lo scandalo Cambridge Analytica i giganti del web hanno compiuto solo piccoli passi: Facebook e Twitter faticano a scovare ciò che succede nel "sottobosco" in rete. I comitati privati e il ruolo dei figli di Trump

PUBBLICITÁ

In èra Covid la componente fisica della campagna elettorale americana – dalla cartellonistica ai comizi – è ridimensionata e i partiti, i candidati e i comitati sono costretti a giocarsi le proprie carte quasi esclusivamente nel mondo “virtuale”, campo di battaglia che già nelle precedenti presidenziali si è rivelato scivoloso. I dirigenti delle OTT, in particolare dopo lo scandalo Cambridge Analytica, avevano assicurato al Congresso una rivoluzione interna, grandi cambiamenti verso una maggiore regolamentazione, più trasparenza e più risorse da dedicare a questo tipo di monitoraggio. A oggi, però, sembra che siano riusciti a compiere solo piccoli passi. Ce lo ricordano alcuni episodi recenti sulla campagna elettorale online per l’elezione del prossimo presidente americano.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


In èra Covid la componente fisica della campagna elettorale americana – dalla cartellonistica ai comizi – è ridimensionata e i partiti, i candidati e i comitati sono costretti a giocarsi le proprie carte quasi esclusivamente nel mondo “virtuale”, campo di battaglia che già nelle precedenti presidenziali si è rivelato scivoloso. I dirigenti delle OTT, in particolare dopo lo scandalo Cambridge Analytica, avevano assicurato al Congresso una rivoluzione interna, grandi cambiamenti verso una maggiore regolamentazione, più trasparenza e più risorse da dedicare a questo tipo di monitoraggio. A oggi, però, sembra che siano riusciti a compiere solo piccoli passi. Ce lo ricordano alcuni episodi recenti sulla campagna elettorale online per l’elezione del prossimo presidente americano.

PUBBLICITÁ

 

Donald Trump Jr. su Facebook e Twitter chiede ai suoi follower di formare un “esercito” di “sicurezza elettorale” per suo padre Donald. Il motivo che adduce è assurdo, impossibile da dimostrare e infondato: “La sinistra radicale sta gettando le basi per rubare queste elezioni a mio padre”, dice in un video tra quelli ufficiali della campagna repubblicana. Aggiunge: “Il loro piano è aggiungere milioni di schede fraudolente che possono annullare il tuo voto e ribaltare le elezioni”. Alcuni dei post che contengono questa affermazione sono stati etichettati da Twitter e Facebook, moltissimi altri sono sfuggiti. Se individuare ed eventualmente oscurare un tweet non conforme agli standard della piattaforma che proviene dal profilo istituzionale della Casa Bianca è abbastanza semplice, Twitter e Facebook non sembrano altrettanto capaci di scovare ciò che succede nel “sottobosco” in rete.

 

PUBBLICITÁ

Tra i PAC, i comitati privati, su cui ha puntato i riflettori un’inchiesta degli attivisti di Avaaz, ci sono il gruppo pro-Trump “America First Action” e il gruppo pro-democratico “Stop Republicans”. Nell’ultimo mese Facebook ha permesso a questi inserzionisti di indirizzare centinaia di annunci sponsorizzati che contenevano falsità su Joe Biden o sul servizio postale statunitense agli elettori di stati in bilico come la Florida e il Wisconsin. Stop Republicans ha speso 45mila dollari in annunci fuorvianti dalla fine di luglio, e ha ottenuto 1 milione di “reazioni” ai propri post. America First Action ha investito sei volte tanto in disinformazione, con quasi 300mila dollari spesi per sponsorizzare annunci che contenevano falsità sulle proposte riguardanti fisco e immigrazione di Biden, raggiungendo 9 milioni di utenti.

 

 

Infine, in questa settimana, la più bizzarra tra le informazioni false messe in circolazione in rete è probabilmente quella che riguarda la videointervista che il candidato democratico Joe Biden ha rilasciato al canale Telemundo. L’altro ieri Eric Trump, figlio del presidente, ha pubblicato su Twitter un video del candidato dem con questa didascalia: “Colto in flagrante mentre utilizza un suggeritore (teleprompter)” per rispondere alle domande della giornalista José Díaz-Balart. Il tweet è stato ripreso dal consigliere per la campagna del presidente Jason Miller, dallo stesso Trump, e da migliaia di utenti che lo consideravano prova dell’inaffidabilità di Biden. Ventiquattro ore dopo Telemundo ha deciso di mostrare l’integrale e il backstage dell’intervista per concludere che l’accusa rivolta a Biden “is absolutely FALSE”.

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ