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Scherzare col fuoco

Trump e il bluff della guerra civile

Cercherà il colpo basso, ma Pentagono, Wall Street e Corte non sono normalizzabili da un Vip del “Grande Fratello”

Giuliano Ferrara

Il penultimo oltraggio del presidente degli Stati Uniti: vediamo come va, non mi impegno a una transizione pacifica. Ma che scateni davvero l’inferno nel caso di una vittoria di Biden, è tutto da vedere. Più facile che stia provando ad alzare la posta

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Ho fatto nel tempo tante di quelle previsioni su quell’impostore da quattro soldi, la prima che sarebbe stato eletto, l’ultima che avrebbe fatto qualunque cosa, e pericolosa, per essere rieletto. Arriva ora l’oltraggio penultimo: vediamo come va, non mi impegno a una transizione pacifica. Ora però non gli credo.

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Ho fatto nel tempo tante di quelle previsioni su quell’impostore da quattro soldi, la prima che sarebbe stato eletto, l’ultima che avrebbe fatto qualunque cosa, e pericolosa, per essere rieletto. Arriva ora l’oltraggio penultimo: vediamo come va, non mi impegno a una transizione pacifica. Ora però non gli credo.

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Vero che il paese è diviso come raramente prima d’ora, forse mai in questo particolare modo. Vero che spadroneggiando, calunniando, sradicando ogni forma di rispetto costituzionale, assoggettandosi agli istinti nevrotici del narcisista impenitente, ha fomentato un clima di guerra civile, ha messo il suo paese in condizioni pietose nella pandemia, ha rinfocolato razzismo e suprematismo bianco, ha provocato per ottenere una risposta violenta e utile. Vero che Twitter nelle sue mani è risultato un colpo di stato permanente. Vero che quanto ha acquisito in politica estera e in economia è controbilanciato da quanto ha perso, prima di tutto la credibilità. Vero che niente vale la fine della pace civile e uno storico ritorno agli spiriti selvaggi dell’American carnage, quello suo, visto che gli americani sono il popolo della frontiera e non del muro.

 

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Ma che scateni l’inferno nel caso di una vittoria di Biden, questo è da vedere. Certi figuri sono altrettanto vigliacchi che cattivi. Scherzano col fuoco, ma perché temono il fuoco. Più facile che alzi la posta, primo per intimidire e cercare di vincere con la paura, secondo per negoziare la sua uscita eventuale di scena, in caso di sconfitta, e la sua futura carriera televisiva mondana e bisnizzara, e per evitare sorprese giudiziarie possibili in un paese serio in cui qualcosa resta della divisione dei poteri.

  

I vocianti, il partito americano del no, devono forse prepararsi al peggio, cioè astenersi dal cadere nella provocazione, forse guardarsi da eccessi di credulità. I democratici, si spera, vorranno mantenere un discorso pubblico rassicurante e alternativo alla malagestione e all’autoritarismo unamerican di un clown abile nei debate, che ha ancora frecce nella faretra e corde al suo arco. Se vincono, devono preparare subito una via d’uscita, e comoda, a questo nemico della democrazia americana, un sistema che non sopporta vendette personali, come si vide nel trattamento riservato a Nixon.

   

Biden non entusiasma, ma questa è a suo modo una garanzia, visto che l’entusiasmo morale è il complemento necessario del romanticismo politico, però anche il risvolto del fanatismo di cui la famosa base trumpiana, i deplorable, è seriamente ammalata. Deve parlare a tutti, fino all’ultimo istante deve contare su persuasione, sangue freddo, equanimità, senza affettazione, senza deludere il bisogno di giustizia che l’ingiustizia spinge verso l’estremismo, questo formidabile alleato che Trump cerca e spesso trova nella sua gioconda e grottesca campagna contro il socialismo introvabile del suo avversario.

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Cercherà il colpo basso, l’Impostore, fino alla fine; è un ricettacolo di manigoldi, alcuni dei quali già condannati, la sua corte dei miracoli, e quel tipo di persone sa che cosa fare nei casi di emergenza, e in giro per il mondo ha con sé sufficiente materiale di intelligence e delinquenziale per tentare il colpaccio finale. Saranno giorni durissimi, ma allo scatenamento dell’inferno ancora si può obiettare che Pentagono, Wall Street e Corte suprema non sono oltre un certo limite normalizzabili da un Vip del “Grande Fratello”. Voglio almeno sperarlo fino alla fine.

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