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L'intervista

L'Europa è più forte nel mondo, ci dice Charles Michel

Il presidente del Consiglio europeo ci prepara al Vertice in cui l'Ue dovrà decidere della propria autonomia strategica a livello globale

David Carretta

Con l'accordo sul bilancio europeo e il Recovery plan, l'Ue “ha nuovamente dimostrato la sua capacità di superare divergenze per far fronte alle grandi sfide. E rispetto alla grande crisi finanziaria, ha agito più rapidamente, con più forza e più unita”. Durerà? “L'unità non è qualcosa di magico o spontaneo – risponde Michel  – ci si deve lavorare in continuazione”

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I capi di stato e di governo dell'Ue, dopo il successo sul Recovery fund, nel loro Vertice straordinario di giovedì e venerdì si troveranno davanti alla sfida della sovranità e dell'autonomia strategica a livello globale. “L'Ue oggi è più forte”, dice al Foglio il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: “Con l'accordo sul bilancio Ue e il Recovery plan” l'Ue “ha nuovamente dimostrato la sua capacità di superare divergenze per far fronte alle grandi sfide. E rispetto alla grande crisi finanziaria, ha agito più rapidamente, con più forza e più unita”. Durerà? “L'unità non è qualcosa di magico o spontaneo – risponde Michel  – ci si deve lavorare in continuazione. Ho lavorato molto per il successo del Vertice (di luglio) e lavoro su tutti gli altri dossier complessi. Non ho ragione di pensare che non ci riusciremo”. Vale anche per la politica estera? “Nessuna decisione europea” su Turchia, Cina e Russia “è stata resa impossibile a oggi dalla mancanza di unità. Così è con la Russia. Avete potuto osservare recentemente che siamo stati molto chiari e molto uniti nei nostri recenti vertici con la Cina”, spiega Michel. “Questa settimana adotteremo un approccio globale nei confronti della Turchia”, annuncia il presidente de Consiglio europeo. Le difficoltà ad approvare sanzioni sulla Bielorussia – con Cipro che mette il veto perché vuole misure restrittive contro la Turchia – lasciano spazio a dubbi. Ma la leadership di Bruxelles è determinata a far giocare all'Ue un ruolo più forte sula scena globale, difendendo con maggior vigore i propri interessi e valori.

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I capi di stato e di governo dell'Ue, dopo il successo sul Recovery fund, nel loro Vertice straordinario di giovedì e venerdì si troveranno davanti alla sfida della sovranità e dell'autonomia strategica a livello globale. “L'Ue oggi è più forte”, dice al Foglio il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: “Con l'accordo sul bilancio Ue e il Recovery plan” l'Ue “ha nuovamente dimostrato la sua capacità di superare divergenze per far fronte alle grandi sfide. E rispetto alla grande crisi finanziaria, ha agito più rapidamente, con più forza e più unita”. Durerà? “L'unità non è qualcosa di magico o spontaneo – risponde Michel  – ci si deve lavorare in continuazione. Ho lavorato molto per il successo del Vertice (di luglio) e lavoro su tutti gli altri dossier complessi. Non ho ragione di pensare che non ci riusciremo”. Vale anche per la politica estera? “Nessuna decisione europea” su Turchia, Cina e Russia “è stata resa impossibile a oggi dalla mancanza di unità. Così è con la Russia. Avete potuto osservare recentemente che siamo stati molto chiari e molto uniti nei nostri recenti vertici con la Cina”, spiega Michel. “Questa settimana adotteremo un approccio globale nei confronti della Turchia”, annuncia il presidente de Consiglio europeo. Le difficoltà ad approvare sanzioni sulla Bielorussia – con Cipro che mette il veto perché vuole misure restrittive contro la Turchia – lasciano spazio a dubbi. Ma la leadership di Bruxelles è determinata a far giocare all'Ue un ruolo più forte sula scena globale, difendendo con maggior vigore i propri interessi e valori.

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Lo dimostrano anche la parole pronunciate da Ursula von der Leyen sulla politica estera durante il suo discorso sullo stato dell'Unione la scorsa settimana. “Di fronte alle crisi - ha detto von der Leyen - vi sono alcuni nel mondo che scelgono di ritirarsi e isolarsi. Altri si adoperano attivamente per destabilizzare il sistema. L'Europa sceglie la collaborazione. Non è questione di 'Prima l'Europa'. Si tratta di essere i primi a rispondere seriamente alle chiamate importanti”. Ma a differenza del passato, von der Leyen (come Michel) sembra intenzionata ad abbandonare i toni cauti della diplomazia. Sulla Cina ha ripetuto la frase che manda su tutte le furie Pechino ogni volta che viene pronunciata da un responsabile europeo: “E' un partner negoziale, un concorrente economico e un rivale sistemico”. Ci sono “interessi comuni” come sul clima, ma poi “ci attendiamo che la Cina rispetti gli impegni assunti con l'accordo di Parigi”, ha detto von der Leyen. Inoltre “c'è ancora molto lavoro da fare per garantire alle imprese europee un accesso equo al mercato” cinese: su bilancia commerciale e investimenti “il rapporto è ancora sbilanciato”. Von der Leyen si è lanciata in critiche pubbliche che i suoi predecessori non avevano mai osato fare. “Abbiamo sempre il dovere di denunciare le violazioni dei diritti umani quando si verificano, ovunque avvengano, che si tratti di Hong Kong o della questione degli Uiguri”.

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Von der Leyen ha abbandonato la prudenza anche su Bielorussia e Russia. “Vogliamo dirlo in maniera forte e chiara: l'Ue è dalla parte del popolo bielorusso”. E “a coloro che sono favorevoli a stringere maggiormente i legami con la Russia dico che l'avvelenamento di Alexei Navalny con un agente chimico avanzato non rappresenta un caso isolato”, ha spiegato von der Leyen: “Abbiamo visto applicare lo stesso schema in Georgia e in Ucraina, in Siria e a Salisbury e assistito a ingerenze nelle elezioni in tutto il mondo. E' uno schema che non cambierà. E non lo cambierà nessun gasdotto”. Su Nord Stream 2 ieri il portavoce della Commissione, Eric Mamer, è stato ancora più esplicito: “Quelli che pensano che finalizzare il gasdotto cambierà il comportamento della Russia si sbagliano”. Sulla Turchia von der Leyen ha voluto sottolineare che, anche se “una de-escalation nel Mediterraneo orientale è nel nostro interesse reciproco”, Cipro e la Grecia “potranno sempre contare sulla piena solidarietà dell'Europa nella protezione dei loro diritti legittimi di sovranità”.

 

In questi mesi von der Leyen ha fatto precedere alle parole anche dei fatti, come una serie di misure per proteggere l'economia europea dalla Cina. Le sue dichiarazioni su Nord Stream 2 potrebbero essere decisive per spingere il governo di Berlino – diviso al suo interno – a abbandonare il gasdotto di Putin. Ma la presidente della Commissione è consapevole che il principale ostacolo a un'Ue “geopolitica” risiede nelle divisioni tra i 27. Le sanzioni alla Bielorussia vengono bloccate da Cipro, perché vuole che siano adottate sanzioni contro la Turchia. L'Italia mantiene una posizione ambigua sulla Russia (al Parlamento europeo il M5s si è astenuto sulla richiesta di sanzioni per l'avvelenamento di Navalny. La Cina ha saputo dividere l'Ue grazie alle sirene finanziarie delle nuove vie della Seta. Il Vertice di giovedì e venerdì dovrebbe servire a compattare i 27 per far spiccare il volo all'Ue “geopolitica”.

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