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Un’altra lite in casa Le Pen. Chi sa parlare agli “orfani della destra”?

Mauro Zanon

Marion Maréchal dice che la zia Marine sta facendo “una crociata” contro di lei. Le difficoltà a riunirsi e i piani della nipote

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Parigi. Il percorso di emancipazione di Marion Maréchal dal Front national, oggi Rassemblement national (Rn), ha registrato un’accelerazione in questa rentrée settembrina densa di progetti di ricomposizione politica. Dopo aver chiesto che il cognome della madre, Le Pen, non fosse più accostato al suo nome, la giovane promessa del sovranismo francese non ha rinnovato la quota d’iscrizione al Rn, il partito della zia Marine, e ha attaccato con inedita virulenza il modus operandi dei suoi ex colleghi. “Alcuni del Rn stanno conducendo una crociata contro di me”, ha dichiarato al Parisien, in riferimento alle recenti epurazioni decise dal politburo di Marine Le Pen. Durante l’estate, diversi membri della Commissione nazionale d’investitura (Cni) sono stati allontanati bruscamente in ragione delle loro affinità con le idee di Marion Maréchal, più liberale sul piano economico e più conservatrice sulle questioni di società rispetto a Marine. Queste esclusioni, secondo Marion, mostrano fino a che punto “le varie correnti non siano rappresentate nel partito”, trasformatosi negli ultimi tre anni in un monolite ideologico dove non c’è spazio per opinioni divergenti dal marinismo. L’allontanamento mirato dei critici di Marine “era già in atto quando ero al Fn”, ha raccontato Marion al Figaro, “ma è aumentato di intensità quando me ne sono andata. E’ spiacevole. E’ politicamente controproducente e umanamente imbarazzante. Ma non mi immischio nella vita di questo movimento. Non è più un mio problema”. C’è ben poco “rassemblement” nella formazione di Marine Le Pen, e questa incapacità di inglobare e di riunire sotto lo stesso tetto le varie sensibilità della destra si è vista in occasione delle elezioni amministrative, sottolinea Marion: “Il dramma del Rn è la sua difficoltà a parlare con gli orfani della destra. Le municipali non ci hanno dimostrato il contrario”. L’elettorato del Rn a trazione marinista, oggi, ha molte più cose in comune con i militanti della France insoumise, il partito del giacobino Mélenchon, di quante ne abbia con gli aficionados dei Républicains (Lr), la formazione della destra gollista.

 

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Il programma economico colbertista, la scarsa attenzione alle pmi e la posizione ambigua sull’uscita dall’Ue della Le Pen hanno spinto gli elettori di Lr a orientare il loro sguardo verso il macronismo. Un dramma per Marion Maréchal perché è proprio tra i militanti di Lr che una droite con ambizioni di vittoria dovrebbe andare a pescare. “E’ un elettorato orfano che rappresenta una parte consistente di quel 50 per cento di astensionisti registrato durante le ultime elezioni comunali”, ha detto al Figaro. Marion, si sa, ha sempre militato per “l’unione delle destre”, l’unica via per salire al potere. A livello locale, la strategia unionista ha funzionato con Robert Ménard, ex direttore di Reporteurs sans frontières, oggi sindaco-sceriffo di Béziers, e soprattutto con Louis Aliot, ex compagno di Marine Le Pen, che a Perpignan ha vinto grazie a una fusione delle destre. Secondo lo storico Nicolas Lebourg, questa fusione, “che promuove il sovranismo culturale, che è contro l’immigrazione, ma non è anti europea ed è più liberale dal punto di vista economico” rispetto alla linea di Marine Le Pen, è sostenuta da tutta quella galassia che va da Éric Zemmour, giornalista del Figaro, a Philippe de Villiers, intellettuale cattolico, e ripone in Marion Maréchal le speranze di conquistare l’Eliseo. Ma mentre Jordan Bardella, vice presidente del Rn, sogna un “fronte popolare populista” per il 2022, Marion, per ora, pensa solo alla battaglia delle idee. Dopo aver lanciato a Lione la sua scuola di formazione politica, l’Issep, e aver promesso di aprire una succursale anche in Italia, l’ex frontista inaugurerà a ottobre un nuovo think tank, Centre d’analyse et de perspective (Cap). “Che torni a lavorare con noi”, ha detto la Le Pen alla nipote, aggiungendo che il “Rn è un partito aperto”. Ma Marion ha preso la sua strada.

 

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