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Proteste nel Regno Unito

Extinction Rebellion l'ha fatta grossa

Il gruppo ambientalista radicale ha bloccato la distribuzione di alcuni giornali. I suoi sostenitori e i suoi finanziatori si sono arrabbiati

Gregorio Sorgi

Finora XR ha sempre contato sul sostegno di un fronte di intellettuali e celebrità progressisti che hanno difeso e giustificato le sue attività, nella maggior parte dei casi illegali. Ma ora anche il leader del Labour, Keir Starmer, dice: gesto "antidemocratico"

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Fino a pochi mesi fa una buona parte dell’establishment britannico vedeva di buon occhio Extinction Rebellion (XR), il gruppo ambientalista diventato famoso per le proteste di massa e gli atti di disobbedienza civile. Molti divi dello spettacolo, tra cui Emma Thompson e Benedict Cumberbatch, avevano espresso il loro sostegno al movimento, e la stampa progressista era sulla stessa linea. Ma negli ultimi tempi alcuni storici fiancheggiatori di XR si sono allontanati dal movimento, che a loro dire ha imboccato una deriva troppo militante. Lo scorso sabato un gruppo di circa 150 attivisti ha bloccato la distribuzione di alcuni giornali di stampo conservatore, la maggior dei quali fanno capo al magnate australiano Rupert Murdoch, perché ritenuti negazionisti del cambiamento climatico. 

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Fino a pochi mesi fa una buona parte dell’establishment britannico vedeva di buon occhio Extinction Rebellion (XR), il gruppo ambientalista diventato famoso per le proteste di massa e gli atti di disobbedienza civile. Molti divi dello spettacolo, tra cui Emma Thompson e Benedict Cumberbatch, avevano espresso il loro sostegno al movimento, e la stampa progressista era sulla stessa linea. Ma negli ultimi tempi alcuni storici fiancheggiatori di XR si sono allontanati dal movimento, che a loro dire ha imboccato una deriva troppo militante. Lo scorso sabato un gruppo di circa 150 attivisti ha bloccato la distribuzione di alcuni giornali di stampo conservatore, la maggior dei quali fanno capo al magnate australiano Rupert Murdoch, perché ritenuti negazionisti del cambiamento climatico. 

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Il gruppo ambientalista non è nuovo a questi gesti di insubordinazione. XR ha ripudiato il modus operandi delle organizzazioni ecologiste – fatto di petizioni e dialogo con le istituzioni – e ha dato vita a una strategia improntata sulla disobbedienza civile. Il gruppo ha acquisito notorietà dopo avere bloccato i cinque ponti principali di Londra, paralizzando la città per alcune ore, e poi ha sabotato alcune aziende ed eventi di massa, come la Shell e la London Fashion Week, in quanto responsabili del riscaldamento globale. 

Finora XR ha sempre contato sul sostegno di un fronte di intellettuali e celebrità progressisti che hanno difeso e giustificato le sue attività, che pure nella maggior parte dei casi erano illegali. Ma il blocco della distribuzione dei giornali è stata ritenuta una provocazione eccessiva e pericolosa, e ha innescato una rivolta nei confronti di XR. Alcuni sostenitori del gruppo, come il leader laburista Keir Starmer, hanno condannato un gesto “antidemocratico” che “non fa nulla per combattere il cambiamento climatico”. Soprattutto, gli storici finanziatori di XR stanno tagliando le risorse da destinare al movimento come gesto di condanna per gli avvenimenti di sabato. 

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L’imprenditore americano Trevor Neilson ha detto al Telegraph che “impedire ai giornali di svolgere la propria funzione non è una strategia utile nella lotta al cambiamento climatico”. Neilson è uno dei fondatori del Climate emergency fund che ha donato circa 350 mila dollari a XR ma, secondo il Telegraph, potrebbe presto abbandonare questa causa. Alcuni rampolli delle dinastie americane – come Rory Kennedy, figlia più giovane dell’ex politico Bobby Kennedy, e Aileen Getty, nipote del magnate del petrolio Jean Paul Getty – hanno istituito un fondo per sensibilizzare l’opinione pubblica al tema del riscaldamento globale. Tuttavia, stando alla loro ricostruzione, XR aveva garantito loro che non avrebbero utilizzato il denaro per commettere atti illegali. Queste risorse hanno permesso al movimento di crescere nei numeri – attualmente non è prevista una quota d’iscrizione – e finanziare le proprie attività. XR ha una sezione dedicata al “welfare degli arrestati”, e dispone di un gruppo di avvocati che spiega agli attivisti le conseguenze penali delle proprie azioni.

Nel frattempo XR affronta un’altra minaccia esistenziale da quando alcuni gruppi di estrema sinistra stanno cercando di infiltrarsi nel movimento. Finora XR si è sempre considerato un soggetto apolitico ma alcuni dirigenti temono che l’ingresso della sinistra radicale possa ridurre l’appeal del gruppo e dunque compromettere le sua strategia. L’attivista Alan Story ha scritto un blog sul London Green Left in cui racconta che da tempo ha notato un numero sempre maggiore di attivisti del Socialist workers party (Swp) presenti agli incontri di XR al punto che in una manifestazione recente è comparso un cartello con iscritto “Socialism not extinction” e accanto il simbolo della falce e martello. Una mail trapelata del Swp invita i “compagni” a partecipare agli incontri di XR e fornisce cinque consigli per infiltrarsi nel gruppo. Uno dei volti di spicco del movimento, Rupert Read, ha detto al canale radiofonico LBC che i tentativi di infiltrazione del Swp finora non hanno sortito alcun esito e ha confermato che il sabotaggio dei giornali di Murdoch è una battaglia identitaria di XR – autolesionista però.

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