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Ritratto di un No mask

Mauro Zanon

Parigi mette la mascherina obbligatoria ovunque, ma c’è ancora chi crede che sia tutto un complotto

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Parigi. Dalle otto di questa mattina, la mascherina è obbligatoria all’aperto in tutta Parigi, e non solo nelle zone più affollate. Lo ha annunciato ieri il premier francese Jean Castex durante una conferenza stampa sull’evoluzione dell’emergenza sanitaria. La decisione riguarda anche i dipartimenti che cingono la capitale, Hauts-de-Seine, Seine-Saint-Denis e Val-de-Marne, la cosiddetta “petite couronne”, ed è stata presa di concerto con la sindaca parigina Anne Hidalgo e il prefetto Didier Lallement. “L’obbligo di indossare la mascherina a seconda delle zone ci sembrava un’opzione interessante, ma l’urgenza è quella di uscire dall’epidemia”, ha spiegato il vice sindaco di Parigi Emmanuel Grégoire. Dinanzi alla recrudescenza dell’epidemia da Covid-19 in tutto il territorio francese – ieri sono stati registrati 6.111 nuovi contagi, il dato più alto dal 31 marzo – il premier ha inoltre annunciato il passaggio di altri diciannove dipartimenti in “zona rossa”, oltre a quelli di Parigi e Marsiglia, ossia in zone di circolazione attiva del virus, dove è stata superata la soglia di allarme di cinquanta positivi ogni centomila abitanti.

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Parigi. Dalle otto di questa mattina, la mascherina è obbligatoria all’aperto in tutta Parigi, e non solo nelle zone più affollate. Lo ha annunciato ieri il premier francese Jean Castex durante una conferenza stampa sull’evoluzione dell’emergenza sanitaria. La decisione riguarda anche i dipartimenti che cingono la capitale, Hauts-de-Seine, Seine-Saint-Denis e Val-de-Marne, la cosiddetta “petite couronne”, ed è stata presa di concerto con la sindaca parigina Anne Hidalgo e il prefetto Didier Lallement. “L’obbligo di indossare la mascherina a seconda delle zone ci sembrava un’opzione interessante, ma l’urgenza è quella di uscire dall’epidemia”, ha spiegato il vice sindaco di Parigi Emmanuel Grégoire. Dinanzi alla recrudescenza dell’epidemia da Covid-19 in tutto il territorio francese – ieri sono stati registrati 6.111 nuovi contagi, il dato più alto dal 31 marzo – il premier ha inoltre annunciato il passaggio di altri diciannove dipartimenti in “zona rossa”, oltre a quelli di Parigi e Marsiglia, ossia in zone di circolazione attiva del virus, dove è stata superata la soglia di allarme di cinquanta positivi ogni centomila abitanti.

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Scongiurare un nuovo confinamento è la priorità della Francia, che in questo momento, assieme alla Spagna, ha i numeri peggiori d’Europa. Ma nonostante la realtà fredda delle cifre e il pericolo palpabile di una seconda ondata, c’è una galassia di individui che si ostina a gridare alla “dittatura sanitaria” della mascherina, la quale non aiuterebbe a contenere la propagazione del virus, a loro detta, bensì raddoppierebbe soltanto la paura, aggravando la “sottomissione del popolo”. Da un viaggio nell’universo di questi No mask radicali, tra gruppi Facebook intitolati “Sono un essere libero, non mi farò imbavagliare” e “No alla mascherina obbligatoria”, emerge che tutti, più o meno vivacemente, puntano il dito contro il governo francese che sarebbe complice di un complotto mondiale e contro i vaccini che sarebbero imposti ai cittadini per controllarli meglio.

 

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“La caratteristica principale di queste persone è la profonda sfiducia nei confronti delle varie istituzioni politiche così come verso le istituzioni mediatiche (…). Solo il 6 per cento di questi anti-mascherina ha fiducia nell’istituzione presidenziale, il 2 per cento nei partiti politici e il 10 nei sindacati”, ha dichiarato a France Info Antoine Bristielle, professore a Sciences Po Grenoble e autore di un’inchiesta sui No mask. Bristielle ne ha contattati mille attraverso i vari gruppi Facebook mobilitati contro l’obbligo della mascherina, e l’altra caratteristica che li accomuna è l’adesione a gran parte delle teorie cospirazioniste in circolazione. “Quando viene chiesto a queste persone se credono negli Illuminati, nella teoria della grande sostituzione (teoria sostenuta dallo scrittore nazionalista Renaud Camus, secondo cui in Francia è in corso una sostituzione etnica pilotata dall’alto, ndr) o in questo genere di cose, ci si rende conto che ogni volta più della metà di essi è d’accordo con queste teorie del complotto”, osserva lo studioso francese. E il complottismo va a braccetto con l’antivaccinismo.

 

“Quando la domanda è pensate che il ministero della Salute sia in combutta con l’industria farmaceutica per nascondere la realtà sulla nocività dei vaccini, il 90 degli anti-mascherina risponde affermativamente”, dice Bristielle. A marzo, l’ex ministra della Salute e candidata al comune di Parigi Agnès Buzyn era stata oggetto di una violenta campagna d’odio da parte di alcuni complottisti, i quali sostenevano a torto che il marito, Yves Lévy, ex presidente dell’Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale), avesse sabotato nel passato i lavori di Didier Raoult, il virologo francese osannato da Donald Trump per l’utilizzo dell’idrossiclorochina nella cura dei pazienti contagiati dal coronavirus. E la stessa sorte colpisce l’attuale ministro Véran, accusato anche lui di boicottare Raoult. La Francia è certamente più preparata di quanto non lo fosse sei mesi fa. I posti in terapia intensiva, come dichiarato dal ministro della Salute, sono 12mila ora, ossia più del doppio rispetto all’epoca pre-Covid-19, e a settembre l’esecutivo ha assicurato che verranno effettuati un milione di tamponi a settimana, fatto che indubbiamente aiuterà ad arginare la diffusione del virus. Ma per sconfiggere l’epidemia non va abbassata la guardia. E nemmeno la mascherina, come invoca pericolosamente la galassia complottista dei No mask francesi.

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