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La verità e la propaganda sull'immagine iconica di Minsk

Micol Flammini

La foto simbolo delle proteste in Bielorussia diventa un caso di manipolazione russa. La versione dell'uomo in mimetica contro il referto dei medici 

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Durante un’intervista televisiva il presidente russo Vladimir Putin ieri ha detto che ha formato una task force che sarà pronta a intervenire in Bielorussia qualora si verificassero scontri violenti o atti di vandalismo: “Se le forze estremiste dovessero superare la linea rossa”.

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Durante un’intervista televisiva il presidente russo Vladimir Putin ieri ha detto che ha formato una task force che sarà pronta a intervenire in Bielorussia qualora si verificassero scontri violenti o atti di vandalismo: “Se le forze estremiste dovessero superare la linea rossa”.

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Ha detto anche che i trentatré uomini della Wagner, i mercenari russi arrestati da Aljaksandr Lukashenka poco prima delle elezioni presidenziali del 9 agosto, erano stati trascinati e presentati come una forza d’attacco a Minsk per un piano architettato dalle intelligence di America e Ucraina. Il presidente russo con queste dichiarazioni ha voluto per prima cosa lanciare un messaggio agli europei che ieri e oggi sono riuniti in un vertice a Berlino, ha suggerito loro di stare lontani dagli affari di Minsk.

 

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Poi ha dimostrato che la propaganda russa è in azione, che Mosca, anche se ancora non è intervenuta, si sta preparando il terreno per farlo e l’opposizione deve stare attenta. Quindi ha pubblicamente perdonato Lukashenka per l’arresto dei suoi uomini. Se questo fine settimana si verificheranno delle violenze e degli atti di vandalismo, incendi o distruzioni di case e negozi, chi stabilirà chi sono gli autori? E’ questa la domanda che preoccupa l’opposizione, ieri Putin durante l’intervista ha tentato di sfumare la verità e ha iniziato a oliare personalmente i meccanismi della propaganda: la sua versione contro i fatti.

 

C’è una foto che è diventata la prima immagine iconica delle proteste in Bielorussia, in quanto è stata la prima a mostrare al mondo la repressione del regime di Lukashenka e cosa accadeva ai manifestanti scesi in strada a protestare dopo che il presidente aveva annunciato la sua vittoria alle elezioni con l’80 per cento dei voti.

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La foto è importante per due ragioni, la prima è perché mostra la gravità della situazione, la seconda è perché racconta bene il tentativo della propaganda di smontare questa protesta. L’immagine, scattata dal fotografo di Reuters Vasily Fedosenko ritrae un uomo in mimetica e passamontagna che guarda qualcuno e con le mani indica un ragazzo a petto nudo steso a terra.

 

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Di questa immagine esiste anche un video, in cui si vedono due ufficiali che trasportano il ragazzo fuori da un furgone della polizia. La foto racconta la storia di una violenza. Da qualsiasi punto la si guardi, è quella la sensazione che trasmette e per questo è diventata la prima immagine forte della protesta.

 

Eppure ne esistono due versioni: quella della propaganda e quella della verità che il sito Meduza si è impegnato a ricostruire. Il ragazzo che appare a terra è ancora vivo, si chiama Yauhen Zaichkin e inizialmente si pensava fosse una delle vittime della prima notte di proteste.

 

Ha raccontato di essere stato arrestato, poi picchiato e di aver perso conoscenza dopo essere stato trascinato sul furgone della polizia. E’ in quel momento che gli uomini in mimetica lo hanno portato fuori e hanno chiamato l’ambulanza.

 

L’immagine è sempre la stessa, ma ne esiste una seconda versione diffusa dall’emittente del Cremlino RT attraverso un’intervista. A parlare è un uomo in mimetica con il passamontagna – l’intervistatore lo chiama “eroe” – che dice di essere lo stesso uomo in mimetica con il passamontagna che si vede nella foto.

 

Racconta che quella sera, la notte tra il nove e il dieci agosto, i manifestanti erano quasi tutti ubriachi e sotto l’effetto di droghe. Anche Yauhen. Per questo aveva perso conoscenza e se è stato picchiato deve essere successo nel momento in cui si è lanciato contro la polizia. Quanto a lui, racconta l’uomo in mimetica, nella foto è ritratto in quella posizione perché era piegato sul ragazzo per soccorrerlo, ma la gente gli urlava di lasciarlo stare e per questo si stava allontanando per chiamare i soccorsi.

 

Yauhen Zaichkin, il ragazzo a terra, ha anche reso pubblico il referto medico che parla di lesione cerebrale lieve, di lividi, di percosse e non c’è alcun riferimento a tracce di alcol o di droga nel sangue.

 

La propaganda ha cercato di diffondere un’altra verità, ma i fatti raccontano quello che la foto mostra: la prima notte di violenza da parte delle forze dell’ordine contro i manifestanti.

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