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Gli americani si agitano per il voto via posta, non sarebbe meglio farlo online? No

Eugenio Cau

La differenza tra truccare un solo voto e truccarne milioni online è minima: bastano poche righe di codice. E nemmeno la blockchain è un'alternativa valida

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Milano. Da qualche giorno la politica americana è molto concentrata sul servizio postale, e per ottime ragioni, come potete leggere qui: dal suo buon funzionamento potrebbe dipendere il risultato delle elezioni americane di novembre. Si parla degli straordinari dei dipendenti delle poste, dell’efficienza degli uffici postali, della dismissione delle macchine per smistare le buste, e si parla tantissimo di Louis DeJoy, il postmaster general, che è il capo del servizio postale americano e con quella carica sembra uscito direttamente da un romanzo ottocentesco. Il fatto che il voto via posta generi tanti grattacapi, e in generale che a Ventunesimo secolo avanzato ancora non si sia trovato un modo per votare che non coinvolga l’utilizzo di carta e matita, potrebbe sembrare paradossale. Perché non votare via internet? Facciamo già tutto su internet, dall’ordine della pizza alle transazioni bancarie, perché le elezioni no? Magari con una app fatta apposta, come quella contro il coronavirus. O con un sito molto sicuro, come quelli, appunto, delle banche. Ecco, non pensateci nemmeno. Fare le elezioni online è insicuro e pericoloso e non esiste una tecnologia capace di renderlo sicuro e affidabile.

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Milano. Da qualche giorno la politica americana è molto concentrata sul servizio postale, e per ottime ragioni, come potete leggere qui: dal suo buon funzionamento potrebbe dipendere il risultato delle elezioni americane di novembre. Si parla degli straordinari dei dipendenti delle poste, dell’efficienza degli uffici postali, della dismissione delle macchine per smistare le buste, e si parla tantissimo di Louis DeJoy, il postmaster general, che è il capo del servizio postale americano e con quella carica sembra uscito direttamente da un romanzo ottocentesco. Il fatto che il voto via posta generi tanti grattacapi, e in generale che a Ventunesimo secolo avanzato ancora non si sia trovato un modo per votare che non coinvolga l’utilizzo di carta e matita, potrebbe sembrare paradossale. Perché non votare via internet? Facciamo già tutto su internet, dall’ordine della pizza alle transazioni bancarie, perché le elezioni no? Magari con una app fatta apposta, come quella contro il coronavirus. O con un sito molto sicuro, come quelli, appunto, delle banche. Ecco, non pensateci nemmeno. Fare le elezioni online è insicuro e pericoloso e non esiste una tecnologia capace di renderlo sicuro e affidabile.

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Una vignetta di Randall Munroe, un fisico che ha lavorato per la Nasa e che è famoso in tutto il mondo per la serie di strisce comiche XKCD, spiega molto bene l’apparente contraddizione. Quando si chiede a un esperto di aeronautica se viaggiare in aereo è sicuro, la risposta è che “volare è il modo più sicuro di viaggiare”. Quando si chiede a un ingegnere se usare l’ascensore è sicuro, la risposta è che “è praticamente impossibile che un ascensore cada”. Quando si chiede a un informatico se votare online è sicuro, la risposta è: “Non fidarti dei software per votare e non fidarti di chi ti dice che è sicuro... Non so bene come dirtelo, ma nel nostro campo siamo tutti incapaci, e se fai affidamento su di noi moriranno tutti”. Gli esperti veri non si esprimono in termini così coloriti, ma l’opinione generale è più o meno la stessa.

 

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La ragione principale è che quando si parla di internet un’azione malevola è facilmente scalabile. Il voto tradizionale e il voto via posta, come quello degli americani, non sono intrinsecamente più sicuri. Falsificare una singola scheda elettorale o convincere un cittadino a votare in un certo modo con la corruzione o la minaccia è relativamente facile. Ma da qui a truccare un’elezione intera passa un abisso: per truccare un’elezione servono manodopera, infrastruttura, soldi. Se il processo viene spostato online, invece, la differenza tra truccare un solo voto e truccarne milioni è minima, perfino poche righe di codice, e questa si chiama scalabilità: quando si parla di digitale, amplificare un’azione su larga scala è eccezionalmente facile. Quando quest’azione è un attacco hacker ai sistemi elettorali o una truffa contro milioni di elettori il pericolo diventa enorme, e già sappiamo che le elezioni americane sono ad altissimo rischio interferenza.

 

Molti esperti o sedicenti tali hanno tentato di immaginare sistemi sicuri di voto online, ma nessuno di questi ha resistito a un serio vaglio. L’unico paese al mondo in cui si vota online è l’Estonia, dove, per fortuna, le elezioni online sono state celebrate senza danni. Ma vari studi indipendenti hanno dimostrato che il sistema estone non è del tutto sicuro, che è probabile che davanti a un vero attacco portato avanti da un’entità statale le elezioni sarebbero compromesse, e il passaggio da un piccolo paese baltico altamente digitalizzato a una grande potenza mondiale non farebbe che aumentare i rischi.

 

Nemmeno una tecnologia molto chiacchierata come la blockchain è in grado di garantire un’elezione online. Anzi, nella vignetta di Xkcd, quando viene proposto che si potrebbe fare un software per il voto usando la blockchain, gli informatici cominciano a urlare per il terrore.

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